The transparent dream
Mostra di sperimentazione artistica su un materiale particolarissimo e innovativo: il grafene.
Comunicato stampa
“È malleabile, resistente, leggero ma densissimo, trasparente. Soprattutto duttile e incredibilmente versatile. Per quale motivo l’ho scelto?
Perché il graphene somiglia a me”.
Le parole di Rachid Khadiri che da immigrato marocchino si laurea a Torino in ingegneria civile sono state fatte mie in questo nuovo progetto / sogno che segna l’inizio per il 2014 di una nuova sperimentazione artistica di Amy-d Arte Spazio e della piattaforma economART per un’economia di qualità.
Il sogno è l’introduzione inedita e mai sperimentata in Arte Contemporanea di un nuovo materiale, definito dalla comunità scientifica il nuovo “Santo Graal”, materiale delle meraviglie e / o del futuro; uno strato spesso solo un atomo, composto di carbonio di dimensioni nanoscopiche.
E pensare che tutto è nato da un rotolo di scotch e una matita.
Ottenere nuove generazioni di super-materiali diventa possibile grazie alla scoperta di una “farfalla” nota con il nome di farfalla di Hofstadter; il primo a sperimentare questa possibilità è il graphene, il materiale più resistente e sottile del mondo, la cui scoperta è stata premiata con il Nobel per la Fisica nel 2010 assegnato ai russi Andre Geim e Konstantin Novoselov prestati all’Università di Manchester.
La gestazione di “The Transparent Dream”, frutto di un lungo lavoro di circa due anni, ha richiesto la - mobilitazione - di tutti i contatti istituzionali che potevano aiutarmi a comprendere la complessità dell’operazione che volevo effettuare e le infinite potenzialità del nuovo materiale.
In un’epoca dominata dalla tecnica in cui l’innovazione non risponde soltanto ad esigenze umane o personali ma crea procedure, modalità, nuovi bisogni, l’arte può generare una “destabilizzazione virtuosa” concependo l’operazione artistica come don-azione. Con il superamento del mito dell’artista “genio” l’artista contemporaneo deve saper condividere la propria esperienza con gli altri all’interno di una rete di conoscenze complementari tra loro (arte relazionale e artista plurale).
L’opera d’arte trae oggi linfa di ambiti disciplinari diversissimi e lontani come la fisica quantistica, la robotica, l’ingegneria genetica, la neurologia, l’esplorazione spaziale, elaborando sul piano espressivo e comunicativo le innovazioni tecnologiche e trasformandole in un nuovo linguaggio in cui al dato va restituito un valore, non solo economico, ma “esperienziale” ed “emozionale”.
Rimando potente a creazioni come: “Stati d’entropia” di Arcangelo Sassolino del 2005 o “On Space Time Foam” del 2013 di Thomas Saraceno.
L’impegno e la sfida è far... camminare di pari passo la tecnologia e l’invenzione scientifica con la creazione artistica e per questo motivo il nostro progetto espositivo non si qualifica con mostra d’arte ma come incubatore; ricerca e sintesi di un percorso pioneristico dalle applicazioni infinite ed esclusive.
THE TRANSPARENT DREAM è quindi una scommessa per il futuro di un certo - tipo - di Arte Contemporanea, quello che si aspetta qualcosa di realmente nuovo da un potenziale artistico ormai dirompente.
“... diamogli un nuovo linguaggio all’Arte se Vuole dire e creare delle meraviglie”.
L’obiettivo di AMY D Arte Spazio con “The Transparent Dream” è testare il grafene sotto forma di fogli, inchiostri, polveri, aerogel grazie a un gruppo di artisti selezionati che declineranno il materiale a creazioni artistiche.
Il materiale e l’opera sono e diventano entità inscindibili; la stessa decisione sul materiale da impiegare, trascende l’estetica e si addentra in un territorio complesso, inscindibile dalla natura e dal rispetto per la materia.
Durante la serata di presentazione della nuova piattaforma con in mostra “NOBODY” 2013 di Mattia Novello (ri-assemblaggio di due biliardi scomposti) il materiale sarà consegnato con un’investitura (atto del dono).
Questo sarà l’inizio di un percorso (inteso come piano strategico) che si specializzerà in mostre, laboratori e performance sugli smart materiali (silicene, aerogel, nanocellulosa), in cui le opere avranno dei referenti dell’industria e della ricerca e che traghetterà il progetto economART sul grafene all’Expo per “un’economia di qualità”.
Richard Feynman in una lettera del 1959 che segnava l’inizio delle Nanotecnologie diceva: “c’è ancora un sacco di spazio là in fondo”.
“Bellezza” è il nome del Festival della Scienza di Genova ha dato all’undicesima edizione 2013 nella meraviglia della scoperta, nella potenza dei fenomeni, nell’eleganza di una teoria: la bellezza colora il nostro stupore e ci accompagna verso nuove sfide”.
È un viaggio nella conoscenza e nell’invisibile con la libertà di sbagliare, dove si fondono percorsi di interconnessione consapevole delle intelligenze con la sensibilità creativa; il viaggio alla nanoscala accresce non solo la conoscenza, ma anche il senso di meraviglia, di mistero e di rispetto che si può provare davanti a un fiore.
Noi di Amy-d Arte Spazio, lo faremo con l’Arte e ad Arte.
Testo critico JACQUELINE CERESOLI