The Waiting
L’idea del progetto nasce dal ciclo di incontri organizzati a Ca’ Dei Ricchi nell’autunno del 2014 dove gli artisti, selezionati dal curatore tra i borsisti e gli assegnatori degli studi della Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia, hanno presentato al pubblico alcuni loro progetti e opere legati al tema dell’attesa e della paura.
Comunicato stampa
L'idea del progetto nasce dal ciclo di incontri organizzati a Ca' Dei Ricchi nell'autunno del 2014 dove gli artisti, selezionati dal curatore tra i borsisti e gli assegnatori degli studi della Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia, hanno presentato al pubblico alcuni loro progetti e opere legati al tema dell'attesa e della paura.
“L’attesa, il tempo sospeso, il timore che qualcosa avvenga o non avvenga, traspare in alcuni capolavori del secolo scorso e funziona ancor oggi su di noi agendo come dispositivo passionale. Sono molti i tipi di attesa che possiamo vivere ma certamente uno di questi è caratterizzato dalla presenza della paura. […] L’attesa è quello stato in cui ci si trova prima che qualcosa accada, che genera paura/ansia/apprensione o al contrario eccitazione/entusiasmo. L’uomo è attratto dalla paura tanto da volerla rappresentare con l’arte e da andare a cercarla nell’arte. […] La paura è un modo di vivere l’attesa ed è uno dei soggetti privilegiati in arte perché l’uomo ha sempre avuto bisogno di rappresentarla per dominarla. Ma l’attesa può essere produttiva, può essere la condizione per la generazione di un pensiero e della sua forma. Mentre si aspetta si pensa, si crea…L’attesa, non-azione che siamo sempre più restii a compiere, contrasta la frenesia, il disordine, il caos.” (Dal testo introduttivo in catalogo Il Tempo Inquieto di Chiara Casarin).
Questa mostra è un affondo, quasi un cuneo, su questo grande tema elaborato da sette tra i più meritevoli giovani artisti italiani.
Arianna Piazza ha unito in un unico oggetto due simboli/messaggi apparentemente in contrasto. Sarò Madre. Una brevissima e gioiosa frase che annuncia l’attesa per il lieto evento. Un’attesa dunque che pare serena in vista di una grande felicità. Ma qui la scritta è composta da bombe molotov, armi grezze, povere ma distruttive, capaci di vanificare ogni speranza, di polverizzare ogni sogno.
Paola Angelini, ha dipinto un Oracolo infondendo, nel soggetto e nel trattamento pittorico, tutta l’inquietudine dell’attesa. Qualcosa che non può più accadere diviene in un certo senso messaggio preveggente, strumento di sospensione che allude a quello che è stato e che non sarà. L’inquietudine presente nel protagonista e indotta nell’osservatore, strettamente connessa al timore dell’attesa, è il vero soggetto di questo dipinto.
Enzo Comin narra con la fotografia l’attesa dei suoi soggetti. Nelle singole foto i personaggi sono costruiti in sovrapposizione ad altre immagini che raccontano il loro passato. Qui l’osservatore non aspetta un cambiamento ma percepisce la lunghezza del tempo trascorso nella sequenza dei ricordi ed evoca il loro timore di perderli. Una composizione fatta per accumulazione di fotografie che acquisiscono senso una volta ricomposte in una unica immagine che restituisce vite intere del passato.
Fabio Roncato ha realizzato un'installazione totemica riferendosi al reperto archeologico conosciuto come la Pila di Baghdad. Questa recupera l’idea di utilizzare un processo naturale come strumento di suggestione di massa. Agli astanti è proposto di condividere tale esperienza. Il potere suggestivo del processo si espande al suo intorno indipendentemente, tendendo alla formazione di un sistema instabile e oscillando fra una dimensione di pericolo, timore e sicurezza.
Elena Mazzi ha elaborato questo tema con audio e frammenti murari ritrovati dopo il tristemente celebre terremoto de L’Aquila. Tra il 2009 e il 2011 i suoi interventi artistici hanno avuto carattere tematico assolutamente pertinente al tema della paura che nasce nell’attesa, come quando si sta sospesi tra una scossa e la successiva. I resti di quanto accaduto sono i Prelievi H3/X/Y, lavoro che parla dei crolli avvenuti nelle periferie della città, le più recenti e le più deboli al contempo.
Giuseppe Abate ha dipinto, dandone evidenza artistica, le passioni più buie dell’animo umano. Le divinità, i mostri e gli esseri meta-naturali da sempre fanno parte dell’immaginario comune.
Uno dei motivi più plausibili che possa spiegare questa attitudine è la paura del nulla. Quando la paura ha una forma, spesso antropomorfa, è più controllabile e in qualche modo può essere combattuta. Il niente non è qualcosa che il nostro immaginario può concepire, ne tantomeno sopportare. Proprio per questo motivo crea uno stato mentale -e subito fisico- di impotenza e terrore, il tempo tra noi e il niente diventa infinito.
Corinne Mazzoli ha condotto una ricerca intitolata Baton Sinister: or How Subcultures could forge Transversal Heroes, un elogio alla sottocultura del ‘barebacking’ che condanna il sesso sicuro e rivendica i rapporti non protetti esaltandone i rappresentanti come eroi. Una riflessione sulla paura che scaturisce quando si incontrano queste tipologie di individui pronti a rischiare la propria vita per un ideale, senza limiti. La figura dell'eroe fa paura; egli combatte per la sopravvivenza delle proprie gesta, sempre pronto a intensificare il rischio come condizione permanente della propria esistenza.
Fondazione Bevilacqua La Masa
Il programma degli studi d'artista della Bevilacqua La Masa è tra i più antichi d'Europa e ha origine nel 1901 con il lascito di Felicita Bevilacqua La Masa al Comune di Venezia; ad oggi, la Bevilacqua La Masa è l'unica istituzione pubblica italiana ad assegnare annualmente 12 atelier ad altrettanti artisti, attivi nei diversi ambiti delle arti visive (pittura, performance, videoarte, arte relazionale, installazioni, fotografia ecc).
Gli artisti lavorano per dodici mesi negli spazi loro assegnati e a loro è dedicato un denso programma che prevede occasioni di confronto con il pubblico, come le giornate di Open Studios, diversi momenti espositivi, come la Notte Bianca dell'Arte, ed altre attività riservate agli assegnatari, come le numerose studio visit con curatori, giornalisti e altri operatori del settore sia italiani sia internazionali. Il programma si conclude con una mostra finale, accompagnata da una pubblicazione.
Artisti in mostra
Giuseppe Abate
Paola Angelini
Enzo Comin
Elena Mazzi
Corinne Mazzoli
Arianna Piazza
Fabio Roncato