Theatre Art Verona 2018
L’arte contemporanea esce dalla fiera Art Verona, entra nel tessuto della città, incontra il teatro. Il cartellone fa il punto, medita e dimostra pubblicamente lo stato della ricerca performativa contemporanea.
Comunicato stampa
L'arte contemporanea esce dalla fiera Art Verona, entra nel tessuto della città, incontra il teatro. Il cartellone fa il punto, medita e dimostra pubblicamente lo stato della ricerca performativa contemporanea.
I nuovi linguaggi attraversano le discipline, infrangono gli ambiti e confondono i confini dei generi e delle forme. Non c'è alto e non c'è basso nei registri e negli stili. La direzione artistica non ha voluto solcare le strade abitudinarie dei festival attingendo invece a proposte site specific e inedite.
Gli spazi del Teatro Nuovo e del Teatro Alcione diventano un laboratorio di eccellenze che si offre in pasto alla platea come libertà di dibattito, ed espressione artistica. Diagonalità, trasversalità più che contaminazione e ibridazione. Il teatro di figura accanto all'auto-teatro e il reading in cartellone assieme alla danza contemporanea. Forze centrifughe che irraggiano da un sentire precario e alla ricerca di una sincerità, di una verità del “dire” e del “fare”.
In nome di questa originalità, il cartellone, dopo due anni di silenzio, torna così ad interrogarsi e a raccogliere le diverse esperienze della performance art senza preclusione di generi e tradizioni ma facendo dell'incrocio di sguardi una sua economia autonoma, indipendente e indifferente ai marchi stagionati delle rassegne autografate.
Le compagnie, i gruppi e i singoli che partecipano al cartellone lo sanno e la loro proposta è generosa e gratuita in ogni termine e senso.
Perché Theatre Art Verona, forte di una generosità intrinseca alle scelte, è affermazione potente di teatro come missione necessaria, costruita su atti di pensiero, sperimentazioni tecniche, coraggiose traiettorie oblique tra le staccionate.
Così, la rassegna diretta da Paolo Valerio e Simone Azzoni, ospita, accoglie e accompagna le sperimentazioni ardite di Caterina Pecchioli, Andrea Pergolesi, Camilla Monga, Lenz Fondazione, Zeno Baldi, Arianna Novaga e Mattia Berto, Silvia Mercuriali, Antonella Zaggia, Piermario Vescovo e Dewey Dell.
Si comincia l'11 ottobre ore 21 al Piccolo Teatro di Giulietta, la giovane compagnia Dewey Dell, grazie ad Egizia Franceschini e Tommaso Rossi di Are We Human, porta in scena l'acclamato I am within.
Tre gli appuntamenti il 12 ottobre.
Alle 17 si inaugura, negli spazi del Teatro Nuovo l'installazione performativa coreografia sociale. Gioco di carte ed installazione interattiva con il pubblico. L'artista Caterina Pecchioli – promossa dal Centro Luigi Di Sarro - invita i partecipanti ad eseguire diverse istruzioni indicate nelle carte. La dinamica che nasce, porta a sperimentare e osservare simultaneamente, come semplici gesti, azioni e posizioni nello spazio influiscano nel ruolo e nella comunicazione sociale.
A seguire alle ore 18 Simone Azzoni, Alessandro Sanna e Maurizio Zanolli raccontano Lo Sguardo della Gallina, volume edito da Lazy Dog che indaga il lascito delle Avanguardie artistiche nella contemporaneità.
Alle ore 21, con replica il 13 ottobre, Silvia Mercuriali porta all'Alcione Macondo uno spettacolo che coniuga la tecnica dell’Autoteatro con un sound design binaurale, una colonna sonora originale e complessa e un testo poetico per creare un’esperienza teatrale unica.
Appuntamento con le tecnologie del virtuale, la realtà aumentata e il mondo della rete il 15 ottobre. Al Foyer va in scena (ore 19, 20.30 e 21.30) Death in/of Venice 2.0 Act 1_Tazio SEXTING scritto da Mattia Berto e Arianna Novaga. La Venezia di Mann è tradotta in una chat contemporanea.
Tocca alla danza il 18 ottobre, ore 20.30 e 22 al Foyer del Teatro Nuovo. La coreografa e danzatrice Camilla Monga assieme al compositore Zeno Baldi debuttano con un site secific: Duetto in ascolto. Una esplorazione dei processi di accumulazione coreografica e musicale. Il suono guida il corpo in un movimento continuo in grado di percepire ogni cambiamento significativo nella musica e plasmare lo spazio circostante.
Il 22 ottobre ore 21 al Piccolo Teatro di Giulietta Andrea Pergolesi si ispira a
"Viaggio al termine della notte" per il suo Céline, spettacolo che narra in modo crudo ed efficace le atrocità della prima guerra mondiale, dipingendone un affresco impietoso.
Doppio appuntamento con La Fondazione Lenz di Parma il 25 ottobre. Alle ore 21 Sandra Soncini è interprete vivida di due testi di Juan de La Cruz
: Fábrica Negra e Canciones Del Alma.
Chiude la rassegna 3 novembre ore 21 e il 4 novembre ore 18 il Servitore di due padroni. La versione, curata da Antonella Zaggia e Piermario Vescovo del classico goldoniano lo rilegge nel linguaggio del teatro di figura.
Info: https://www.teatronuovoverona.it/
facebook: www.facebook.com/TheatreArtVerona/?ref=bookmarks