Dominic Michel – Then Oh Then Oh Then
Nella sua mostra personale a Milano, intitolata Then, Oh Then, Oh Then, Dominic Michel approfondisce i temi dell’adattamento e della reinterpretazione degli spazi urbani.
Comunicato stampa
Nella sua mostra personale a Milano, intitolata Then, Oh Then, Oh Then, Dominic Michel approfondisce i temi dell’adattamento e della reinterpretazione degli spazi urbani.
Con le sue opere esplora gli aspetti estetici e simbolici dei macchinari industriali, delle fabbriche e dei paesaggi urbani e ricerca le tracce di questi cambiamenti sociali, economici e spaziali nelle topografie che ci circondano. In questo senso, il Centro Svizzero, aperto nel 1952 dall’architetto svizzero Armin Meili e che oggi ospita gli spazi espositivi dell’Istituto Svizzero, è il luogo ideale per presentare le nuove opere di Dominic Michel sviluppate appositamente per la mostra. Attraverso l’uso di materiali e tecniche diverse, l’artista imita spesso la natura meccanica dei processi industriali, offrendo un’esplorazione sfaccettata di questa forza trasformativa.
Nello spazio espositivo, che supera i sei metri di altezza, l’artista presenta l’installazione Charm, catene di oggetti sferici in plastica traslucida illuminati da luci fiabesche, in cui impiega un processo industriale chiamato termoformatura, comunemente utilizzato per la produzione in serie di oggetti in PVC, come i vasetti di yogurt. Nelle serigrafie intitolate Locomotive, Dominic Michel decostruisce e riassembla a strati immagini di locomotive, dando vita a interpretazioni astratte e simboliche. Anche il titolo della mostra, preso in prestito da una poesia della regista e autrice scozzese Margaret Tait, Then, Oh Then, Oh Then, evoca un senso di intermittenza, ripetizione o il respiro ritmico di una locomotiva.
L’opera di Dominic Michel fonde materiali tradizionali con elementi digitali, creando un’interazione dinamica tra il tangibile e il virtuale, invitando gli spettatori a contemplare le sfumature della cultura consumistica moderna e contemporanea e le sue impronte sugli spazi urbani.
Curata da Gioia Dal Molin.
Dominic Michel (1987, Argovia) vive e lavora a Zurigo e si è laureato in Belle Arti all’Università d’Arte di Basilea, alla Scuola di Belle Arti di Atene e all’Università delle Arti di Berna. Nel 2022 ha ricevuto il Manor Kunstpreis e nel 2020 il premio di incoraggiamento della Neue Aargauer Bank. Recentemente ha tenuto mostre personali presso Unanimous Consent, Zurigo (2023); Aargauer Kunsthaus, Aarau (2022, 2020); Hamlet, Zurigo (2021). Tra le mostre collettive recenti figurano Sgomento, Zurigo (2023, 2021); Sentiment, Parigi (2022); Milieu, Berna (2022, 2018); Kunsthalle Berna (2021, 2018); Kunsthalle Zurigo (2020); Palazzina, Basilea (2020) e Fri Art, Friburgo (2019).
La pratica di Dominic Michel comprende anche la co-fondazione e la cura dell’artist-run space Riverside (dal 2015), nonché progetti espositivi indipendenti come: Hot Ticket di Zoe Lund, Zurigo (2022); Jeanne Randolph, mostra e pubblicazione (curata ed edita con Geraldine Tedder) per Lateral Roma (2021); Crisis of Glass Bell, mostra collettiva (curata con Noemi Pfister) presso Der Tank Basilea (2020).