There’s a monster coming!
Il progetto There’s a monster coming! di CampoBase smonta il format della mostra collettiva in tre componenti: scenografia, suono e performance.
Comunicato stampa
GIULIA POPPI, IRENE ADORNI, FLAVIA TRITTO
There’s a monster coming!
A cura di CampoBase
Via Reggio, 14 Torino
26 giugno h 19: SplashSplapCiaff di Giulia Poppi
27 giugno h 19: You have more microtubules than a paramecium in your brain di Irene Adorni
28 giugno h 19: Phántasma di Flavia Tritto
There’s a monster coming! a CampoBase, dal 26 al 28 giugno 2019
Il progetto There’s a monster coming! di CampoBase smonta il format della mostra collettiva in tre componenti: scenografia, suono e performance. Ciascun elemento è affidato a una artista: Giulia Poppi, Irene Adorni e Flavia Tritto intervengono nello spazio rielaborando tre lavori che si innestano l’uno sull’altro. La mostra si offre all’esperienza del visitatore nel suo divenire, in una successione di tre inaugurazioni distinte che presentano l’evento espositivo nelle tre fasi di stratificazione.
Questa struttura composita enfatizza la natura collaborativa e, contestualmente, quella spettacolare del processo espositivo, che si attiva rispettivamente su due diversi piani. Il primo è quello delle artiste, chiamate ad avvicendarsi e a coabitare lo spazio. Il secondo è quello del pubblico che, nel corso dei tre giorni, assiste alla costruzione del progetto nei suoi diversi stadi.
Alla dimensione spettacolare allude il titolo dell’evento, che richiama la figura del mostro nella sua accezione etimologica: non tanto una creatura orrorifica, quanto più un prodigio, un fatto o fenomeno portentoso che attira lo sguardo dello spettatore, accende la curiosità che invita a tornare nello stesso spazio in tre giorni consecutivi, per scrutare l’evoluzione del mostro.
La figura del mostro è inoltre richiamata dalla pratica collaborativa dell’innesto, sia nell’approccio curatoriale adottato per l’ideazione del progetto che nell’assemblaggio dei lavori delle tre artiste nello spazio. Un risultato di taglia e cuci, un insieme che va a comporre un corpo nuovo e incerto, come possibile esito di un dialogo o di una frizione tra gli interventi. La mostra stimola incontri e scontri, nell’ipotesi che essi diano conto dell’ampia gamma di possibilità e dinamiche dei processi collettivi, della coabitazione di pensieri e pratiche diverse: dal piacere di una collaborazione fruttuosa, alla difficoltà di una convivenza forzata.