Think of this as a Window

Think of this as a Window è la prima mostra di MUT che inaugura simbolicamente con una selezione curata di opere dalla collezione del CEO di Mutina, Massimo Orsini.

Comunicato stampa

MUT è un nuovo spazio espositivo all’interno della sede di Mutina, azienda innovatrice nel campo delle superfici ceramiche, che inaugura un ambizioso progetto di presentazione, promozione e sostegno dell’arte contemporanea.

MUT, che in tedesco significa coraggio, racconta proprio quel coraggio creativo che caratterizza l’incontro libero tra arte e impresa: lo spazio permanente sarà caratterizzato da una programmazione annuale di mostre ed eventi diversi che accompagneranno una serie di iniziative esterne in collaborazione con istituzioni e musei internazionali.

MUT rappresenta una delle tre sezioni del più allargato progetto Mutina for Art – che si articola nel premio
This is Not a Prize e nel programma di produzioni artistiche Dialogue – con l’obiettivo di raccontare una visione aziendale che supporta l’arte contemporanea mettendo al centro opere e artisti.

THINK OF THIS AS A WINDOW
a cura di Sarah Cosulich 25.09.2017 – 23.02.2018 MUT
Fiorano (Modena) – Italy

Artisti in mostra:
Etel Adnan, Vincenzo Agnetti, Giorgio Andreotta Calò, Tacita Dean, Fischli / Weiss, Ceal Floyer, Francesco Gennari, Felix Gonzalez-Torres, On Kawara, Renato Leotta, Sherrie Levine, Marisa Merz, Cindy Sherman, Ettore Spalletti, Hiroshi Sugimoto, Wolfgang Tillmans, Goran Trbuljak, Franco Vimercati, Franz Erhard Walther, Cerith Wyn Evans.

Think of this as a Window è la prima mostra di MUT che inaugura simbolicamente con una selezione curata di opere dalla collezione del CEO di Mutina, Massimo Orsini. Il titolo – tratto dall’omonima opera di Cerith Wyn Evans – diviene punto di partenza di un’esposizione in cui la finestra non è solo uno spazio infinito aperto ai nostri occhi e alle nostre domande, ma anche un percorso attraverso il tempo.

L’esposizione si sviluppa in tre sale, come transitori capitoli di un viaggio immaginario in tre generi fondamentali della tradizione storico artistica: il ritratto, il processo ed il paesaggio. In questo percorso i lavori di venti
tra i maggiori protagonisti dell’arte contemporanea rivelano i diversi approcci al tempo: definito, eterno, simbolico, astratto, fluido, controllato, primordiale o specifico. Il tema non è tanto soggetto della mostra quanto attivatore reazioni e connessioni.

Nella prima sala, il ritratto non appare come mera riproduzione di fattezze umane ma come raffigurazione
di psicologie, codici e implicazioni. Tra queste, le date di On Kawara, austeri e concettuali dipinti, sono immagini

combinate del suo esistere ed essere. Esse dialogano con gli autoritratti di Felix Gonzalez-Torres, in cui sono i luoghi e gli eventi già processati dalla sua memoria a tracciare l’immagine di sé.

La sala dedicata al processo, invece, è focalizzata su artisti come Fischli/Weiss o Sherrie Levine, che indagano i limiti e le definizioni di opera d’arte, compiendo riflessioni concettuali sui sistemi e le gerarchie alla base della creazione artistica.

La terza sala, infine, guarda al paesaggio da Hiroshi Sugimoto a Wolfgang Tillmanns interpretandolo come espressione di una realtà che non necessariamente si rappresenta fisicamente ma che si confronta con lo spazio esistenziale e quello dei desideri.

Think of this as a Window è una mostra in cui il tempo interagisce con la parola scritta, la forma, la materia, la luce, il colore e molto altro: esso rappresenta un bagaglio strutturale che rivela sia la continuità storica dei linguaggi contemporanei che la complessa ricchezza delle loro riflessioni attuali.

Catalogo della mostra pubblicato da Mutina for Art.

MUTINA FOR ART
Mutina entra nel mondo dell’arte contemporanea attraverso Mutina for Art, un progetto ambizioso e variegato che include MUT, spazio espositivo dedicato presso la sua sede, This is Not a Prize, importante premio assegnato
annualmente e Dialogue, programma di collaborazioni con artisti, gallerie, partner appartenenti a svariate aree di interesse e istituzioni artistiche internazionali.
Sensibilità per la forma, desiderio di innovare e volontà di incorporare gli stimoli visivi più eterogenei del mondo attuale fanno parte del mondo Mutina fin dalla sua nascita, ma si concretizzano ora in un nuovo programma in cui l’arte contemporanea è grande protagonista. L’ingresso della curatrice Sarah Cosulich in Mutina coincide con la volontà dell’azienda di rendere strutturato e articolato il suo impegno nei confronti dell’arte contemporanea per renderla fonte di influenza, esperienza, e soprattutto territorio di scambio.

MUT: UN NUOVO SPAZIO ESPOSITIVO
Se il luogo di produzione è per un’azienda anche quello simbolo per la nascita di nuove idee, è stato naturale immaginare la stessa sede Mutina come spazio di dialogo ideale tra le opere d’arte, l’identità dell’azienda e le persone che quotidianamente la portano avanti.
In una superficie dedicata all’interno del bellissimo edificio che la ospita, progettato dall’architetto Angelo Mangiarotti negli anni Settanta, lo spazio espositivo MUT vuole essere una costola fondamentale di Mutina for Art rappresentando una sfida espositiva e un modello alternativo di approccio all’arte contemporanea. MUT sarà il luogo in cui si alterneranno progetti espositivi monografici e tematici, presentazioni di nuove acquisizioni, lavori site-specific o creati per l’occasione e prestiti. Attenzione verrà data ad alcune tra le figure più importanti dell’arte contemporanea internazionale ma anche a giovani artisti, con l’obiettivo di offrire mostre di qualità all’interno
di un contesto vivo e vissuto. Aperto al mondo che circonda Mutina ma anche a tutto il pubblico che potrà liberamente visitare le mostre, MUT vuole trasmettere la passione e l’impegno di un’azienda e la consapevolezza che l’investimento in cultura, al di là di essere importante strumento di comunicazione, stimola dall’interno la visione di chi la sostiene.

THIS IS NOT A PRIZE: UN PREMIO FLESSIBILE
This is Not a Prize è un format innovativo mirato a supportare e promuovere l’opera di artisti emergenti. Il riconoscimento offerto da Mutina segna l’inizio di un rapporto tra l’azienda e l’artista selezionato, che può svilupparsi in base ai bisogni specifici della sua pratica artistica. Non semplicemente un premio ma l’impegno di

Mutina ad accompagnare e sostenere un progetto futuro, da una mostra a una pubblicazione, alla produzione di una nuova opera. This is Not a Prize riformula il concetto di premio creando opportunità flessibili per artisti e gallerie, e stabilendo un nuovo dialogo tra chi produce e chi crea cultura. Nel 2016 il “non-premio” è stato
assegnato durante Artissima all’artista Giorgio Andreotta Calò, con il conseguente sostegno da parte di Mutina al suo progetto per il Padiglione Italia alla 57esima Biennale di Venezia. L’artista vincitore di This is not a Prize 2017 verrà annunciato il 18 ottobre al Grand Palais di Parigi in occasione di FIAC.

DIALOGUE: UN PROGRAMMA SITE-SPECIFIC
Una piattaforma versatile di iniziative legate al contemporaneo rappresenta l’elemento di completamento del progetto Mutina for Art, nel desiderio di accompagnare le evoluzioni del marchio Mutina attraverso iniziative artistiche itineranti: i Dialogue. Queste collaborazioni prenderanno forma in progetti con artisti, musei o istituzioni ma anche in opere site-specific pensate per i futuri flagship-store Mutina, con l’obiettivo di produrre opere d’arte che fanno uso sperimentale del materiale ceramico.

ABOUT MUTINA
Azienda d’eccellenza, Mutina rappresenta un modo inedito di guardare alla ceramica non più come semplice rivestimento, ma come progetto d’interior design. Un progetto d’autore che unisce tecnologia e fatto a mano, sperimentazione per superare i limiti della materia e ricerca imprescindibile dell’alta qualità del prodotto.
Insieme ai designer Patricia Urquiola, Edward Barber e Jay Osgerby, Rodolfo Dordoni, Ronan e Erwan Bouroullec, Tokujin Yoshioka, Yael Mer e Shay Alkalay di Raw Edges, Inga Sempè, Konstantin Grcic, Mutina lavora condividendo le stesse passioni e un approccio al prodotto unico, basato su una continua ricerca.

ABOUT SARAH COSULICH
Sarah Cosulich (1974) si è formata a Washington D.C, Berlino e Londra e ha iniziato la sua carriera con Francesco Bonami alla 50ma Biennale di Venezia, lavorando con artisti come Fischli/Weiss, Gabriel Orozco, Matthew Barney e Rudolf Stingel. In seguito è stata curatrice al Centro d’Arte Contemporanea di Villa Manin, dove ha curato mostre e progetti speciali di più di trenta artisti tra cui - Carsten Hoeller, Pawel Althamer, Rirkrit Tiravanija, Damian Ortega, Tobias Rehberger, Monika Sosnowska, Tomas Saraceno. Per la galleria Cardi Black Box a Milano ha curato diverse mostre, tra cui un’importante personale dell’artista tedesco Thomas Bayrle.
Cosulich ha diretto Artissima a Torino dal 2012 al 2017 contribuendo a rendere la fiera uno degli eventi espositivi più sperimentali e propositivi del panorama internazionale contemporaneo, attraverso l’introduzione di nuovi modi di coinvolgere curatori e collezionisti nel programma, format innovativi e nuove sezioni- tra cui una dedicata alla performance. Nel 2014 ha invitato Maurizio Cattelan a curare l’apprezzata mostra SHIT AND DIE come parte
del programma culturale di Artissima e nel 2016 ha curato FLYING HOME il progetto site-specific di Thomas Bayrle all’Aereoporto di Torino. Tra i suoi scritti vi sono monografie dedicate a Jeff Koons (2006) e Gabriel Orozco (2008). Attualmente Sarah Cosulich collabora con alcuni istituti universitari italiani e stranieri,
ed è anche development advisor di Manifesta12, la biennale d’arte europea che nel 2018 si terrà a Palermo.