Thomas Berra
Tutti gli artisti sono rappresentati dal loro habitat, che Berra ha decisamente strappato dal suo originario contesto e trasportato pezzo per pezzo appropriandosi di una nuova tana in galleria.
Comunicato stampa
Entro in galleria e vedo tutto bianco. Scendo le scale e vedo ancora tutto bianco, e qualche fotografia di installazioni passate alle pareti. Vado avanti e poi superati gli ultimi gradini eccolo. Thomas Berra ribalta il percorso poetico e stilistico iniziato a Room Galleria nel 2012 dove ha presentato un unico lavoro che indicava, in una tela di 6 metri di lunghezza, una netta rappresentazione di sé e del suo lavoro attraverso un “ciao”. Un’opera come trasposizione del complesso narrativo elaborato fino a quel momento. E ora mille opere –grandi piccole medie miniature gigantesche carte cartoline giornali disegni di altri biglietti di viaggio di cinema di teatri di mezzi pubblici riviste pagine di libri lavori di altri lavori di amici ricordi imbrattati sogni allucinazioni avventure– a rappresentare un percorso più breve, di due anni. Coraggioso? Laborioso? Personalissimo? Vergognoso? THOMAS è tutto li, minuzioso ed elaborato. Il suo habitat in galleria, ingigantito e apparentemente disordinato. Ma con il rigore del lavorio assiduo, senza posa.
Tutti gli artisti sono rappresentati dal loro habitat, che Berra ha decisamente strappato dal suo originario contesto e trasportato pezzo per pezzo appropriandosi di una nuova tana in galleria.