Thomas Braida – La bava sul cuscino
A cavallo tra Milano Art Week e Salone del Mobile 2019, Le Dictateur presenta la mostra LA BAVA SUL CUSCINO. Sculture funzionali e fantastiche di Thomas Braida, a cura di Caroline Corbetta, che inaugura in occasione dell’Art Night di sabato 6 aprile.
Comunicato stampa
A cavallo tra Milano Art Week e Salone del Mobile 2019, Le Dictateur presenta la mostra LA BAVA SUL CUSCINO. Sculture funzionali e fantastiche di Thomas Braida, a cura di Caroline Corbetta, che inaugura in occasione dell’Art Night di sabato 6 aprile.
Il progetto nasce da un invito personale: la curatrice, che lavora con l’artista fin dai suoi esordi, poco più di un anno fa gli ha chiesto di realizzare per la sua casa un tavolino in ceramica (che è anche uno sgabello, volendo). Il risultato, chiamato poi “Melville/Goya”, è piaciuto cosi tanto ad entrambi che Caroline Corbetta ha chiesto a Thomas Braida di sviluppare una serie di sculture funzionali per una mostra proponendola immediatamente a Federico Pepe di Le Dictateur, spazio indipendente che da sempre si muove sui confini tra le varie discipline, dissolvendoli.
Brocche, portauovo, lampade, maniglie e altri oggetti d’uso quotidiano: da banali diventano fantastici nell’interpretazione di Braida che li definisce «oggetti al limite della loro funzione d’uso, del loro senso. Al limite della bellezza».
Cose che hanno un’anima, che raccontano una storia, che, quasi incidentalmente, possiedono anche una funzionalità, derivata dalla fantasia.
Partendo dalla forma per arrivare alla funzione - con un processo inverso a quello del design - Braida plasma oggetti che sono prima di tutte sculture ispirate alle nature morte che dipinge inesorabilmente da anni; magnifiche condensazioni di reminiscenze oniriche e di copie dal vero.
«Queste sculture funzionali, come le ha definite Caroline, sono oggetti rubati dai quadri, dalle nostre fasi R.E.M., surreali e reali, quelle che appunto ti lasciano la bava sul cuscino. Sono dei sogni di terracotta», racconta Braida che ha imparato a lavorare l’argilla da suo padre, artista.
La Bella e la Bestia, Utz di Bruce Chatwin, gli Tsukumogamie giapponesi, ma anche Bertolt Brecht e Borges, aleggiano insieme su questo progetto nato dall’impulso di un desiderio.
In un continuo, inebriante sovrapporsi di realtà e fantasia, funzionalità e insensatezza, l’ambiente di Le Dictateur verrà trasformato nel set di una natura morta. O nel frame di un sogno dove anche gli oggetti sembrano animati.