Thomas Muehlbauer e Thomas Rucker
Salisburghesi entrambi, ma entrambi appassionati viaggiatori, i due artisti venti anni fa a Roma avevano presentato i loro lavori firmati Thomas Dua: esplosioni di colori e di energia che oggi si sono trasformati in un nuovo dialogo,
più maturo e meditato, da cui nascono grandi quadri lavorati a quattro mani, e quadri dove ognuno di loro racconta personalmente il proprio mondo.
Comunicato stampa
Una mostra che è il racconto di un’amicizia, di una storia d’amore per l’Italia e per Roma,
e di una grande passione per la pittura. Si intitola “La contemplazione, i fiori di loto e le stelle” ed è firmata da Thomas Muehlbauer e Thomas Rucker.
Salisburghesi entrambi, ma entrambi appassionati viaggiatori, i due artisti venti anni fa a Roma avevano presentato i loro lavori firmati Thomas Dua: esplosioni di colori e di energia che oggi si sono trasformati in un nuovo dialogo,
più maturo e meditato, da cui nascono grandi quadri lavorati a quattro mani, e quadri dove ognuno di loro racconta personalmente il proprio mondo.
Il racconto nasce per entrambi dal mondo interiore, quello della spiritualità, delle emozioni, della meditazione, che si traduce in colori pieni di luce e di energia: gialli, verdi, rosa, viola, che esplodono sulla tela come illuminazioni. Le grandi tele a quattro mani nascono da un dialogo silenzioso in cui uno propone all’altro il proprio io più profondo: il colore di uno si sovrappone a quello dell’altro in un momento di “contemplazione” da cui nasce una nuova vitalità e una nuova vita.
Poi, per Thomas Muehlbauer, ci sono i “Fiori di loto”, grandi tele su cui il colore, pieno di luce, si espande e si dilata in un flusso incessante, una corrente di forma e di energia che invita lo spettatore a far parte di questo processo creativo. Residenza delle divinità tibetane e buddiste, i fiori di loto di Thomas Muehlbauer, raccontano la ricchezza spirituale e l’amore, sono dedicati a chi cerca l’illuminazione, e hanno i colori della gioia.
Le “Stelle” di Thomas Rucker, nascono invece dal fascino per l’astronomia, da mondi eterni fatti luce, dove vita e morte che si alternano passando per infinite sfumature di colore. Macchie, striature, guizzi di colore riempiono la spazio della tela, in un alternarsi di pause e di movimento: moti dell’animo, emozioni, che si susseguono, spiritualità che si espande in folgoranti lampi di di luce.
Per entrambi una pittura astratta erede della grande pittura europea, di Kandinsky e Klee, e di quella americana da Pollock a Basquiat.
Linda de Sanctis