Thomas Struth
In mostra tre diversi progetti che trattano aspetti salienti del mondo contemporaneo: immagini di luoghi di ricerca scientifica e tecnologica, viste panoramiche di Disneyland e fotografie scattate in Israele e Palestina.
Comunicato stampa
Siamo felici di annunciare una mostra di nuove opere del grande artista fotografo tedesco Thomas Struth. Presenteremo fotografie realizzate nell’ambito di tre diversi progetti che trattano aspetti salienti del mondo contemporaneo: immagini di luoghi di ricerca scientifica e tecnologica, viste panoramiche di Disneyland e fotografie scattate in Israele e Palestina.
Dal 2009 Struth fotografa luoghi d’innovazione industriale e progresso scientifico. In tal modo mostra la complessità degli sviluppi tecnici e ci permette di vedere realtà solitamente inaccessibili; al contempo permane un alone di incertezza sul significato e la funzione di ciò che vediamo. Ci mostra uno spaccato del mondo sconosciuto che sta dietro all'innovazione tecnologica da dove provengono oggetti che usiamo quotidianamente, senza in realtà capirne a pieno il funzionamento. In questo senso le sue immagini mostrano il subconscio collettivo della società nell'era digitale. Allo stesso tempo rappresentano uno studio dell’intensità con cui continuiamo a credere nei vantaggi del progresso scientifico. Il grado crescente di seduzione degli strumenti che costruiamo, ci distrae tuttavia dalla necessità di progressi a livello sociale e politico.
Il secondo gruppo di lavori è stato scattato a Disneyland in California e ci da una visione dall’interno dell’industria di produzione di immagini dell’occidente. In modo simile alle opere precedenti di Struth, queste fotografie ritraggono spesso panorami deserti, che appaiono stranianti per un parco di divertimenti che attrae quindici milioni di visitatori l’anno. Mostrati come ambienti vuoti, questi luoghi svelano la loro natura artificiale di mondi illusori di cartapesta e allo stesso tempo vediamo il grande sforzo e la precisione con cui vengono costruiti, in una riflessione continua su finzione e realtà.
Tra il 2009 e il 2014 Thomas Struth si è recato sei volte in Israele e in Palestina.
“La mia esplorazione verteva sull’osservazione dei drammi umani e su quello che sembrava mi toccasse maggiormente, ma si concentrava anche sulla lettura dei significati e sulle possibilità pittoriche del luogo.” Nel tentativo di rifuggire il monumentale in favore del personale e dell’esperienza diretta, Struth raccoglie la sfida di “condensare un racconto epico in un’immagine”, dando vita ad una composizione che ha qualcosa di rivelatorio. In mostra presentiamo immagini della Chiesa del Santo Sepolcro a Gerusalemme e di luoghi di ricerca scientifica in Israele.
Thomas Struth è uno dei più importanti artisti della fotografia contemporanea. Nato a Geldern vicino a Colonia nel 1954, dal 1973 al 1980 ha studiato all’accademia di Düsseldorf, come allievo prima di Gerhard Richter e poi di Bernd Becher. Alla fine degli anni 70 ha cominciato ad esplorare le possibilità della fotografia come ricerca psicologica. Dal 1978 ha scattato foto di paesaggi urbani, dal 1980 ha fotografato i visitatori dei musei mentre ammiravano i dipinti, esplorando le relazioni fra la pittura e la fotografia, l’arte e l’osservatore. Più tardi ha cominciato a lavorare su un raggio più ampio di soggetti, ma sempre in nuclei tematici.
Dopo la sua prima mostra alla Kunsthalle di Bern nel 1987 il suo lavoro è stato esposto in musei di tutto il mondo. Nel 2003 il Metropolitan Museum di New York gli ha dedicato una grande retrospettiva, nel 2007 ha esposto al Prado a Madrid e nel 2008 al Madre di Napoli. Fra le numerose importanti mostre personali ricordiamo la retrospettiva itinerante in diversi musei europei dal 2010 al 2012: “Thomas Struth, Photographs 1978-2010” al Kunsthaus Zürich, K20 a Düsseldorf, Whitechapel Art Gallery a Londra e Museu Serralves a Porto. I suoi lavori sono nelle collezioni del MoMa e del Metropolitan Museum di New York, della Tate Gallery di Londra, Museum of Modern Art di Tokyo, Kunsthaus Zürich e numerosi altri.