Time in Jazz 2013
Ventiseiesima edizione. Un’edizione che, completato (l’anno scorso) il ciclo quadriennale dedicato elementi naturali (aria, acqua, terra e fuoco), sceglie come titolo e tema caratterizzante Il Quinto Elemento.
Comunicato stampa
Un'ampia parte del P.A.V. sarà dedicata alla figura di Maria Lai, l'artista sarda scomparsa lo scorso aprile: così Arte tra le note, porterà sul palco scenografie che riproducono alcune delle sue opere, mentre gli spazi del Centro Laber ospiteranno “Maria Lai. Sogni di filo e d’infinito”, mostra retrospettiva (a cura di Giannella Demuro), che racconterà, attraverso opere d'arte originali e materiale documentario, alcune significative fasi creative dell'artista, con le sue imponenti “Geografie” cucite, grandi mappe misteriose che raccontano di terre e di mari, di universi lontani le cui coordinate si perdono nel groviglio di fili cuciti su morbidi velluti, con i “Libri di stoffa” dove i fili diventano scritture, parole, fiabe, storie che hanno il fascino di magie e tempi lontani, disegni e altre piccole opere e scritti autografi, e “Nelle sue parole il respiro dell’arte”, a cura di Francesco Casu, una rassegna di video documentari e interviste dell’artista, realizzati dallo stesso Francesco Casu, Tonino Casula, Emanuela Cau, Marilisa Piga e Nico di Tarsia.
Il Centro Laber sarà il principale punto di riferimento anche per gli altri eventi del P.A.V.: “Offrimi il cuore”, il progetto multimediale di Nero Project/Antonello Fresu, in cui convivono arte visiva, musica, video e performance. Nelle installazioni video le performance di musicisti, danzatori, artisti visivi e performer, che improvvisano usando come base ritmica il battito del proprio cuore, ascoltato in diretta grazie all’ausilio di un ecocardiografo ad ultrasuoni.
“Discorso sull’impossibile - quasi una conferenza con molte immagini” è il titolo della rassegna internazionale di video, a cura di Valerio Dehò, con opere di Bas Jan Ader, Cyprien Gaillard, Dimitri Gutov, Zang Huan, Wainer Vaccari, Wheredogsrun, legata al tema del quinto elemento, esplorato nelle sue varie accezioni dai diversi artisti; è invece a cura di Marco Senaldi “Un dì, felice, eterea”, mostra personale di Paolo Meoni, artista che usa video, fotografia e altre tecniche di acquisizione e manipolazione dell’immagine per una ricerca incentrata sulle mutazioni del paesaggio, dei volti e della memoria.
Dopo essere stato presentato alla scorsa Biennale di Venezia, viene proposto quest’anno al Centro Laber il video dell’artista russo Oleg Kulik “Vespri della Beata Vergine. After Monteverdi” che ricrea la produzione teatrale messa in scena al Théâtre du Châtelet di Parigi nel 2009 di cui Kulik ha curato la scenografia.
Sarà anche proiettato (in loop) “The order - d’après Cremaster 3” di Matthew Barney, artista originale e discusso, che in questo film documenta la terza parte della performance in cinque atti “Cremaster Cycle” che lo vede alle prese con l'arrampicata dei cinque piani del Museo Guggenheim di New York: il quinto elemento è infatti anche il vuoto, che qui viene ampiamente sfidato dal performer.
Il P.A.V. racconta anche ventisei anni di festival attraverso un percorso espositivo ad esso dedicato: Time in Jazz, i suoi protagonisti, i luoghi, il pubblico, lo staff, sono i protagonisti di “Il suono dell’ombra” mostra fotografica di Pino Ninfa, che ricrea nei suoi scatti le atmosfere più significative del festival, evocate anche nei testi di Ivo Serafino Fenu. Altre immagini e ricordi in “Affiches”, esposizione dei manifesti realizzati in ventisei edizioni di Time in Jazz, e in “Stage/backstage” un'installazione fotografica collettiva che ripercorre il festival e i suoi artisti attraverso lo sguardo di “professionisti” e “non professionisti” dello scatto.
“Un 'tocco' per due” è invece la mostra documentaria multimediale realizzata in collaborazione con l’Università degli Studi Milano Bicocca che illustra la laurea honoris causa conferita da quell'ateneo a Paolo Fresu, lo scorso 27 marzo, "per i risultati raggiunti nella sua pluriennale carriera di musicista, per l’attività di diffusione della cultura legata alla musica jazz e per la promozione culturale di Berchidda e del nord della Sardegna tramite l’attività dell’Associazione culturale Time in Jazz", come recita la motivazione.
E proprio all'Università di Milano-Bicocca, che persegue obiettivi affini a Time in Jazz, come quelli di concorrere allo sviluppo della società con la promozione culturale e civile della persona e l’elaborazione di una cultura fondata sui valori universali dei diritti umani, della pace, della solidarietà internazionale e della salvaguardia dell’ambiente, è dedicata un'altra mostra fotografica allestita al Centro Laber: “UniBicocca – ricerca, innovazione, cultura”.
Spazio anche a “L’Italia del Jazz”, la mostra fotografica itinerante, con testi critici di Filippo Bianchi, che Time in Jazz ha prodotto in collaborazione con i-jazz, l’associazione nazionale costituita nel 2008, che riunisce i più seguiti e conosciuti festival jazz italiani.
Come ogni anno, non mancherà poi “Lavori in corso”, una serie di interventi, performance e installazioni realizzati da alcuni degli artisti presenti in mostra.
Visitabile in permanenza, infine, il progetto stabile Semida, il Museo di arte ambientale nato nello splendido scenario del Demanio Forestale del Monte Limbara in collaborazione con il Comune di Berchidda e l'Ente Foreste della Sardegna, in cui sono esposte opere di Clara Bonfiglio, Giovanni Campus, Bruno Petretto, Pinuccio Sciola e Monica Solinas.