Timothy Greenfield-Sanders – Fame: Artists and Models
Essere ritratti da Timothy Greenfield-Sanders significa entrare a far parte di un universo specifico. Un universo di un artista che usa la fotografia in quanto arte. Un universo abitato da persone più che da personaggi.
Comunicato stampa
In occasione di PhotoFestival 2013, BY gallery è lieta di presentare “Fame: Artists and Models“, personale di Timothy Greenfield-Sanders a cura di Linda Kaiser.
Essere ritratti da Timothy Greenfield-Sanders significa entrare a far parte di un universo specifico. Un universo di un artista che usa la fotografia in quanto arte. Un universo abitato da persone più che da personaggi.
Greenfield-Sanders, nato in Florida nel 1952, laureato in storia dell’arte alla Columbia University e in cinema all’American Film Institute di Los Angeles, vanta una preparazione approfondita nelle arti visive e una non comune consapevolezza del proprio lavoro.
La sua fama è certamente anche legata a quella di importanti protagonisti ed esponenti della politica, dell’arte, della moda, del cinema e della musica, che ha magistralmente immortalato. Da Hillary Clinton a Barack Obama, da Roy Lichtenstein a Keith Haring, da Yves Saint Laurent a Naomi Campbell, da Alfred Hitchock a Woody Allen, da David Bowie a B. B. King, la sua opera di registrazione enciclopedica delle tipologie umane non conosce quasi confini.
Si definisce “fotografo seriale” e gli piace ritrarre le persone che rientrano in categorie che gli interessano: non soltanto artisti, galleristi, critici d’arte e top model, ma anche emarginati come i neri, i latinos e i gay, così come musicisti, architetti e soldati feriti. Si interessa alla conquista di obiettivi, alla celebrità, alla fama e alla lotta e, negli ultimi anni, ha combinato fotografia e documentazione filmica in un vero archivio della contemporaneità.
Una fotografia di Greenfield-Sanders ha uno stile riconoscibile: lo sfondo è semplice, la ripresa utilizza il grande formato, l’illuminazione proviene da un’unica fonte, gli occhi sono dritti verso la macchina fotografica, non ci sono artifici. Soprattutto, sono sempre ritratti che ci parlano del soggetto, più che del fotografo. Ed è cosa rara.
Il suo primo modello di riferimento è stato Andy Warhol, mentre all’American Film Institute ha incontrato, tra molti altri, Hitchcock, Bergman, Truffaut, Wilder e Bette Davis, che gli hanno dato consigli importanti di illuminazione, composizione e ritrattistica. Questi maestri sono icone, come spesso lo sono i soggetti scelti da Greenfield-Sanders, anche quando non hanno una fama conclamata.
Tra le oltre 3.000 persone fotografate da Timothy a partire dalla metà degli anni ‘70, in mostra presso la BY gallery sono visibili alcuni ritratti selezionati di artisti e modelle famosi. Isabella Rossellini (2011) e Carmen Dell’Orefice (2011) si affiancano alSupermodels Group (2009), in una competizione di eleganza e bellezza, possibili a tutte le età.
Fernanda Pivano (2004), scrittrice e critica musicale genovese, scomparsa proprio a Milano nel 2009, dialoga idealmente con Antony (2003) del gruppo newyorkese “Antony and The Johnsons” e con il soprano statunitense Jessye Norman (1994).
Infine, Red Dancers (1997) e Rei Kawakubo-Merce Cunningham (1997) documentano la collaborazione tra la stilista giapponese, fondatrice della casa di moda Comme des Garçon, e il padre della Modern Dance americana, che insieme esplorarono le intersezioni tra performance e alta moda. Proprio sul rapporto tra gli arditi costumi della fashion designer d’avanguardia e le coreografie sperimentali della danza “Scenario” è fondata la mostra attualmente in corso al Walker Art Center di Minneapolis (fino al 24 marzo 2013). “The feeling was to design the body”, affermò allora Kawakubo, “Il corpo incontra l’abito, l’abito incontra il corpo”.
Così Greenfield-Sanders incontra il soggetto che ritrae. Lui lo preferisce vestito di scuro, perché da buon minimalista vuole concentrare l’attenzione sul volto… About Face.Questo senso dell’estetica coincide con l’essenza di un mondo emblematico, che si può designare con gli stessi aggettivi scelti dall’artista per definire se stesso: diretto, onesto, rivelatore.