Tiziana Contu – Ché di fili in testa ho una vera officina!
Il titolo della mostra, ispirato alla commedia “Pene d’amor perdute” di William Shakespeare, già ne delinea i tratti, le trame, le suggestioni. Sanando la secolare frattura fra arte e artigianato, immaginiamo l’artista intenta nell’officina delle parole e della materia a dipanare matasse di pensieri e grovigli di fili.
Comunicato stampa
Il titolo della mostra, ispirato alla commedia “Pene d’amor perdute” di William Shakespeare, già ne delinea i tratti, le trame, le suggestioni. Sanando la secolare frattura fra arte e artigianato, immaginiamo l’artista intenta nell'officina delle parole e della materia a dipanare matasse di pensieri e grovigli di fili. Di lana, di cotone, di ferro o di rame. Dando origine ad opere che, estranee da ambivalenze metafisiche e intellettualistiche, non vogliono essere nient’altro che ciò che realmente sono: luoghi di una memoria rivisitata e trasfigurata con i mezzi esclusivi della propria sensibilità e della propria ironia. Luoghi della mente ma, soprattutto, luoghi dell’anima.