Tiziano & Tiziano – Due capolavori a confronto
Tiziano&Tiziano: due capolavori a confronto, la sua prima opera e una delle ultimissime, il giovane Tiziano a confronto con la sua maturità.
Comunicato stampa
Tiziano&Tiziano: due capolavori a confronto, la sua prima opera e una delle ultimissime, il giovane Tiziano a confronto con la sua maturità. Con questo “dualismo” di epoche, età e stili, la storia dell’arte diventa protagonista nelle Marche: ad Ancona le due preziose opere, la Pala Gozzi e la Crocifissione, saranno esposte per la prima volta insieme, nella rigenerata Pinacoteca, a partire dal 30 giugno fino al 30 novembre.
Un fiore all’occhiello per la città dorica e un’occasione per rafforzare un legame sempre più congiunto tra arte e turismo, grazie al supporto del progetto di co-marketing di MSC Crociere che ha deciso di sostenere, attraverso i suoi canali di comunicazione la mostra, di promuoverla a bordo della MSC Sinfonia con una comunicazione specifica, e comporre un tassello del rilancio dell’immagine delle Marche, a partire dal sostegno all’arte e alla bellezza.
Fin dal 2005, infatti, il Porto di Ancona accoglie oltre 50.000 crocieristi l’anno, di cui la gran parte, circa 40.000, sono passeggeri delle navi MSC Crociere. Numeri che rendono al capoluogo dorico un ruolo molto dinamico, soprattutto per i passeggeri del centro Italia: sia per coloro che desiderano imbarcarsi da Ancona, con la caratteristica sempre più importante di home port, sia come opportunità turistica di accesso ad un territorio ricco di storia, arte e cultura non ancora toccato dal turismo di massa.
Il porto di Ancona è collocato all’interno della parte storica della città, tanto che vi insiste un patrimonio monumentale di assoluto rilievo. A pochi passi dalla banchina crocieristica è inoltre situata la Pinacoteca Civica comunale, dove sono ospitati grandi capolavori della pittura italiana.
Questo legame fisico tra il porto e le occasioni di storia e di arte ha indotto di recente MSC crociere a modificare l’escursione su Ancona costruendone una “personalità” più forte rispetto al tradizionale Walking Tour.
I numerosi crocieristi visiteranno il piano della Pinacoteca civica (collocata a 5 minuti dalla banchina di attracco) dove è collocata la prima opera firmata da Tiziano (“Pala Gozzi”) e quest’anno anche la mostra “Tiziano e Tiziano: due capolavori a confronto”. La “Crocifissione”, normalmente collocata nella Chiesa di San Domenico, viene spostata infatti, in Pinacoteca per consentire la ristrutturazione dell’edificio, seriamente lesionato dal terremoto.
«L'arte rappresenta un tassello fondamentale di un'offerta turistica di qualità - commenta Leonardo Massa, Country Manager Italia di MSC Crociere - la nostra compagnia è perciò fortemente impegnata a costruire o valorizzare, laddove già esistono, quei giacimenti artistici e culturali di cui l'Italia è ricchissima. Le Marche rappresentano al riguardo un esempio del nostro modus operandi: un territorio con un patrimonio di estrema bellezza che abbiamo deciso di promuovere verso tutta la nostra clientela nazionale e soprattutto internazionale, consapevoli così di aiutare Ancona e tutta l'area circostante ad aprirsi a nuovi mercati. I croceristi si fanno ambasciatori del bello che scoprono e spesso tendono a tornare nei luoghi che visitano. Arte e turismo costituiscono poi il binomio indissolubile di un'esperienza che porteremo anche a bordo delle nostre navi di nuova generazione dove stiamo costruendo autentiche Gallerie capaci di ospitare i capolavori dell'arte mondiale».
«Inauguriamo una mostra - ha affermato il sindaco di Ancona, Valeria Mancinelli -, con opere della nostra città, un grande operatore turistico come MSC Crociere ci aiuta a veicolare un'immagine qualificata di Ancona a livello internazionale, il legame con il mondo del porto si rafforza, le istituzioni sono compatte. È un bel momento questo, sebbene nato in un contesto non felice, l'esigenza di spostare la Crocifissione del Tiziano dalla Chiesa di San Domenico, lesionata per il terremoto».
«Ringrazio Msc per la collaborazione - spiega il Presidente della Regione Marche, Luca Ceriscioli - MSC dimostra ancora una volta dimostra il suo legame con le Marche e il territorio. Un'iniziativa importante che va ad arricchire le tante iniziative che ci sono su tutto il territorio regionale che contribuisce al rilancio del territorio e del turismo».
«Al porto del lavoro, si affianca sempre più il porto dell'accoglienza, in una sorta di nuova e voluta integrazione porto/città – ha dichiarato il Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Centrale, Rodolfo Giampieri - Oggi Msc Crociere interpreta perfettamente questa osmosi crescente, mettendo, assieme alle altre istituzioni del territorio, a disposizione dei suoi crocieristi un progetto culturale di prim'ordine».
La Pinacoteca Comunale “Francesco Podesti” di Ancona, incastonata nel centro storico cittadino a ridosso del porto antico, ha uno dei suoi principali capolavori nella Pala Gozzi di Tiziano, prima opera firmata con data dall’artista e culmine del suo Rinascimento. Da giugno a novembre 2017 farà da compagnia alla maestosa Pala un altro capolavoro del Tiziano, la Crocefissione della Chiesa di San Domenico, dipinto che appartiene a un periodo successivo, moderno e drammatico, dell’artista. Due opere che tracciano l’intera vicenda artistica del Tiziano e dialogano nella sala della pittura veneta del museo con Lorenzo Lotto, Girolamo Dente, Sebastiano del Piombo, in un allestimento creato per l’occasione, con un attento apparato didattico e un video a supporto dell’esposizione, nonché un catalogo appositamente realizzato.
La “messa in mostra” dei due dipinti anconetani del Tiziano è frutto di una combinazione (i lavori in San Domenico) che si abbina a una nuova strategia turistica della città, sempre più convinta nel puntare sul proprio patrimonio artistico e su un dinamismo culturale che bene si sposa con le attenzioni della MSC Crociere e le aspettative della Regione Marche. Ancona è il capoluogo che ospita, all’interno della Mole Vanvitelliana, un deposito di opere salvate dal sisma e un laboratorio di restauro ad esse dedicato e che si impegna con questa mostra, grazie alla partnership di Regione, Autorità Portuale e MSC, a svolgere con spirito di servizio e consapevolezza il ruolo di porta d’ingresso ad una delle regioni più straordinarie d’Italia.
organizzazione e ideazione: Comune di Ancona Assessorato alla Cultura
curatela: prof. Stefano Zuffi
allestimento: arch. Patrizia Piattelletti
comunicazione e apparati: Gio.Com Ancona
video: TVN Media Group Arte e Cultura
illuminotecnica: Nova Idea Luce Ancona
Le due opere – testo di Stefano Zuffi
Ancona ci offre l’opportunità di mettere a confronto, una di fronte all’altra, due splendide pale d’altare di Tiziano. E’ un’occasione di grande significato, per le dimensioni eroiche e il fascino dei dipinti, entrambi concepiti per gli altari maggiori di due grandi chiese, ma anche per la distanza temporale che li divide. Possiamo così misurare l’evoluzione umana e stilistica di uno dei massimi protagonisti dell’arte del Rinascimento, in due momenti particolari nella vicenda storica del Cinquecento italiano.
La drammatica e imponente pala della Crocifissione arriva nella Pinacoteca Civica in seguito alla necessità di compiere verifiche sulla statica della chiesa di San Domenico: un passaggio tecnico, che avrebbe potuto risolversi in una semplice, sia pur prestigiosa, “ospitalità”. Invece, la presenza della meravigliosa Pala Gozzi e di un qualificato gruppo di dipinti veneti del Cinquecento sollecita una “accoglienza” più articolata e dinamica, con un percorso di visita in cui arte e storia si intrecciano, attraverso con un allestimento curato negli aspetti espositivi, nella grafica, negli strumenti della comunicazione.
La lunga vita di Tiziano attraversa e domina molti decenni del XVI secolo. Il pittore veneto è un protagonista indiscusso della scena internazionale, consapevole e geloso del proprio successo; pronto a interpretare con appassionata sensibilità e inimitabile senso del colore i cambiamenti del gusto e gli orientamenti generali della cultura. Le due pale anconetane, a distanza di quarant’anni una dall’altra, sono una testimonianza formidabile dell’energia creativa di un grande maestro, ma anche la misura di radicali cambiamenti nell’Europa del Rinascimento e della Controriforma.
“Egli cammina di pari passo con la natura: onde ogni sua figura è viva, si muove, e le carni tremano”. Così scrive Ludovico Dolce, il primo vero biografo di Tiziano, nel 1557. Alcuni decenni dopo Il pittore e trattatista lombardo aggiunge Giovan Paolo Lomazzo: “Tiziano ha colorito con vaghissima maniera i monti, i piani, gli arbori, i boschi, le ombre, le luci, e le inondazioni del mare e dei fiumi, i terremoti, i sassi, gli animali, e tutto il resto che appartiene ai paesi. E nelle carni ha avuto tanta venustà e grazia con quelle sue mischie e tinte, che paiono vere e vive”.
Queste citazioni cinquecentesche ci accompagnano davanti alla pala dipinta nel 1520 per la chiesa di San Francesco in Alto, commissionata da Luigi Gozzi, mercante di Dubrovnik. La tavola vanta un primato: è la prima opera di Tiziano a noi nota che porti la firma e la data. Per l’artista trentenne è il momento di una indiscutibile affermazione: non solo a Venezia, dove due anni prima aveva esposto l’enorme e sfolgorante Assunta sull’altar maggiore dei Frari, e dove dal 1516 occupava il ben remunerato ruolo di pittore ufficiale della Serenissima, ma anche in altre città. Con un raggio via via più largo, dopo aver lavorato a Padova, Tiziano entra in rapporto con le signorie di Ferrara e poi di Mantova, e con le città di Brescia e di Ancona. Anche le dimensioni e la complessità delle opere crescono progressivamente: la pala Gozzi si colloca nello snodo decisivo della vita e della carriera di Tiziano, che entra nella pienezza della maturità.
Il 1520 è anche l’anno della precoce morte di Raffaello: dipingere una pala nelle Marche significa, per Tiziano, confrontarsi anche geograficamente con l’eredità del grande urbinate. Nella grande libertà compositiva, affidata a un concatenato gioco di sguardi e di gesti tra il piano terreno e le figure in cielo, la Pala Gozzi riprende lo schema della Madonna di Foligno di Raffaello, dipinta verso il 1512 e diventata subito notissima. Raffaello rinuncia completamente alla struttura architettonica: tuttavia, nella distribuzione e nella compostezza delle figure la sua pala conserva un’impostazione simmetrica, classica, solare. Tiziano, invece, accende la gestualità di tutti i personaggi, e soprattutto sceglie la luce radente del tramonto. Ne nasce un’azione vibrante, un’emozione che si propaga, e coinvolge direttamente il visitatore.
Notevole è poi il significato politico della pala: sullo sfondo, ben riconoscibile, compare il Bacino di San Marco, con i massimi monumenti della Serenissima; san Francesco, a sinistra, è il titolare della chiesa di Ancona in cui l’opera viene collocata; san Biagio, che accompagna il donatore, è il patrono di Ragusa. La pala dunque accomuna i tre più importanti porti dell’Adriatico, Venezia, Ancona e Dubrovnik. Tiziano sembra suggerire un’alleanza territoriale, una relazione tra le città, sullo sfondo sia delle turbolenze politiche e militari sul suolo italiano, sia dell’espansionismo ottomano sempre più minaccioso.
Negli anni successivi, questa ipotesi di alleanza non si realizzerà. Ancona subirà la controversa annessione allo Stato pontificio e gli anni drammatici del dispotico governo del cardinale Accolti. Fatti storici che si possono leggere, quasi in filigrana, nelle pale di Lorenzo Lotto e di Gerolamo Dente, dipinte alla fine degli anni Trenta ed esposte accanto ai due dipinti di Tiziano.
Sotto il pontificato di Paolo III Farnese la chiesa cattolica affronta il percorso di rinnovamento del Concilio di Trento, risposta alla lacerazione della Riforma luterana e ai suoi effetti. Tiziano è in ottimi rapporti con il papa –di cui sarà ospite a Roma nel soggiorno tra il 1545 e il 1546- e con l’imperatore Carlo V, che anzi lo coinvolge nelle fasi conclusive della guerra con i principi tedeschi. Per due volte, nel 1548 e nel 1551, Tiziano si reca in Germania, nella città di Augsburg, per assistere alle trattative di pace con cui si conclude una lunga fase delle guerre di religione nel cuore dell’Europa. Il grande pittore è al fianco dell’imperatore, e pur nella vittoria sul campo ne condivide la stanchezza, la solitudine, la disillusione.
Carlo V abdicherà nel 1556, portando con sé, nell’isolata residenza di Yuste, alcune significative opere di Tiziano. Durante gli anni Cinquanta Tiziano dipinge ritratti, dipinti sacri e capolavori mitologici, in cui sempre più spesso affiora il tema della sofferenza dell’innocente, sostenuta da uno stile drammatico, in cui gli smaglianti colori della giovinezza si addensano in grumi sempre più scuri, in pennellate sfaldate, o addirittura, come dicevano i contemporanei, in “sfregazzi delle dita”.
Mentre Tiziano sta elaborando la grandiosa scena del Martirio di San Lorenzo per la chiesa veneziana dei Crociferi (oggi nei Gesuiti), riceve la seconda committenza da Ancona: la Crocifissione con San Domenico, dipinta nel 1558-59. Sono passati quasi quarant’anni dalla Pala Gozzi. Il brillante trentenne è ora un riflessivo settantenne, che ha da poco vissuto l’amarezza della scomparsa del suo migliore amico, lo scrittore Pietro Aretino.
Lo sfondo storico della Crocifissione è quello della Controriforma, il richiamo a una fede più intensa in un periodo di dubbi e di drammi. Il contesto personale ci parla di un artista sempre straordinariamente vigoroso, ma che sente gli anni trascorrere. Nella Pala Gozzi Tiziano si era baldanzosamente confrontato con Raffaello: ora dialoga con Michelangelo, per l’asciuttezza della composizione e anche per il trattamento dei dettagli, volutamente incerti, simili all’effetto del “non finito” delle sculture michelangiolesche. Eloquente in tal senso è la formidabile figura di san Domenico, che abbraccia la base della croce, dipinta con lunghe pennellate sfibrate, che anticipano gli effetti di Tintoretto e di El Greco.
Certo non a caso, Giorgio Vasari descrive con molta acutezza e ammirazione questa ultima “maniera” di Tiziano, nella sua drammatica intensità. Nella seconda edizione delle “Vite” (1568) il biografo aretino inserisce la biografia di Tiziano: le sue parole sono la migliore sintesi del paragone tra i due capolavori, ora riuniti nella Pinacoteca di Ancona:
“Ma è ben vero che il modo di fare che tenne in queste ultime [opere], è assai differente dal fare suo da giovane: con ciò sia che le prime son condotte con una certa finezza e diligenza incredibile, e da essere vedute da presso e da lontano; e queste ultime, condotte di colpi, tirate via di grosso e con macchie, di maniera che da presso non si possono vedere, e da lontano appariscono perfette (…). E questo modo sì fatto è giudizioso, bello e stupendo, perché fa parere vive le pitture, e fatte con gran arte, nascondendo le fatiche.”