To continue. Notes towards a Sculpture Cycle #4 – Coda
Tre performance in tre diversi luoghi della città, sono state pensate come coda del public programme di To continue, Notes towards a Sculpture Cycle, un’indagine sulla scultura che parte da un nucleo di opere della collezione di Nomas Foundation e affronta il racconto del medium in tre capitoli, ciascuno dedicato a uno specifico aspetto.
Comunicato stampa
To continue, Notes towards a Sculpture Cycle | Coda
Roma, 27 – 28 Settembre 2014
Tre performance in tre diversi luoghi della città, sono state pensate come coda del public programme di To continue, Notes towards a Sculpture Cycle, un’indagine sulla scultura che parte da un nucleo di opere della collezione di Nomas Foundation e affronta il racconto del medium in tre capitoli, ciascuno dedicato a uno specifico aspetto.
Attraverso itinerari, conferenze con studiosi, realizzate in collaborazione con la Galleria Nazionale d’Arte Moderna, visite a studi di artista e collezioni, To continue. Notes towards a Sculpture Cycle mette a confronto il presente con il passato, e la fondazione con il tessuto narrativo della città. Dopo tre capitoli, rispettivamente intitolati Materia, Sguardi e Scala, presentati tutti tra febbraio e luglio 2014, il progetto continua con una serie di performance che termineranno con i tre interventi di Bettina Buck, Karaoke Police e Italo Zuffi.
Karaoke Police
Great Minds in the Headless Park
Fontana della Navicella
Via della Navicella 14, Roma
27 Settembre 2014 – ore 15.00 / 17.00 / 19.00
Durata: 40 min.
Karaoke Police è un collettivo composto da David Bernstein, Sophia Holst, Monika Lipšic, Marija Olšauskaitė, Styrmir Örn Guðmundsson, Jurgis Paškevičius e Andrea Polichetti.
La città e alcuni dei suoi luoghi chiave diventano la cornice per una performance itinerante, pensata come diretta reazione al contesto e alle moltissime statue acefale sistemate lungo i suoi viali e nei suoi parchi.
Durante il percorso, si andrà alla ricerca dei contrasti presenti nel luogo, attivando un vero e proprio gioco degli opposti. Opposte sono le combinazioni classiche grande/piccolo, buio/luce, ma “opposto” è anche sinonimo di “differenza”. Gli artisti giocheranno utilizzando strumenti diversi: la narrazione, l’attivazione di oggetti, esempi di realtà aumentata, musica, e movimenti del corpo. Karaoke Police interpreta la performance come fosse un dispositivo espositivo, e un ponte tra un oggetto e il modo in cui si può farne esperienza.
La prima versione di questa performance è stata realizzata nel Novembre del 2013 al Contemporary Art Center, Vilnius. Prodotto in collaborazione con “Joy and Mirror” residency e grazie al contributo dell’Ambasciata della Repubblica di Lituania.
Italo Zuffi
Ritratto al buio di Gheddafi
Circolo Sportivo Montecitorio
Via dei Campi Sportivi 5, Roma
28 Settembre – ore10.00- 12.00
La performance sarà ripetuta ogni 20 minuti
Italo Zuffi mostra particolare attenzione all’idea di piccole comunità temporanee o gruppi. In questa occasione l’artista si impegna in una nuova analisi, quella di un contesto capace di riunire persone con interessi simili, visitando un circolo sportivo. Zuffi sceglie così di mettere in scena l’incontro tra un attore e il pubblico, in un luogo già fortemente connotato. L’edificio funzionerà come una struttura in cui, solo temporaneamente, l'attore potrà costruire nello spazio assegnato coreografie di movimenti e narrazione, costringendo gli ascoltatori a partecipare e a seguire, sia emotivamente che fisicamente, l’esatto racconto di un sogno.
Esplorando la relazione tra la performance e lo spazio, questo lavoro si ispira anche alla vita del circolo sportivo, ai suoi ritmi e attività, alle sue regole e ai meccanismi, sociali e culturali, che ne assicurano lo statuto e insieme ne determinano il suo uso. Il circolo sportivo diventa in questo modo un posto ideale per ospitare una riflessione sul corpo, e sul corpo come scultura.
Bettina Buck
Another Interlude
Galleria nazionale d’arte moderna
Viale delle Belle Arti 121, Roma
28 Settembre – ore 13.00 – 18.00
Another Interlude è la continuazione della performance e del film Interlude (2010) nel quale l’artista trascina con sé un grande blocco di spugna attraverso la campagna del Kent, senza che di questa fatica ci sia alcun inizio o fine, mostrando l’incontro incongruo tra un corpo, un volume solido e un paesaggio romantico. In questo nuovo lavoro, Bettina Buck mette in atto un confronto altrettanto surreale tra le sale del museo (e la sua collezione di opere del XIX e XX secolo), se stessa e un altro grande blocco di spugna. Della collezione della GNAM, Buck indaga quei materiali e quelle forme che rappresentano la storia dell’arte degli ultimi duecento anni e che ne segnano le innumerevoli evoluzioni e mutamenti: la figura e il suo movimento verso l’astrazione, la presenza del piedistallo e la sua scomparsa, fino alla relazione tra l’opera e lo spazio nel quale viene collocata. Per l’artista questo progetto rappresenta un cambiamento di contesto dall’esterno all’interno, dal paesaggio all’architettura, da un ambiente sonoro primordiale ad uno artificiale.