Tommaso Ottieri – Black Box
Dopo la mostra al Museo del Tesoro di San Gennaro, siamo lieti di annunciare il nuovo progetto di Tommaso Ottieri “Black Box”.
Comunicato stampa
Dopo la mostra al Museo del Tesoro di San Gennaro, siamo lieti di annunciare il nuovo progetto di Tommaso Ottieri “Black Box”.
L’artista è noto per restituire con la sua pittura immagini di luoghi realmente esistenti ma trasfigurate nelle prospettive attraverso l’uso sapiente della sua tecnica che infonde luce e ombra, trasformandole così in nuove visioni, in non-luoghi immaginari.
In questa mostra, invece, Ottieri sperimenta una sua personale indagine sull’uomo: ritratti di volti e di corpi, definiti dal suo linguaggio pittorico, dove squarci di luce improvvisi rivelano frammenti corporei nella loro essenzialità, rimandando al mistero del non visto.
Influenzato dalla lettura di Baruch de Spinosa e dalle sue riflessioni sull’uomo, Ottieri ci conduce verso un’osservazione volta a cogliere la complessità della natura umana, lasciandone intravedere una descrizione più intima e profonda.
Di seguito il testo di Tommaso Ottieri:
“Con il giudizio degli angeli e la sentenza dei santi, noi dichiariamo Baruch de Spinoza scomunicato, esecrato, maledetto ed espulso, con l'assenso di tutta la sacra comunità.
Sia maledetto di giorno e maledetto di notte; sia maledetto quando si corica e maledetto quando si alza; maledetto nell'uscire e maledetto nell'entrare.
Possa il Signore mai più perdonarlo; possano l'ira e la collera del Signore ardere, d'ora innanzi, quest'uomo, far pesare su di lui tutte le maledizioni scritte nel Libro della Legge, e cancellare il suo nome dal cielo; possa il Signore separarlo, per la sua malvagità, da tutte le tribù d'Israele, opprimerlo con tutte le maledizioni del cielo contenute nel Libro della Legge.
Siete tutti ammoniti, che d'ora innanzi nessuno deve parlare con lui a voce, né comunicare con lui per iscritto; che nessuno deve prestargli servizio, né dormire sotto il suo stesso tetto, nessuno avvicinarsi a lui oltre i quattro cubiti [circa due metri], e nessuno leggere alcunchè dettato da lui o scritto di suo pugno”
Con questo testo veniva scomunicato Baruch de Spinoza, ebreo marrano in Amsterdam. A secoli di distanza questa scomunica non risulta ancora essere revocata. Aveva 24 anni.
Empietà, eresia, maledizione, esecrabile interpretazione della parola di Dio, in un unico, semplice, fino ad allora impronunciato concetto: ogni uomo non è immagine di Dio, non è creato da Dio, non guarda o cerca Dio e non deve sforzarsi di capirlo.
Dio è tutto, e l’uomo è Dio. Ogni cosa presente nella Natura è essa stessa Dio, contenendo le stesse ragioni, gli stessi principi e la stessa forma. Immaginate un frattale, ogni singola porzione: ogni cellula ha la stessa struttura del livello superiore, e di quello sopra ancora, ed infine del tutto.
Non dobbiamo cercare di scoprire cause, essenza o verità. Siamo noi stessi tutto questo. Se solo non ci distraessimo con ogni cosa futile in cui ci imbattiamo nella nostra vita, e che sembra portarci al bene.
Io ho nove scatole nere di memoria, di ogni volta in cui siete stati a contatto con voi stessi. E che avete dimenticato.