Tonino Gottarelli – Opere in prospettiva
La Galleria arte+ Fondantico di Bologna ospita
oltre 40 dipinti realizzati dal maestro imolese nei suoi ultimi 10 anni.
Comunicato stampa
“I miei quadri li ho trovati camminando”. Questi pochi versi di Tonino Gottarelli racchiudono in maniera emblematica le due anime del Maestro imolese, la poesia e la pittura: entrambe in mostra a Bologna nella rassegna dal titolo Opere in prospettiva, in programma alla Galleria arte+ Fondantico dal 29 maggio al 21 giugno 2014 in collaborazione con la Fondazione Centro Studi Tonino Gottarelli di Imola.
“Il terreno d’incontro con Tonino Gottarelli è quello della poesia, da lui tradotta ora in immagini ora in parole, sempre per brevi respiri di silenzio”. Così scrive in una sua presentazione Marilena Pasquali, che rappresenta un’occasione unica per apprezzare la ricerca pittorica di Gottarelli, un artista che da sempre ha saputo conciliare l’uso della penna e delle parole con quello del pennello e dei colori. Gli oltre 40 dipinti in mostra, realizzati dal 1995 al 2006, saranno infatti accompagnati dagli ultimi volumi pubblicati da Gottarelli, che racchiudono novelle, poesie, aforismi e riflessioni filosofiche.
Tra le tematiche rappresentate nei dipinti in mostra a Bologna figurano i collage, i paesaggi dell’Appennino, i fiori, i vicoli di città, i segnali stradali, le nature morte, le nevicate, con una grande attenzione al dettaglio della quotidianità e ai particolari, che emergono con una forza dirompente. Le diverse modalità espressive si intersecano così fortemente nella produzione artistica di Gottarelli che non è esagerato definire la sua poesia una “pittura parlante” e la sua pittura una “silenziosa poesia”. E già Vittorio Sgarbi, nel 1986, che parlava di Gottarelli come “artista insigne con l’aspetto severo del filosofo antico e con lo spirito libero del giovane bohèmien, che di «mestiere» fa lo scrittore e il pittore”.
In questa arte, fatta di mille tonalità di colori e di accostamenti a volte impensati, Gottarelli ritrova tutta la semplicità dell’essere umano, e in particolare della parte infantile ancora capace di stupirsi di fronte a un comignolo di camino fumante, a un fiore di campo, ad uno spigolo di muro. “Collezionista di istanti”, lo ha definito brillantemente Marilena Pasquali, tanto che le emozioni della vita traspaiono senza inibizioni tra una pennellata e un tocco incisivo di colore, mentre Franco Basile, nel catalogo della Pinacoteca Comunale di Imola, scrive: “Gottarelli scruta il mondo, ma soprattutto soppesa le emozioni. E’ attento a qualsiasi cosa per lasciare lungo la via dell’esistenza l’impronta di uno sguardo, impronta che diventa traccia da seguire.”
Vittorio Sgarbi ha scritto di lui:
“Il compito dell’artista è“dare una mano al sole”, ed è questo anche il ruolo nel quale Tonino Gottarelli, poeta con le parole e con i pennelli riconosce la propria identità di pittore, individuando in essa il senso più autentico della propria arte. Un ruolo che, per chi non conoscesse Gottarelli, potrebbe sembrare di ambizioni titaniche, da novello Prometeo dei nostri giorni. E’ invece una cotidiana oratio di francescana umiltà, una filosofia non dei cieli, ma della terra e per la terra che è strettamente imparentata col più umano dei sentimenti della natura. Dare una mano al sole significa, nel linguaggio dolce e suggestivo di Gottarelli “togliere le cose dal buio”, guardarle oltre quanto ci concede la vista fisica, cercare in profondità la loro sostanza sotto l’aspetto più esteriore. Dare una mano al sole significa guardare con gli occhi dell’anima. Sono ormai cinquant’anni che Gottarelli guarda e dipinge con gli occhi dell’anima, facendo di questa esperienza un motivo di vitale necessità non solo per la propria arte, ma anche per la propria esistenza.”
Biografia:
Tonino Gottarelli (1920-2007) è nato in un vicoletto del centro di Imola, dove si diploma con ottimi voti al Ginnasio. Completati gli studi con la laurea in filosofia a Bologna, la sua passione per la letteratura si rivela già a vent’anni, con la scrittura del romanzo L’ideale, la raccolta di novelle dal titolo Il gioco e, intorno agli anni ’50, la pubblicazione di alcune raccolte di liriche. Tra gli anni ’50 e ’60 Gottarelli inizia sia l’attività pittorica che quella dell’insegnamento, che lo vede dapprima professore di storia e geografia alle scuole medie e in seguito maestro elementare nei luoghi più disparati del comprensorio imolese. Ma il lavoro non lo distoglie dalle attività pittorica e poetica, che proseguono ininterrottamente: per quel che riguarda l’attività pittorica, da segnalare le numerose esposizioni in tutta Italia (la prima a Faenza, nel 1960) e all’estero (a Parigi nel 1966 e nel 1967, con una collettiva al “Salone di Maggio”), mentre per la produzione letteraria una tappa importante è rappresentata dalla vincita del premio letterario a Cervia nel 1960, in cui incontra il critico Giacinto Spagnoletti, in giuria insieme a Giuseppe Ungaretti. Il suo amore per la natura lo porta in questi anni alla ricerca di una abitazione a lui consona in campagna, fino a stabilirsi per circa 15 anni nella zona collinare dell’imolese, in una casa isolata, in cui la produzione letteraria acquista una profondità nuova: sono di questo periodo il romanzo L’amore al rallentatore e una raccolta di lettere filosofico-amorose che pubblicherà nel 1981 con il titolo Lettere inutili. Nello stesso anno Gottarelli si trasferisce definitivamente in città, a Imola, dove ha abitato fino alla morte, nel febbraio del 2007. Il mondo rumoroso della città non riesce a distogliere la sua attenzione dalla purezza dell’espressività e la poesia e la pittura vengono portate avanti con la stessa passione: negli anni ‘90 le opere di Gottarelli sono esposte in tutta Italia (Milano, Bologna, Verona, Pisa, Bari, Ferrara, Treviso, Trento, solo per citarne alcune) e all’estero (nel 1998 a Dusseldorf, Germania, e nel 2000 a Miami Beach, Florida e nel 2003 viene invitato nel Granducato del Lussemburgo e Colonia, Germania). Di pari passo, le sue produzioni letterarie proseguono intensamente: tra queste, ricordiamo la raccolta di poesie Vita di un’idea che vince il Premio Lions di Milano, e il volume Musa a domicilio del 1995, opera che rivela una grande saggezza e lo spirito contemplativo del Maestro.