Tovaglia a Quadri 2018
Ventitreesima edizione di Tovaglia a Quadri, evento fortemente identitario dove si mescolano teatro, buon cibo e vita quotidiana, una formula antica almeno quanto le mura della splendida Anghiari.
Comunicato stampa
Inizia venerdì 10 agosto la ventitreesima edizione di Tovaglia a Quadri, evento fortemente identitario dove si mescolano teatro, buon cibo e vita quotidiana, una formula antica almeno quanto le mura della splendida Anghiari.
Tovaglia a Quadri, evento teatrale che si svolge dal 1996 fra le mura medievali di Anghiari, in provincia di Arezzo, definito dai suoi autori “cena toscana con una storia da raccontare in quattro portate” arriva quest'anno alla sua ventitreesima edizione. Promossa dall’Associazione culturale Tovaglia a Quadri, che si occupa anche degli aspetti logistici e organizzativi, realizzata in collaborazione con l’Associazione Teatro Stabile di Anghiari come responsabile della parte artistica, con il Comune di Anghiari (Ar) e la Rete Teatrale Aretina, con il sostegno della Regione Toscana e di numerosi sponsor locali, questa manifestazione raccoglie ogni anno oltre 1000 spettatori provenienti da tutto il territorio nazionale.
Lo spettacolo che avrà luogo da venerdì 10 a domenica 19 agosto, alle ore 20,15, scritto come sempre dal direttore artistico del Teatro di Anghiari Andrea Merendelli e da Paolo Pennacchini, porta in scena come di consueto una storia centrata su problematiche del nuovo millennio che si fondono con le vecchie tradizioni del paese. Le storie narrate negli spettacoli sono infatti frutto di un continuativo lavoro di ricerca d'archivio, unito alle testimonianze degli abitanti del posto, legate alla memoria di Anghiari, ai racconti dei nonni. Vicende di vecchia data che gli autori restituiscono alla collettività con un sapiente lavoro di ricerca, antiche passioni sopite, vicende più o meno note ma anche personaggi dimenticati tornano a vivere grazie alle interpretazioni degli attori locali che si fanno cantori delle loro stesse radici. I personaggi tipici del paese abitano gli amarcord che si intrecciano con il presente e con le vite, solo apparentemente quiete, dei protagonisti. Il tutto condito dagli stornelli toscani che risuonano dalla fisarmonica e dalle voci degli stessi attori in mezzo ai vicoli di Anghiari mentre, tra una scena e l’altra, il pubblico si gode la prelibatezza dei piatti e del vino rosso.
È questa tematica della memoria civile della collettività una delle caratteristiche salienti della manifestazione, che dal 1996 ci ha parlato e portato dentro piccole grandi storie che vanno dalle miniere etrusche a Leonardo, dal brigantaggio alle deportazioni nazifasciste, dall’emigrazione in Argentina alla svendita dell’acqua pubblica, dagli artigiani alla crisi della sanità fino ad arrivare alla crisi occupazionale della Buitoni, partendo dal locale fino ad arrivare al nazionale. Storie antiche o temi di potente attualità, come afferma Gianfranco Capitta “Gradualmente, con lo scorrere degli anni e delle portate, si è passati dal racconto dei fasti di una celebre cortigiana locale approdata in Vaticano (l’Anghiarina, appunto), al problema degli immigrati che qui sono molti e rendono possibili le grandi coltivazioni di tabacco pregiato”. La carica civile non viene mai meno in questi temi brucianti, che a tavola sono divenuti patrimonio comune, raccontati con l'umorismo toscano che rende “accettabili” le realtà raccontate, tutte pienamente documentate, in un vero e proprio teatro della memoria collettiva in cui la piazza del paese diviene una “zona franca” dove la memoria può essere (o non essere) condivisa da tutti. Le prime tredici sceneggiature sono state raccolte, nel volume Tovaglia a Quadri, tutte le storie, pubblicato nel 2009 con prefazione del critico teatrale Gianfranco Capitta.
Palcoscenico deputato è la piazzetta del Poggiolino, luogo denso di significati per i suoi abitanti, una piazzetta lunga e stretta che si trova nel cuore del borgo. Paese della alta Val Tiberina, adagiato tra Toscana, Umbria e Marche, Anghiari è noto ai più per il famosissimo affresco perduto di Leonardo da Vinci, giunto a noi tramite i disegni di Rubens (conservati al Louvre) e un’opera del 1470 di Biagio di Antonio (oggi alla National Gallery of Ireland di Dublino). L'opera di uno dei più grandi geni dell'arte raffigurava la famosa e omonima battaglia, che avvenne il 29 giugno 1440 proprio nella piana antistante la parte più antica della città, il Poggiolino, appunto.
Novità nel menù della cena e novità nel cast degli attori. Oltre ai consueti piatti tipici del luogo (crostini, bringoli, bocconcini di Chianina, cantucci, vino rosso e vin santo del contadino), quest'anno ci sono novità nel menù e nel cast degli attori. Il pubblico, seduto davanti alle tavole apparecchiate con le famose tovaglie a quadri della storica manifattura anghiarese, assisterà allo spettacolo messo in scena dagli attori-abitanti, affacciati a porte e finestre che danno sulla Piazzetta. Sono gli stessi cittadini, non dunque attori professionisti, a recitare tra i commensali della lunga tavolata. A scandire la performance, gli intermezzi musicali che rappresentano una sospensione del racconto e accompagnano le portate servite agli spettatori dagli stessi attori, deputati al ruolo di camerieri, sia nella finzione che nella realtà. Le materie prime che compongono il menù sono tutti a "chilometro 0", per una spesa sostenibile ed ecocompatibile.
Il teatro, il buon cibo e la vita quotidiana, una formula antica almeno quanto le mura di questo splendido borgo toscano. È questo il significato profondo della Tovaglia a Quadri: il rovesciamento degli stereotipi vernacolari da intrattenimento, e da ultimo un rito collettivo, dove si mangia, si canta, si ride e si digerisce, a volte male, una realtà locale con specchi e riferimenti a rapporti e relazioni universali.Il tutto senza mai rinunciare a sceneggiature che attingono ad un grande patrimonio di battute e di originale comicità toscana, che gli spettatori affezionati sanno ormai a memoria e che vantano numerosi tentativi d’imitazione.
Drammaturgie che hanno il grande merito di rievocare memorie vicine e lontane, piccole storie di paese che guardano sempre “all'universale": nell'edizione 2018, anno di anniversari importanti, il dramma porterà fra le tavole una nuova "Caporetto liquida", in cerca delle conseguenze identitarie di un inarrestabile e planetario e-commerce. Gli autori proveranno, insieme agli abitanti, a misurare le nuove distanze e le voragini del mercato globale.
"Le botteghe ‘ntra le mura sono sotto attacco. Il commercio sul Web costringe alla chiusura i piccoli negozi e gli artigiani. È la prima Guerra Globale. “Qui ci amazzon tutti…” scrisse l’Alpino anghiarese da Caporetto. Dopo cent’anni c’è da scavare un’altra trincea per resistere ai nuovi invasori digitali, ma dentro la Rete spinata, i confini sono incerti. Mentre il popolo accusa l’élite di non saper combattere, un’intelligenza artificiale irrompe sul campo di battaglia. Ci sarà un nuovo Piave o una digital Caporetto?"
L’evento è realizzato con il contributo della Regione Toscana e del Comune di Anghiari.
Sostengono l’iniziativa: Biokyma, Busatti, Estra Energie, Coingas, Vimer, Amedei, Gruppo alimentare Valtiberino, Ecosanit, Verretta, OpenCom, Coldiretti, Strada dei Sapori, Confesercenti
In collaborazione con Teatro di Anghiari, Proloco e Rete Teatrale Aretina