Tra lucidità e follia

Informazioni Evento

Luogo
CENTRO CULTURALE ZEROUNO
Via Enrico Cialdini 8, Barletta, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

lun- ven. 17.00 - 20.00 sabato e tutte le mattine su appuntamento - dom. chiuso.

Vernissage
24/08/2017

ore 18,30

Patrocini

Fondazione De Nittis

Curatori
Anna Soricaro
Generi
arte contemporanea, collettiva

Mostra collettiva

Comunicato stampa

In una estate afosa che volge al termine è un film storico tratto dall'omonimo romanzo di James Jones ad incuriosire gli osservatori. Un film noto a molti il cui titolo si riferisce ad un verso di Kipling «tra la lucidità e la follia c'è solo una sottile linea rossa» che lascia riflettere al mondo di oggi in fuga verso l‘inferno, alla quotidianità corrosa da tanta pochezza e malvagità. Tra talento e leggerezza è la libertà a prendere il sopravvento tra i tratti concettuali di quattro grandi artisti: Franco Bulfarini, Ilaria Finetti, Giovanni Greco, Monica Menchella che si sono dedicati alla libertà di espressione e tutti insieme sono riusciti a non farsi toccare da nulla. Opere d’arte come miracoli artistici, create tra la lucida-folle passione di un amore per l’arte che, attraverso le abili mano di quattro protagonisti, riescono a sorprendere il pubblico e zittirlo tra toni e gesti, tecniche inconsuete e ricerche alternative, tratteggi unici e modalità espressive fuori dal comune. Un inno alla libertà attraverso l’arte che si pone con semplicità per chi guarda e che consente di staccare dalla routine e far sentire l’osservatore libero di non essere toccato da nulla. Franco Bulfarini si avvale del suo forte legame con il sociale e il contesto umano per creare opere intense ed attente, ricercate e sempre ben studiate. Avviando le sue creazioni con l’iperrealismo è proteso nella ricerca continua di un senso, di un perchè al nostro operare avviando una esplorazione cosmica sino alla creazione del ’determinismo estetico‘.Creativo di grande portata, tra astrazione e figurazione si avvale, in particolare, di quella che definisce ‘figurazione avveniristica’ con l’obiettivo di porre l’osservatore in una dimensione diversa. Lungi dal rappresentare lo spazio, si avvale di immagini costruite dalla sua mente rese con opere squadrate che raccolgono e contengono forme circolari con cui si intersecano altre geometrie in un tripudio di concettualità che intrigano e lasciano riflettere l‘osservatore. Ogni opera d’arte è un piccolo cosmo, sia a livello interiore poiché frutto di studi, riflessioni e pensieri, che a livello esteriore perché piccolo concentrato di un mondo ideale infinito. Continuamente teso a rappresentare la luce, con i toni trova e giunge in luoghi inesplorati aprendo sempre lunghe riflessioni. Ilaria Finetti è un'artista determinata nella sua semplicità: con l'acquerello su carta lascia che la mano si muova ispirata dalla quotidianità, dal suo lavoro, dalla magia della creazione umana. E' una tecnica leggera e delicata quella dell'acquerello, è innegabile, la complessità sta nella sua applicazione e nell'utilizzo sapiente, ma la Finetti riesce pienamente a dare carattere e determinazione attraverso i toni, scuri ma non troppo, definiti e precisi. Si assiste alla precisione del tratto e alla concettualità di ogni disegno, dagli embrioni che custodiscono la nascita alle piante che si palesano con grazia. E così pare di essere in un mondo favoloso tra i gesti della Finetti, in cui librarsi naturalmente guidati dalle linee ricurve di uno spirito semplice che sa fare la differenza nel panorama artistico di oggi. Giovanni Greco è un artista completo poiché ha avuto un percorso che l’ha portato dal figurativo all’astratto attraverso un percorso nato da un bisogno intimo e da un interesse verso il segno, la materia, il colore. Uomo pragmatico di natura, trasferisce nell’arte la sua concretezza in una materia così leggera che riesce anche a non essere percepita. Un’arte realizzata sui materiale più diversificati, come il cartone da imballaggio riesce ad essere sempre elegante e raffinata in una scelta libera e mai programmata del colore. Irrigidendo ed ispessendo il supporto vi appone graffi e solchi dando così vita a ciascuna opera, come nella vita di ognuno: i graffi e gli eventi ispessiscono memoria e corpo per una forza ed un grinta che consentono di andare avanti e reagire. Losanghe di colore, scritte, toni e formati sempre diversi si impongono allo sguardo dell’osservatore con una grazia estrema, senza essere mai invadenti ed in questo risiede la grandezza di quest’arte che si avvale dello spessore della materia e della semplicità del supporto per incuriosire e sorprendere. Monica Menchella sente l’arte con una interiorità straordinaria, dipinge da molto tempo avvalendosi di una leggiadra tecnica mista creando opere concettuali che non sono astratte e non sono figurative. Lasciandosi andare alla sensazioni che la invadono e pervadono è affascinata dal colore che sceglie in base ai momenti che vive. Rintracciando in tutta la produzione artistica il blu come filo rosso di tante creazioni individua dimensioni, sagome, e spazi che libera su diversi supporti, dalla carta al legno ed invade e pervade ogni opera della sensazione che si libera nel momento stesso in cui crea. Essendo molto credente le opere sono anche intrise dello spirito religioso; l’arte è per Menchella uno strumento per dire le proprie sensazioni nell’identificazione di spazi sempre eterei, grandiosi in cui perdersi tra colori, gesti e figure. Un’arte rilassante ed avvincente insieme che intriga l’osservatore alla volta di una comprensione e che mostra una mano abile e poliedrica che si dedica anche alle installazioni alla stregua di grandi artisti e che lascerà un grande segno nell’arte contemporanea.

[…]
Viviamo in un mondo che si sta spostando verso l'inferno il più velocemente possibile.
In una situazione come questa un uomo può solo chiudere gli occhi
e non lasciarsi toccare da nulla."
La sottile linea rossa, Terrence Malick, film statunitense del 1998