Trame Mediterranee
Con la mostra Trame Mediterranee, la Fondazione Orestiadi inaugura Le Fabbriche, la nuova sede della Fondazione ad Agrigento.
Comunicato stampa
La Fondazione Orestiadi inaugura giovedì 7 dicembre alle ore 17.00, una nuova sede ad Agrigento nel complesso architettonicodelle ex Fabbriche Chiaramontane.
Il nuovo spazio, all’interno dello storico complesso architettonico edificato nel XIV secolo da Federico Chiaramonte e distribuito su oltre 600 mq con un giardino e una sala lettura, prende il nome di Le Fabbriche e nasce con l’idea di realizzare un polo culturale multidisciplinare stabile nel cuore del centro storico della città, in collaborazione con il Parco archeologico e Paesaggistico della Valle dei Tempi, con l’amministrazione comunale e con altre istituzioni cittadine, con un’offerta che si pone sulla scia della tradizione della stessa Fondazione e particolare attenzione ai linguaggi contemporanei delle arti.
Un progetto ambizioso che mira a diventare un punto di riferimento della scena del contemporaneo guardando a nuove prospettive, per la realizzazione di mostre e proiezioni, reading teatrali e azioni sceniche, letture ed eventi, presentazioni e conferenze, dibattiti e concerti, e più in generale attività di sperimentazione creativa e di elaborazione condivisa di progetti culturali come afferma Beniamino Biondi, neo direttore de Le Fabbriche.
A dare il via alle attività sarà la mostra Trame Mediterranee curata da Enzo Fiammetta, Direttore del Museo delle Trame Mediterranee della Fondazione Orestiadi, e in programma fino al prossimo 25 febbraio 2024.
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DICHIARAZIONI
Una sfida nuova ed esaltante: da Gibellina a Palermo e ora ad Agrigento. Stabilmente. Con un’offerta nei diversi settori dell’arte e della cultura contemporanee in una sede di grande prestigio che recupera il ruolo svolto per alcuni anni, al centro della città. La mostra “Trame Mediterranee” a cura di Enzo Fiammetta inaugura uno spazio che resterà per Agrigento e per la provincia il luogo nel quale valorizzare tutto ciò che qui emerge e per portare stimoli, iniziative e ricerche provenienti dall’Italia e dal mondo con particolare attenzione, com’è nella storia della Fondazione Orestiadi, per il Mediterraneo. Opereremo in collaborazione con l’Ente parco per dialogare con lo straordinario patrimonio archeologico della Valle dei Templi, e con l’amministrazione comunale per dare ancora più compiutamente il senso di una presenza che intende ulteriormente promuovere la realtà sociale e civile della città e collegarla stabilmente con la cultura contemporanea. Organizzeremo mostre, performance teatrali, iniziative musicali e cinematografiche che potranno contribuire al raggiungimento di questo obiettivo.
Apriamo la sede della Fondazione prima dell’anno di Agrigento Capitale della cultura e a questo imperdibile evento iniziamo fin da ora a dare il contributo della nostra cinquantennale esperienza e proseguiremo con una attività permanente.
La mostra che si apre è in un certo modo la presentazione della vita e della storia della Fondazione. Ad essa seguiranno altre iniziative a partire dalla promozione delle opere di Franco Fasulo, artista di Agrigento che questa città ha amato e da questa città è stato riamato. Cercheremo di essere un richiamo e un punto di riferimento per tutti, con la consapevolezza che l’arte è uno strumento essenziale di crescita e che Agrigento con la sua storia plurimillenaria, con le tracce importanti lasciate dalle numerose civiltà che qui si sono succedute, con la sua posizione sul mare “di mezzo”, abbia ulteriori potenzialità che vanno colte e proposte ai cittadini e ai visitatori numerosi di oggi, e a tanti altri che possono trovare nuovi elementi di interesse per incontrarsi con questa civiltà.
Per chi presiede le Orestiadi aver potuto raggiungere insieme ad uno straordinario gruppo di lavoro questa nuova fondamentale tappa ha il senso di riaccendere un rapporto “sentimentale” con la città dalla quale molto tempo addietro mosse i primi passi del suo percorso.
Calogero Pumilia, Presidente della Fondazione Orestiadi
È un caso felice quello per cui mentre la Valle dei Templi festeggia il suo milionesimo visitatore, offrendo un segnale inequivocabile della giusta direzione intrapresa dal Parco Archeologico e Paesaggistico - in termini di recupero, valorizzazione e restituzione a fruibilità dei beni culturali, come anche di sostegno e promozione delle attività culturali che hanno offerto una ulteriore cornice di prestigio ai luoghi che li hanno ospitati-, l’Istituto di Alta Cultura Fondazione Orestiadi di Gibellina sceglie Agrigento per l’apertura di uno spazio stabile ad uso espositivo e di molteplici altre attività culturali.
Il sentimento che sempre ho nutrito per il centro storico, come cittadino e da Direttore del Parco, non mi ha fatto perdere di vista l’obiettivo che in questi anni mi sono dato, mettendo a dialogo la Valle con la Città per il fine di una vera e propria connessione fisica e funzionale tra questi due pezzi di Agrigento, che si affacciano l’un l’altro alla reciproca vista, sciogliendo il prestigio della Valle al recupero identitario della Città, nel bisogno che la sua storia legittimamente ha preteso.
Per questo motivo non soltanto non mi sono sottratto a un’intesa forte del Parco con la Fondazione Orestiadi, ma l’ho favorita e ulteriormente stimolata, offrendo il sostegno robusto di una convenzione pluriennale che esplica le sue intenzioni per una nuova cultura di Agrigento che in uno dei luoghi più belli del centro storico, gli spazi chiaramontani adiacenti la chiesa di S. Francesco, diventa polo di espressione artistica e civile, inclusiva e autorevole, quale presidio ideale e luogo d’azione di alcune delle stesse attività portate avanti dal Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi che negli anni che ci attendono si pone in questo modo con nuove sfide anche l’entusiasmo di ancora più evidenti risultati.
Roberto Sciarratta, Direttore del Parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi di Agrigento
Quando, alcuni mesi fa, Calogero Pumilia mi mise a parte della decisione della Fondazione Orestiadi di Gibellina di aprire una propria sede ad Agrigento non ebbi alcuna esitazione ad assicurare il consenso e il sostegno mio e dell’amministrazione comunale. Quella disponibilità, condivisa in pieno dalla giunta, ha dato luogo ad una apposita convenzione che stabilisce un rapporto di collaborazione nell’interesse della città e della sua crescita.
La Fondazione Orestiadi rappresenta una delle istituzioni culturali di maggiore rilievo della Sicilia e del Paese ed opera da mezzo secolo nel settore delle arti visive, del teatro, della poesia e più in generale delle espressioni dell’arte contemporanea. La sua presenza nel centro di Agrigento, in uno spazio di grande prestigio integra ed arricchisce il richiamo che la città manifesta da sempre per il suo patrimonio inestimabile sedimentatosi nei millenni, testimonianza delle civiltà diverse che qui si sono succedute e del ruolo che essa ha avuto nel tempo anche per la sua collocazione al centro del Mediterraneo.
La Fondazione Orestiadi inizia la propria attività a ridosso degli eventi che segneranno il 2025 quando Agrigento sarà Capitale della cultura. L’attività di quella istituzione inizia già prima e proseguirà anche dopo, con il carattere della continuità arricchendo da un lato un evento irripetibile di straordinaria portata e nello stesso tempo evitando di avere il senso dell’effimero.
Per queste ragioni l’amministrazione comunale seguirà e asseconderà l’attività della Fondazione ritenendola uno degli strumenti di maggiore rilievo del lavoro che verrà svolto in particolare in questo periodo e che vede impegnati la giunta e il consiglio comunale con l’obiettivo di cogliere pienamente il valore della scelta di Agrigento come Capitale della cultura e di confermarla come uno dei luoghi di maggiore attrattiva della Sicilia e dell’Italia.
Francesco Miccichè, Sindaco di Agrigento
Come una delle città invisibili di Italo Calvino, Agrigento depone all’ombra certi suoi tesori. Li occulta alla vista e insieme li preserva; li fa dimenticare, e poi se ne riappropria come fossero inviolati e nuovi. Così accade per le fabbriche dell’antico complesso edificato nel XIV secolo da Federico Chiaramonte, nel cuore della vecchia Girgenti, ai piedi di una bella scala che guarda ai Templi e sfuma l’orizzonte fino al mare. È un pezzo importante e prestigioso della città, rimasto in ombra solo per la giusta occasione che avrebbe potuto offrirgli chi in quel luogo avesse visto non solo l’incanto dello spazio fisico ma una sorta di sentimento delle cose, il principio ideale di una necessaria rigenerazione.
L’occasione giunge ora per il merito della Fondazione Orestiadi di Gibellina, istituzione culturale tra le più importanti e longeve, che azzarda con felice risolutezza il sogno di aprire ad Agrigento una sede espositiva stabile, anticipando e seguendo la costruzione della città a Capitale della Cultura 2025 con molte ambizioni, soprattutto di diventare il luogo privilegiato di iniziative di ampio spessore e sede tra le più immediatamente prestigiose dell’intera provincia, conquistando l’interesse verso i linguaggi contemporanei dalle arti visive al cinema, dal teatro alla poesia, dalla filosofia alla musica.
Le Fabbriche – seguendo una precisa direzione culturale che non ripiega su se stessa ma piuttosto avanza proposte e pone nuove forme di dialogo - ha il proposito di non porsi come un luogo di mera fruizione culturale ma come vero e proprio centro di produzione artistica e di elaborazione di idee, formando una comunità che da tempo merita la restituzione di buone pratiche e di una cultura che da Agrigento guarda al mondo con l’orgoglio della propria storia e il coraggio possibile dell’utopia.
Beniamino Biondi, Direttore responsabile Le Fabbriche
LA MOSTRA “TRAME MEDITERRANEE”
A cura di Enzo Fiammetta
Dal 7 dicembre 2023 al 25 febbraio 2024
La mostra “TRAME MEDITERRANEE” presenta un gruppo di opere che provengono dalla collezione della Fondazione Orestiadi di Gibellina. I lavori degli artisti, legati dal tema del Mediterraneo, ne presentano la complessità e le differenti sfaccettature.
Attorno alla Biblioteca arabo-sicula, l’installazione di Stalker e De Luca, opera realizzata per la mostra L’Islam in Sicilia, che presenta poeticamente alcuni testi arabi medievali tratti dalla omonima raccolta di Michele Amari, ruotano le opere di alcuni grandi maestri dell’arte contemporanea.
Le ceramiche di Carla Accardi, Arnaldo Pomodoro e Pietro Consagra, e del tunisino Khaled Ben Slimane, le opere di Lisa Seror, Meyra Yedidsion, degli algerini Hakim Abbaci, Amar Briki e Khoraichi, le geometrie della svizzera Rita Ernst, e le video installazioni http 502: bad gateway di Mustafa Sabbagh, e Tierra sin Males dell’americana Susan Kleinberg, che riflettono sul fenomeno epocale delle migrazioni entrano in dialogo con quelle degli italiani Alfonso Leto, Vito Bongiorno, Francesco Impellizzeri, Innocente, Alfredo Romano, Giusto Sucato, tutte a mostrare, come nello spirito del Museo delle Trame Mediterranee, gli elementi di continuità e contiguità che caratterizzano la produzione artistica dei popoli rivieraschi.
Se tutte le opere in mostra testimoniano delle relazioni che la Fondazione Orestiadi ha intessuto nel tempo con i paesi mediterranei, il bozzetto del manifesto di Mimmo Paladino per “ La sposa di Messina”, spettacolo presentato al Cretto di Burri nel 1990, ci parla delle Orestiadi di Gibellina e del teatro come prezioso strumento per tenere unita la comunità dalla diaspora avviata dopo il sisma, come avvenne anche attraverso la pratica degli artisti in residenza, qui documentata con le opere di Mario Schifano, Alighiero Boetti, Ugo la Pietra e Nja Mahdaoui.
L’arte per la ricostruzione della città e di riedificazione dello spirito, luogo di riflessione e rappresentazione delle contraddizioni del nostro tempo, terreno su cui potersi confrontare fuori da ogni conflitto.