Trasmutazioni
Trasmutazioni, collettiva di scultori emergenti a cura di Francesca Canfora, tratta di mutazioni e metamorfosi della materia riferendosi in realtà ad altri tipi di trasformazione, ovvero di natura etica, sociale o personale e interiore.
Comunicato stampa
Trasmutazioni, collettiva di scultori emergenti a cura di Francesca Canfora, tratta di mutazioni e metamorfosi della materia riferendosi in realtà ad altri tipi di trasformazione, ovvero di natura etica, sociale o personale e interiore.
Trasmutazioni è inserita nel programma dell'undicesima edizione del festival culturale Torino Spiritualità e sarà allestita all'Hotel NH Collection di Piazza Carlina dopo essere già stata esposta presso la Chiesa di San Vittore dell'Arcidiocesi di Vercelli e a Berlino durante il Coffi, Festival dedicato alla cultura italiana in Germania.
Costantemente in balia di mutazioni, causate da processi chimici e fisici che agiscono ovunque e ci attraversano, o da travisamenti percettivi, che inevitabilmente deformano la realtà oggettiva, l'uomo contemporaneo dovrebbe reagire, cercando eli stesso di farsi agente di un cambiamento positivo, che se chiaramente non universale quantomeno può essere interiore.
Ogni scultura, attraverso le più varie trasmutazioni, evidenzia così le distorsioni, le problematiche e le criticità proprie della società di oggi e invita alla riflessione, poichè il primo passo verso un possibile cambiamento è sicuramente la presa di coscienza e la consapevolezza della loro esistenza.
Trasmutazioni è organizzata dall'Associazione Culturale CutForArt e Castello di Rivara-Museo d'Arte Contemporanea in collaborazione con NH Collection di Piazza Carlina, l'Ufficio dei Beni Culturali dell'Arcidiocesi di Vercelli e Paratissima
Artisti in mostra: Daniele Accossato, Simone Benedetto, Nazareno Biondo, Nicolò Borgese, Daniele Miola, Renato Sabatino, Valeria Vaccaro.
Nicolò Borgese cita arte classica in chiave contemporanea, dove la scultura si tramuta in carne, mettendo a nudo grovigli di fasci muscolari. Ma ciò che appare sono muscoli cibernetici, tessuti in fili di rame, e l'antichità disvela il monito sulle trasformazioni che il futuro può riservare all'umanità.
Se in Borgese la scultura diventa corpo nelle opere di Simone Benedetto il virtuale diventa reale, le barriere invisibili di un presente ipertecnologizzato si trasformano in gabbie solide, anche se trasparenti, oppure in sabbie mobili, buchi neri da cui si fatica a uscire.
Nazareno Biondo monumentalizza tramite il marmo i rifiuti, rendendoli imperituri, ironizzando - con molta serietà - sul concetto di durata pressochè eterna di materiali diversamente biodegrabili, riflessione sulle conseguenze del consumismo sfrenato e su ciò che un domani costituirà l'eredità delle generazioni future.
Le opere di Daniele Miola paiono quasi dei reperti archeologici raffiguranti antiche veneri votive dagli accentuati attributi fisici femminili, sinonimo un tempo di fertilità. Ma a ben guardare le morbide forme, inno alla maternità, risultano offese nella loro materia costituente da abrasioni e mutilazioni. Se nell'antichità erano dei modelli di bellezza oggi il paradigma estetico è completamente cambiato, diventando autoreferenziale e artificiale e imponendo come fatto normale l'essere perennemente a dieta o il ricorso alla chirurgia estetica.
Discendente di artigiani vasai, dalla necessità di conservare le proprie radici, Renato Sabatino si riappropria in modo originale delle tradizioni familiari, rendendole attuali e usando una tecnica antica per arrivare a parlare un linguaggio contemporaneo.
Sulla combustione verte tutta la ricerca di Valeria Vaccaro. L'azione del fuoco simboleggia quel processo di nobilitazione che porta anche oggetti mediocri, in questo caso prodotti di serie B dell'industria, a diventare preziose opere d'arte in marmo, talmente ben eseguite da correre il rischio di tornare nell'anonimato, per chi non ha sensibilità o attenzione nel coglierne la vera essenza.
Daniele Accossato mostra un sistema in continua metamorfosi, dove gli stessi mondi sono parte di un incessante ciclo vitale: ogni pianeta attraversa diverse fasi, da seme ed embrione allo stadio di germoglio, per entrare nella fase matura e - forse - implodere e cadere per ricominciare tutto da capo, sintesi e metafora del più grande e ineluttabile cambiamento a cui ognuno di noi è costretto.