Tremit ante arescit
Tremit ante arescit è il titolo declinato non a caso nella lingua scientifica della botanica per sottolineare la fragilità dei processi naturali che gli artisti in mostra traggono dall’esperienza di vita nei luoghi aperti per trasporli all’interno dello spazio della galleria.
Comunicato stampa
Chiamato ad esporre per la terza volta negli spazi di The Gallery Apart, Dominik Lang decide di vestire i panni dell’architetto di mostre ideando un progetto site specific per la galleria e chiamando a farne parte artisti di differenti generazioni che da Praga, città in cui condividono la residenza, hanno innervato e continuano a vivacizzare la scena artistica internazionale.
Tremit ante arescit è il titolo declinato non a caso nella lingua scientifica della botanica per sottolineare la fragilità dei processi naturali che gli artisti in mostra traggono dall’esperienza di vita nei luoghi aperti per trasporli all’interno dello spazio della galleria. Sono processi che in natura di solito sfuggono all’attenzione dell’uomo, per il loro carattere effimero e veloce, per disattenzione ai temi della natura e in molti casi per un malinteso e purtroppo ormai soverchiante senso di centralità dell’uomo che ha troppo spesso portato a considerare la natura come una risorsa a disposizione, da sfruttare anziché rispettare. Solo da poco, e speriamo non troppo tardi, si è cominciato a comprendere che lo sfruttamento indiscriminato e insensato del pianeta corrisponde al taglio del ramo su cui l’umanità è seduta.
Anna Fiedlerová, Václav Girsa, Eva Koťátková, Jiří Kovanda, Dominik Lang e Anna Ročňová interpretano la mostra e i luoghi di esposizione come un coro dove le diverse voci sono modulate e coordinate per conseguire un risultato omogeneo. Ispirandosi al mondo naturale, gli artisti (tre donne e tre uomini) declinano i loro lavori come petali di un unico fiore, ponendo la loro sensibilità individuale in sintonia con la ciclicità della natura, modulandoli secondo dicotomie presenti in natura, a partire da quella che contrappone crescita e appassimento.
Anche l’allestimento ideato da Lang contribuisce alla lettura della mostra quale autonomo ecosistema, con la disposizione delle opere che segue l’andamento architettonico della galleria disposta su tre piani: esattamente come accade quando la natura non è contaminata dalle costruzioni dell’uomo e si dispone in parte sottoterra, In parte sulla terra e in parte al di sopra della terra.
La mostra è accompagnata da un testo critico di Edith Jeřábková.
in collaborazione con
SCHEDA INFORMATIVA
MOSTRA: Tremit ante arescit
LUOGO: The Gallery Apart – Via Francesco Negri, 43, Roma
INAUGURAZIONE: 03/03/2022
DURATA MOSTRA: 04/03/2022 – 22/04/2022
ORARI MOSTRA: dal martedì al venerdì 15,00 - 19,00 e su appuntamento
INFORMAZIONI: The Gallery Apart – tel/fax 0668809863 – [email protected] – www.thegalleryapart.it
Anna Fiedlerová (1998) è una giovanissima artista che ha da poco concluso il suo ciclo di studi nel corso del quale ha trovato in Dominik Lang un punto di riferimento. Nei disegni e nelle pitture Anna Fiedlerová fa ampio utilizzo della metafora, uno strumento che, insieme alla stilizzazione dei soggetti presenti nelle sue opere, lascia allo spettatore ampio spazio per l’immaginazione, come dimostra anche la produzione poetica dell’artista che spesso accompagna, restandone separata, quella pittorica.
Václav Girsa (Praga 1969) utilizza la pittura come medium principale, ma spesso con modalità espositive di tipo installativo, a volte accompagnando l’esposizione dei dipinti con performances. Girsa sviluppa la sua arte nell’ambito di una ricerca culturale più ampia che ha per oggetto Gaia, il futuro del pianeta e il destino dell’umanità. La sua visione di Gaia come un organismo unico lo spinge a porsi temi esistenziali di vasta portata che trovano riscontro nelle sue opere e nei suoi scritti teorici.
Jiří Kovanda (Praga 1953) è uno dei migliori artisti concettuali della scena artistica ceca. Ha organizzato le sue prime esibizioni in ambienti pubblici a Praga a metà degli anni 1970. Le sue azioni minime sono state tutte registrate attraverso fotografie in bianco e nero e documenti scritti. Agli occhi dell'artista, l'opera d'arte è costituita da questi documenti, le sue azioni non hanno altro scopo che lasciare le tracce con cui vengono registrate. Le sue azioni banali appaiono leggermente fuori registro, permettendoci, attraverso questa combinazione di apparente semplicità e squilibrio, di comprendere profondamente l'individuo e ciò che rimane reale e umano in una società sotto sorveglianza. Negli anni Ottanta, Kovanda si rivolge alla pittura prima di abbandonare tutte le pratiche artistiche. Il suo lavoro è stato riscoperto solo di recente e Kovanda è tornato di nuovo attivo creando installazioni, dipinti e azioni in cui si sforza di trovare la bellezza nella vita di tutti i giorni e di mappare uno spazio in cui l'individuo può effettivamente esistere.
Eva Kot’átková (Praga 1982). Ispirato al surrealismo, il vocabolario artistico distintivo di Eva Kot’átková unisce scultura, testo e performance. Come metafora della civiltà moderna, il lavoro nel suo insieme illustra sogni, aspettative e affronta le reciproche ansie vissute principalmente da bambini, anziani e animali – i cosiddetti deboli della società - per indicare la fragilità del soggetto di fronte a strutture di potere. Esplora il rapporto tra il privato e il personale da un lato e la sfera pubblica, autoritaria, dall'altro e la loro relazione antagonista che implica e mette costantemente in discussione una sottile critica istituzionale sotto la superficie.
Dominik Lang (Praga 1980) è interessato alle logiche e alle modalità proprie della produzione artistica e del processo espositivo. Il suo lavoro esplora il modo in cui gli oggetti sono disposti nello spazio e come sono percepiti dal pubblico. Lang si è ripetutamente confrontato con il modernismo e ha spesso dichiarato il suo approccio personale alla storia (dell’arte). Il suo lavoro ha a che fare con l’esplorazione dello spazio pubblico, con le reazioni conseguenti alla percezione delle sculture contemporanee nell’ambito di situazioni date. A volte il suo lavoro si situa a metà tra l’intervento d’artista e quello di “architetto” di mostre. Il campo della sua indagine, così universale ma anche così intima, spinge Lang a misurarsi con artisti e movimenti del passato, a partire dalle sculture del padre, l’artista Jirí Lang (1927-1996).
Anna Ročňová (1989) ha studiato presso lo Sculpture Studio dell'Accademia di Arte, Architettura e Design di Praga con Edith Jeřábková e Dominik Lang (2010-2017). L'artista è incuriosita dalla natura e dai processi naturali ed osserva la civiltà e i suoi prodotti. Nei suoi ultimi lavori, la scelta del materiale è diventata più radicale, abbandonando i classici media scultorei e concentrandosi su prodotti naturali. I suoi oggetti, collage e assemblaggi sono spesso formati in gruppi. L'artista sperimenta e utilizza ogni tipo di materiale, cercando nuove forme, superfici e stati della materia; il tutto con l'obiettivo di esprimere l'emozione che le trasmette la natura.
Edith Jeřábková è una critica, teorica e storica dell’arte. Insieme a Dominik Lang, come prima coppia curatore/artista del sistema formativo dell'Accademia Ceca, hanno fondato lo Sculpture Studio presso il Dipartimento delle Arti dell'Accademia di Arte, Architettura e Design di Praga dando vita a un approccio sperimentale all’insegnamento. È co-fondatrice dell'associazione Are | are-events.org (2012) e dell'Institute of Anxiety. Guida il progetto WOOD - Community for Cultivation, Theory and Art, che porta la permacultura e i principi etici dello sfruttamento della terra alla sfera artistica e culturale e a tutto il nostro modo di vivere.