Ttozoi – Muffe & Arte
L’originale ricerca artistica di ‘TTozoi’ consiste nella realizzazione delle opere attraverso la proliferazione di muffe su tela, lasciando che queste divengano ‘naturalmente’ evento artistico. “Le spore – spiegano gli artisti – prive di qualsiasi memoria formale e tecnica, non determinano più un’esecuzione, ma un atto che si esaurisce con la creazione naturale. Non creiamo nuovi eventi ma sappiamo farli accadere, lasciando il racconto delle opere ad un automatismo naturale slegato da qualsiasi intento descrittivo”.
Comunicato stampa
Venerdì, 14 ottobre 2011, alle ore 18.30, presso il Carcere Borbonico di Avellino, in via Dalmazia, sarà inaugurata la mostra “Muffe & Arte” di Ttozoi.
L’iniziativa, a cura della Società Nag Company, è ospitata nei locali espositivi della Soprintendenza BAP, diretta da Gennaro Miccio, fino al 21 ottobre 2011 con i seguenti orari di apertura: venerdì 14 ottobre - dalle ore 18.30 alle ore 22.00; sabato 15 e domenica 16 ottobre dalle ore 10-30 alle ore 13.30 e dalle ore 18.00 alle ore 22.00; dal 16 al 21 ottobre - giorni feriali dalle ore 10.30 alle ore 13.30 e dalle 17.30 alle 19.30.
LA MOSTRA - Inedito progetto artistico di 'TTOZOI', pseudonimo dei due giovani avellinesi Stefano Forgione (1969, eclettico architetto) e Pino Rossi (1972, laurea in economia ed artista con una ventennale esperienza pittorica). L'originale ricerca artistica di 'TTozoi' consiste nella realizzazione delle opere attraverso la proliferazione di muffe su tela, lasciando che queste divengano 'naturalmente' evento artistico. "Le spore - spiegano gli artisti - prive di qualsiasi memoria formale e tecnica, non determinano più un'esecuzione, ma un atto che si esaurisce con la creazione naturale. Non creiamo nuovi eventi ma sappiamo farli accadere, lasciando il racconto delle opere ad un automatismo naturale slegato da qualsiasi intento descrittivo".
CARCERE BORBONICO - Il carcere fu progettato dall’ingegnere De Fazio, con l’assenso di Ferdinando I e realizzato 1832. Pianta esagonale, corpo con cinque bracci a stella, cinque grandi edifici e un muro di un metro e mezzo che li separa dalla strada le caratteristiche di quest’edificio unico nel suo genere. Inizialmente tra muro e fabbricati c’era un grande fossato occupato dall’acqua, ulteriore misura difensiva contro le evasioni o le incursioni esterne. De Fazio si ispirò, infatti, anche alle architetture militari e a quelle difensive come castelli e fortezze dando spazio ai canoni di igiene e salubrità. Oggi l’ex carcere borbonico è sede della Soprintendenza BAP di Avellino e, dal 17 marzo 2011, sede del nuovo Museo Irpino del Risorgimento