Tutti nudi
Tutti nudi è una mostra di arte contemporanea “disegnata” idealmente per un museo pubblico, ispirata da principi strettamente connessi al writing, ma allestita all’interno di una galleria privata.
Comunicato stampa
Inaugura sabato 20 gennaio 2018 alle ore 18.00 presso Labs Gallery, via Santo Stefano 38 a Bologna, la mostra dal titolo Tutti nudi, a cura di Fulvio Chimento e Luca Ciancabilla, che propone opere di Dado, Joys, Rusty, CK8 e Suf! (Cuoghi Corsello). L’entrata alla mostra è gratuita e l’esposizione rimane aperta al pubblico fino all’8 marzo da lunedì a venerdì con orario 16-20 (sabato e domenica su appuntamento); apertura straordinaria per Art City White Night il 3 febbraio dalle 12 alle 24.
Tutti nudi è una mostra di arte contemporanea “disegnata” idealmente per un museo pubblico, ispirata da principi strettamente connessi al writing, ma allestita all’interno di una galleria privata. Il senso dell’esposizione mira al definitivo riconoscimento del writing, ma va rintracciato anche nella capacità degli artisti di mantenere fede ai dettami di una disciplina artistica che è in grado di accogliere con disinvoltura gli input derivanti dai diversi contesti espositivi. Dado, Joys e Rusty sono dei writers, ma stanno compiendo, o hanno già compiuto, quel salto definitivo verso un modo totalizzante di intendere l’arte, mentre Cuoghi Corsello (qui presenti come CK8 e Suf!) nascono come artisti e proprio con questo approccio dipingono sui muri. Gli artisti coinvolti in mostra espongono da anni all’interno di musei e gallerie, così come numerose sono le pubblicazioni che vengono loro dedicate. Questi artisti sono legati tra loro da un percorso di crescita collettiva che presenta appuntamenti condivisi, come per esempio alcune mostre dal carattere sperimentale che li vedono coinvolti: Bombing Party, Careof, Cusano Milanino (Mi), 1993; La Famiglia, Galleria Cattelani, Modena, 1995; Per i 15 anni del Premio Alinovi, Galleria d’Arte Moderna, Bologna, 2000; I principi della scrittura, Studio Ercolani, Bologna, 2001; Ailanto. Padiglione Tineo, Orto Botanico di Palermo, 2016. Tutti nudi è, in ordine di tempo, l’ultimo capitolo che ha come protagonisti alcuni dei più noti writers di area emiliana, ai quali si aggiunge anche il padovano Joys, e attesta una fusione ormai definitiva tra il linguaggio del writing e quello dell’arte contemporanea.
Il processo di teorizzazione del writing trova terreno fertile proprio a Bologna grazie anche al ricco contributo al dibattito sull’arte di strada che gli stessi artisti presenti in Tutti nudi hanno contribuito ad alimentare. Alcuni tra questi, infatti, sono stati i primi a teorizzare, e rendere comprensibile, un linguaggio proveniente dagli Stati Uniti, e che, almeno in origine, affonda le proprie radici in un contesto profondamente diverso rispetto a quello italiano. I writers che prendono parte a Tutti nudi hanno dotato i critici di strumenti importanti per mettere a fuoco i tratti distintivi di una disciplina che presenta forte discontinuità rispetto all’arte contemporanea. Quest’opera di “codificazione linguistica“ è stata portata avanti con l’organizzazione di mostre “indipendenti”, ma anche con la pubblicazione di volumi tematici, per esempio il trattato di Dado dal titolo Teoria del writing, recentemente pubblicato dall’artista bolognese in collaborazione con la Facoltà di Sociologia di Trento.
Tutti nudi è una mostra organizzata intorno ad alcuni principi guida legati all’arte del writing. Gli artisti trattano le pareti della galleria come se stessero intervenendo sullo spazio urbano con licenza di invaderlo “da sopra a sotto” e “da destra a sinistra”, in base alla tecnica ritenuta più personale e “urgente”. Inoltre gli artisti lavorano uno accanto all’altro, senza che tra le opere vi sia distanza fisica o percettiva, è questo un aspetto inusuale per gli artisti contemporanei, abituati piuttosto a concepire il proprio lavoro in un ambiente caratterizzato da un “vuoto intorno” all’opera, che favorisce l’”innesco” relazionale con il fruitore. Al contrario qui la scelta di “invadere” e “aggredire” lo spazio della galleria è evocativo di una “vicinanza” tra gli stessi artisti nell’ottica di una comune riappropriazione dello spazio dell’arte.
Ogni artista sulle pareti scrive la propria tag e queste rappresentano a tutti gli effetti la componente strutturale che caratterizza Tutti nudi, mentre sul pavimento della galleria vengono disposti lavori scultorei di recente produzione in dialogo con le opere a parete. Molti degli artisti in mostra, infatti, alla produzione artistica sui muri abbinano la realizzazione di sculture, che possono essere considerate come una naturale trasposizione tridimensionale del lavoro grafico eseguito sulle lettere per comporre il proprio nome. Gli artisti seguono questi principi di base, ma caratterizzano il proprio intervento per quanto riguarda l’utilizzo dei materiali che compongono la tag e il modo di interpretare la relazione con lo spazio fisico della galleria. Cuoghi Corsello scrivono ciascuno il proprio nome occupando un’intera parete della galleria utilizzando degli specchi riflettenti, Rusty realizza la sua tag attraverso una composizione di lastre radiografiche, Dado costruisce numerosi oggetti/scultura lasciandosi ispirare dalla strutturazione spaziale dei bazar orientali, mentre Joys adatta il suo stile optical appositamente per pareti della Labs Gallery in un intervento che ha come protagonista il materiale “povero” per eccellenza: il legno. Il campo d’indagine delineato da Tutti nudi è quindi quello relativo alla tag, intesa come topos, luogo privilegiato della disciplina del writing, fonte di ispirazione primaria, “ciclica” ed essenziale per chi decide di intraprendere un percorso consapevole legato all’arte di strada. Tutti nudi è una mostra che guarda alle origini del writing e al percorso “iniziatico” degli artisti in mostra, ma è anche una proiezione in divenire sulla loro produzione passata e presente.
BIOGRAFIE ARTISTI
CUOGHI CORSELLO. Monica Cuoghi nasce a Sermide (Mn) nel 1965, Claudio Corsello nasce a Bologna nel 1964; vivono e lavorano nel capoluogo emiliano. Tra le loro opere pubbliche esposte è possibile visionare: Cadaveri squisiti, installazione di disegni al neon al museo MACRO di Roma; Suf S:Sofi a, panchina di legno per il parco fluviale del Comune di Santa Sofia (Fc); L’albero Blù, dipinto a spray sul muro dell’ex teatro Contavalli a Bologna; Le tag più grandi del mondo, dipinto nel piazzale della Fondazione Teseco a Pisa. Tra i personaggi creati da Cuoghi Corsello che donano vitalità ai muri delle città italiane ricordiamo Pea Brein, CaneK8 e Petronilla, mentre altri soggetti, che portano i nomi di Kit, Cocaina, Bello, Suf e Nonno Degrado, nascono appositamente per la fotografia, la scultura, la grafica e i social network. Il 26 aprile 2012 Cuoghi Corsello hanno celebrato i loro primi ventisei anni di lavoro con la mostra dal titolo 26, presso la Galleria Guido Costa Projects di Torino. A settembre 2017 il MACRO di Roma ha dedicato a Cuoghi Corsello una personale dal titolo Rolando, a cura di Costantino D’Orazio.
Alessandro Ferri, in arte DADO, nasce nel 1975 a Bologna, dove vive e lavora. È tra gli organizzatori di Frontiers, progetto di arte pubblica nato in collaborazione tra il MAMbo e il Comune di Bologna. Tra le sue esposizioni recenti ricordiamo: Ailanto (Ailanthus altissima) presso la biblioteca di Storia dell’Arte Luigi Poletti di Modena e Ailanto. Padiglione Tineo all’interno dell’Orto Botanico di Palermo, entrambi i progetti hanno visto la collaborazione di Cuoghi Corsello e sono stati curati da Fulvio Chimento nel 2016. Tra le altre mostre segnaliamo: Dado. Sinopie di un writer, Musée de l’OHM, all’interno del Museo Civico Medioevale di Bologna, a cura di Fulvio Chimento (2014); La Tour 13, progetto ideato e coordinato dalla Galerie Itinerrance e Christian Omodeo di Le Grand Jeu, Parigi (2013); Biennale di Venezia, a cura di Vittorio Sgarbi, Venezia (2011); Biennale d’Arte di Nanjiing, And_Writer a cura di Z. Tong, W. Rhee ed E. Battiston (2011); Scala Mercalli, a cura di G. Marziani, Roma (2008); al PAC di Milano partecipa alla collettiva Street Art Sweet Art a cura di A. Riva, Milano (2007).
Cristian Bovo, in arte JOYS, nasce a Padova nel 1974. La sua carriera artistica ha inizio negli anni Novanta, come molti writers comincia scrivendo il suo nome sul muro e focalizza la sua ricerca sul lettering, prima come esigenza di esistenza poi trasformandosi in esigenza di evoluzione. La sua ricerca va oltre le due dimensioni e acquista nel tempo una plasticità che si appropria del territorio e della fruizione “involontaria” da parte del pubblico. Da anni ha esteso il suo linguaggio alla scultura, utilizzando materiali diversi, ma mantenendo sempre uno stile unico, quello stesso stile che da 20 anni lo rende riconoscibile a livello artistico. Ha esposto in alcune delle più importanti manifestazioni dedicate all’arte di strada a livello internazionale, ma anche all’interno di spazi dediti al contemporaneo: Artefiera, Bologna, 2015; Knotenpunkt 14, Kolbenhof, Amburgo, Germania, 2014; Stroke Art Fair, Praterinsel, Monaco, Germania, 2014; La Tour Paris 13, Parigi, Francia.
Massimiliano Landuzzi, in arte RUSTY, nasce a Bologna nel 1970. Inizia a dipingere nel 1988, quando fonda la crew E-330 con Shan-R e, successivamente, la S. P. A. , della quale ha fatto parte anche Dado. Sin dai suoi esordi avvia un processo di confronto e contaminazione fra stile, tecniche e materiali con realtà come Milano, Treviso e Padova. Nei primi anni Novanta è uno dei promotori delle conventions che inaugurano un dialogo tra cittadinanza e istituzioni basato sulla legalità. Collabora attivamente con gli artisti: Shad, Sky 4, Guz, BZK, Boogie, Mace, Starch, Clout). Tra le sue partecipazioni a esposizioni si segnalano: Tinte Forti, Quartiere San Donato, Bologna (1994); Quartieri/Hoods, convention internazionale di hip hop, writing e aerosol art, Roma (1995); I principi (o Principi) della scrittura, Studio Ercolani, Bologna (1999); partecipazione al catalogo Per i 15 anni del premio Francesca Alinovi (2000), a cura di Renato Barilli; 30% acrilico – Writing & Skateboarding, Museo di Roma in Trastevere, Roma (2003); Frontier – La linea dello stile, in collaborazione con il Museo MAMBO (2012); Biennale OFF, Venezia (2013).
BIOGRAFIE CURATORI
Fulvio Chimento nasce a Roma nel 1979, attualmente vive e lavora tra Roma e l’Emilia Romagna. È ideatore della residenza d’artista Italia-Oriente (2012-2015) e del progetto espositivo itinerante Ailanto (2016), realizzato presso la Biblioteca Poletti di Modena e presso l’Orto Botanico di Palermo; nel 2016 cura Terzo Paradiso, una performance collegata al progetto internazionale di Michelangelo Pistoletto. È co-ideatore di EFFIMERA (due edizioni: 2016 e 2017), rassegna artistica dedicata all’arte mediale, organizzata in collaborazione con la Galleria Civica di Modena. Prende parte a incontri e seminari al Dams di Bologna, Accademia di Belle Arti di Ravenna, Accademia di Belle Arti di Bologna, Museo Carlo Zauli di Faenza, Museo MART a Rovereto. Nel 2014 pubblica Arte italiana del terzo millennio (Mimesis, Milano); offre il suo sguardo per i contenuti delle riviste Inside Art, Espoarte e Sturtup Magazine.
Luca Ciancabilla nasce a Bologna nel 1974. È assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Beni Culturali dell'Alma Mater fra il 2007 e il 2013, ha indirizzato le sue ricerche allo studio della storia del restauro e delle tecniche artistiche con particolare attenzione al patrimonio pittorico murale italiano dall’antico al contemporaneo. Dopo aver discusso il dottorato di ricerca presso l’Università di Siena (2011), ha ottenuto l'Abilitazione Scientifica Nazionale come professore di seconda fascia nel settore disciplinare 10/B1, Storia dell’arte (2014). Autore di diverse monografie e saggi ha curato con Claudio Spadoni L'incanto dell’affresco. Capolavori strappati da Pompei a Giotto, da Correggio a Tiepolo (MAR, Ravenna 2014) e con Christian Omodeo, Sean Corcoran la mostra Street art. Banksy & co. L'arte allo stato Urbano (MSBO, Bologna 2016). È docente a contratto presso le Università di Bologna, di Firenze e della Cattolica del Sacro Cuore di Milano.