Uccio Biondi – La culla delle albe
Un progetto che inizia nel 2012 con l’altopittura 4,48 | Bang e, mutuando da un testo drammaturgico di Sarah Kane, pone la domanda sul senso della vita che è di tutti. Come dire si nasce per morire.
Comunicato stampa
LA CULLA DELLE ALBE di BIONDI è un progetto che inizia nel 2012 con l’altopittura 4,48 | BANG e, mutuando da un testo drammaturgico di Sarah Kane, pone la domanda sul senso della vita che è di tutti. Come dire si nasce per morire. Da qui il rifugio e la tana da cui ripartire: la culla e l’alba, luoghi del non detto, del non visto, dell’inascoltato, del non avvenuto. Le storie vissute, il mito, le superstizioni, le fiabe, le paure, il delirio di una terra che diventa odio amorevole, la fede, l’incanto della memoria, la natura stessa e la sua mediterraneità, la donna, la femmina madre e matrigna, si racchiudono in forme tridimensionali sotto forma di maschere. Biondi ha chiesto e ottenuto volti veri, non terrecotte o mosaici raffiguranti chimere, centauri, sirene o arpie, bensì calchi in gesso. Donne sotto forma di maschere misteriose, coloratissime apparenze fantasmine fluorescenti, simulacri benigni ma esplosivi di una contemporaneità a volte disumana. Non hanno lo sguardo che pietrifica ma esorcizzano le ansie e i timori della sfera quotidiana. Sono insomma le compagne di strada messe a protezione dell’arte e dell’artista, suo disincantato interprete .
LA CULLA DELLE ALBE è una installazione composta da due alto pitture di grandi dimensioni e quattordici maschere\ apparenze di varia dimensione.