Ugo Attardi – La Divina Commedia tra Mito e Poesia
Un viaggio dagli abissi infernali fino alla luce di Dio, mediante le opere di uno dei più illustri pittori e scultori italiani del secondo Novecento.
Comunicato stampa
Domenica 28 novembre, a partire dalle ore 17,30, sarà inaugurata presso la Maison des Arts della Fondazione Pescarabruzzo la mostra “La Divina Commedia tra Mito e Poesia. Visioni di Ugo Attardi”, un viaggio dagli abissi infernali fino alla luce di Dio, mediante le opere di uno dei più illustri pittori e scultori italiani del secondo Novecento.
Tra le molte pieghe del Viaggio dantesco, Attardi conduce la propria riflessione soffermandosi tra le cantiche infernali, ove meglio si adattano la sua poetica estrema, il linguaggio realistico e la sua cruda visione della bassezza del genere umano. Ben 18 opere presenti nella mostra si addentrano nelle cantiche infernali. Meno si attarda il Maestro nelle sette balze del Purgatorio, retto dai colori tenui della mestizia e del dolore che redime: una manciata di opere che fanno da preludio all’atmosfera immateriale del Paradiso. Qui l’artista sceglie di illustrare il Canto XXXIII, della celeberrima preghiera di San Bernardo: “Vergine Madre, figlia del tuo figlio”, per immettere alle visioni ineffabili dell’empireo, sede della Trinità e di tutti i beati.
Se il poeta fiorentino ha tracciato i confini dell’essere umano in tutte le sue forme, dalle più meschine fino a quelle più sublimi, Attardi non solo replica l’affresco mirabile dell’infinita varietà della “Debolezza umana” descritta da Dante, ma definisce per il pubblico anche un “metapercorso” che dalla Commedia attraversa i luoghi della “classicità”, dell’Odissea di Omero e dell’Eneide di Virgilio, giungendo a misurarsi con la dimensione del mito.
La Fondazione Pescarabruzzo, in collaborazione con la Fondazione Ulisse Carlo Ciccarelli, la Fondazione Casa di Dante in Abruzzo e l’AS.S.C.A. Associazione scuola, cultura ed arte “Fulvio Luciani” , è lieta di poter celebrare un momento tanto alto della cultura mondiale, come quello dei 700 anni dalla morte di Dante, con un allestimento destinato a rimanere negli annali della storia espositiva dell’arte italiana, che racchiude in sé una nuova proposta critica ed offre l’opportunità di accostarsi ad una lettura per immagini delle più importanti espressioni della civiltà universale.