Ugo Ferrero – I Sogni di Don Chisciotte
Un’esposizione a cura di Giuseppe Ussani d’Escobar, che rende omaggio al capolavoro letterario dello scrittore Miguel de Cervantes Saavedra con 8 sculture originali: 3 in bronzo, 1 terracotta, 2 in raku e 2 in tecnica mista.
Comunicato stampa
In occasione della settimana della cultura spagnola l’Istituto Cervantes di Roma e Sphaerica presentano - dal 12 giugno al 15 luglio nella prestigiosa sede del Cervantes di via di Villa Albani, 16 - la mostra “I sogni di Don Chisciotte” dell’artista Ugo Ferrero. Un’esposizione a cura di Giuseppe Ussani d’Escobar, che rende omaggio al capolavoro letterario dello scrittore Miguel de Cervantes Saavedra con 8 sculture originali: 3 in bronzo, 1 terracotta, 2 in raku e 2 in tecnica mista.
Ancora oggi il cavaliere errante e sognatore accende la fantasia degli artisti. I suoi sogni hanno scosso l’anima nel profondo di Ugo Ferrero che ha tentato così di materializzarli, attraverso sculture fortemente evocative, intensamente simboliche, che incarnano l’invito a riflettere sul capolavoro letterario del Don Chisciotte e sull’attualità del suo messaggio. Proprio il Cervantes, nella sede a lui intitolata, fortemente rappresentativa della cultura e della didattica per la civiltà spagnola nel mondo, apre le porte alle suggestioni oniriche del Don Chisciotte. Quasi a voler dire ai giovani, in un mondo che vive una forte crisi di valori e d’ideali, che è indispensabile aprire le porte della mente ai sogni, alla fantasia, all’immaginazione perché solo così potranno affrontare meglio la desertificazione dell’essere e potranno riprendere la vita nelle loro mani con nuova vitalità ed energia.
Giuseppe Ussani d’Escobar afferma: “Ugo Ferrero non è altri che Alonso Quijano (Don Chisciotte), l’uomo che come artista è prima di tutto un visionario che attraverso le sue opere oniriche ed in incessante metamorfosi, denuncia le crisi e le cadute di una società e proprio per questo sceglie il delirio dell’arte, della forma, quale unico ed autentico momento di lucidità dell’uomo davanti alle meschine ipocrisie e cecità di questa nostra epoca. Ferrero nelle opere presenti in mostra, si è abbandonato al vento del delirio della follia, liberando i fantasmi che popolano la mente di ogni uomo. Le mani che nascono dal volto sono le metamorfosi di Alonso Quijano che prendono possesso della sua anima; non ci si riconosce più in un io monolitico ma la frammentazione dell’essere apre le porte all’immaginazione.”