Ugo Levita – Ondaperpetua
Ugo Levita appartiene a quel genere di artisti che fa buon uso della sua libertà di spirito. La sua pittura di fantasie e di sogni, di incubi e di miti, di simboli e di miracoli, il tutto in un intrico di piani e di flash back, di commistioni e di intarsi, è come dice Breton una aspirazione legittima, lontana e distinta dalle tendenze modaiole.
Comunicato stampa
Nel 1924 André Breton nel Manifesto del surrealismo scrive “Cara immaginazione, quello che più amo in te è che perdoni. La sola parola libertà è tutto ciò che ancora mi esalta. La credo atta ad alimentare, indefinitamente, l’antico fanatismo umano. Risponde senza dubbio alla mia sola aspirazione legittima. Tra le tante disgrazie di cui siamo eredi, bisogna riconoscere che ci è lasciata la massima libertà dello spirito. Sta a noi non farne cattivo uso.”
Ugo Levita appartiene a quel genere di artisti che fa buon uso della sua libertà di spirito. La sua pittura di fantasie e di sogni, di incubi e di miti, di simboli e di miracoli, il tutto in un intrico di piani e di flash back, di commistioni e di intarsi, è come dice Breton una aspirazione legittima, lontana e distinta dalle tendenze modaiole. Un approccio d’avanguardia che, più che vero, in una società sofferente, con seri problemi d’identità, fa fatica a ritrovarsi. Levita, con “una pittura di sterminata felicità, nonostante la realtà, con il suo mondo pieno di misteri e di narrazioni circolari, dove lo spazio e il tempo si trovano in somma sintonia, dentro la storia audace e onirica dell'utopia, in un universo di figure trasfigurate e di corpi o volti che non sai se più umani o angelici” (Antonio Carlo Ponti), realizza il suo progetto artistico e celebra la sua libertà. Vicino e lontano da un quotidiano frenetico e caotico, attraverso un processo liberatorio, si muove verso dimensioni felicemente armoniche, spinto da una necessità dell’esserci. La magia surreale rappresenta in qualche modo la sublimazione del suo immaginario, quasi in un significativo sogno o son desto di amletica memoria; ma Levita nel sognare è desto, attento all’uomo, alla sua storia, al suo habitat: l’uomo rimane sempre al centro nella sua poetica ricca di elementi simbolici. Nella mostra beneventana l’artista ripropone il leitmotiv della sua ricerca e gli spazi di Arcos entrano nel suo lavoro con la storia, il sogno, il desiderio in una suggestione simbiotica che, attraverso Ondaperpetua, il titolo che Levita ha adottato per tutte le sue mostre, sostanzia passato, presente e futuro. La mostra, curata da Ferdinando Creta e Francesca Sacchi Tommasi, propone circa 30 lavori, alcuni recentissimi: dal polittico L'aquila con la tovaglia - omaggio a Todi città d'elezione di Levita e alla leggenda della sua fondazione - al trittico del Guerriero Astrale; dalla Fenice agli Angeli fino al grande trittico de La Bestia e la Bella. Qui in modo particolare arte e fiaba si intrecciano ed entrambe "rivelano una realtà interpretata dalla propria fantasia".
Al brindisi inaugurale, che si terrà il 16 novembre 2017 alle ore 17,00 saranno presenti, oltre all’artista e i curatori, autorità civili e del mondo della cultura.
UGO LEVITA Biografia
Ugo Antonio Levita nasce ad Acerra, nella provincia napoletana nel 1958, e frequenta gli studi artistici prima a Napoli, in seguito a Firenze. Si interessa ben presto all'arte fantastica e alla figurazione, cui si avvicina dopo essere rimasto affascinato dalle opere e dai testi surrealisti. Negli anni ottanta, a Napoli, in una situazione dominata dalle tendenze, con altri giovani dà vita ad un gruppo che andrà sotto il nome di Ascendente & Discendente, dove le varie esperienze portate si incontrano per proporre un nuovo tributo al mondo dell'immaginario. Successivamente elabora una sua poetica che si muove in modo trasversale e autonomo all'interno delle culture e del tempo, acquisendo la consapevolezza del dinamismo e della complessità storica. Verso la fine degli anni novanta lo storico dell'arte, Vittorio Sgarbi, lo presenta al critico mantovano Renzo Margonari, studioso delle tematiche legate alla ricerca surrealista e docente di Storia dell'Arte all'Accademia di Verona, il quale sarà curatore della sua prima mostra personale nel 1998, nel Castello di Acerra. In seguito a questo evento il critico e giornalista d'arte del quotidiano La Repubblica, Vitaliano Corbi, lo inserisce nel suo volume: Quale avanguardia? L'arte a Napoli nella seconda metà del Novecento. Attualmente Levita collabora con Libellule LTD. Magic Realism, che ha sede ad Hong Kong, San Francisco e Parigi, la quale raccoglie artisti mondiali di ispirazione surrealista, con il Centre for Art of International Imaginary Realism in Danimarca. E' stato inserito da Alfried Kostrewa, critico d'arte di Hannover in Germania, nell'Euro-Bilder-Projekt, come rappresentante dell'Italia tra i paesi che hanno aderito alla moneta unica. In seguito sarà scelto per la realizzazione di un'opera che rappresenti l'unione dei suddetti paesi. In Umbria parteciperà, invitato dal critico d'arte perugino Antonio Carlo Ponti, all'edizione conclusiva di Terra di Maestri, il processo di storicizzazione dell'arte umbra del novecento; nella quale inaugurazione a Villa Fidelia di Spello, il critico Vittorio Sgarbi nel discorso introduttivo, citerà lo stile raffinato e colto della pittura di Levita; all'Umbria del Cuore del Festival di Corciano, Mevania in Chartis a Bevagna, al Festival Segni Barocchi a Foligno. Nel 2011 espone cinque opere alla 54a Biennale di Venezia, nel Padiglione Italia della sezione umbra del Museo d'Arte Contemporanea di Spoleto, diretto da Gianluca Marziani. Nel 2014 le Poste Italiane, da un'opera di Levita, emettono una cartolina per le celebrazioni del cinquecentenario della morte dell'architetto Donato Bramante, con successivo annullo filatelico nel Tempio della Consolazione, all'interno del quale sarà esposta l'opera in questione. Sempre nel 2014 espone al Grand Palais di Parigi nella mostra Comparaisons 2014. Nell'aprile 2015, Vittorio Sgarbi presenta su Rai2 un'opera di Levita, durante la trasmissione televisiva Virus. Sempre nel 2015 è presente alla Expo Arte Contemporanea di Milano, su progetto della Regione Lombardia e a cura di Vittorio Sgarbi. Napoletano verace, ma trapiantato in Umbria, Ugo Levita è pittore che unisce il “cervello”, fervido d'immaginazione fremente, all'abilità pittorica, quel virtuosismo di cui si è perso oggigiorno il gusto, la sfida, il senso, la bellezza, la necessità. Al trucco scoperto delle avanguardie epigoniche tutto stupore e ferocia, non di Kandinskji, Pascali, Klee, Burri, Duchamp, Pollock, Manzoni, Fontana..., Levita oppone una pittura di fantasie e di sogni, di incubi e di miti, di simboli e di miracoli, il tutto in un intrico di piani e di flash back, di commistioni e di intarsi. Un mondo il suo pieno di misteri e di narrazioni circolari, dove lo spazio e il tempo si trovano in somma sintonia, dentro la storia audace e onirica dell'utopia, in un universo di figure trasfigurate e di corpi o volti che non sai se più umani o angelici. Una pittura di sterminata felicità, nonostante la realtà. (Antonio Carlo Ponti) Ondaperpetua è il progetto che identifica la sua poetica e che lo rappresenta culturalmente. Nel 1999 ha lasciato la grande città per trasferirsi prima nell'alto Lazio e poi in Umbria, dove insegna presso il Liceo Artistico di Perugia. Da qualche anno ha terminato la ristrutturazione di una ex casa colonica nei dintorni di Todi, a Canonica, dove ha realizzato il suo studio e il suo spazio espositivo permanente.