Ugo Lucio Borga – The Storm
Saranno esposte una ventina di immagini del fotoreporter valdostano Ugo Lucio Borga che raccontano la Guerra vista dalle popolazioni civili e nella fattispecie popolazioni mediorientali dalla Siria, al Libano, all’Iraq.
Comunicato stampa
Per il centenario dalla fine della Grande Guerra, il Polo del 900 concentra la sua attenzione su un progetto globale riguardante la storia del Reportage di Guerra, con 4 mostre, convegni, didattica e workshops.
All'interno della manifestazione inaugura il 15 Ottobre 2018 la mostra “The Storm” del fotoreporter valdostano UGO LUCIO BORGA:
saranno esposte una ventina di immagini che raccontano la Guerra vista dalle popolazioni civili e nella fattispecie popolazioni mediorientali dalla Siria, al Libano, all'Iraq.
Ci racconta Borga:
“Gli uomini e le donne che ho incontrato nel corso di tanti reportage, nella maggior parte dei casi, ignoravano il potere che stavano effettivamente servendo e credevano sinceramente di uccidere e morire per una causa giusta e necessaria. A volte lo era davvero, o almeno questa è la mia opinione, e solo l’intromissione di agenti esogeni, perlopiù economici, interessati a trarre il massimo profitto dal caos, dalla destrutturazione provocata dal conflitto armato, ha reso il loro coraggio e il loro sacrificio del tutto inutile.
Nello stesso modo è necessario riflettere sulla natura del fotogiornalismo di guerra che, in virtù della vicinanza, del coinvolgimento implicito ch’esso richiede, delle azioni ch’esso impone, non può prescindere da un’idea politica dell’esistenza, per quanto personale, dell’autore.”
Fotografare la guerra, fotografare gli esseri umani dolenti che ne sono travolti, prevede un’intromissione, una frattura dei codici comportamentali che gli esseri umani istintivamente applicano di fronte al dolore dei loro simili. A differenza della testimonianza scritta, la cui azione può essere posteriore, la fotografia di guerra si realizza nell’attimo stesso in cui uomini, donne, bambini, uccidono, soffrono, urlano, muoiono. Di più, il linguaggio fotografico ci costringe alla disperata ricerca di un odine nel caos, di una simmetria nel sangue, di una diagonale nella disperazione. Non per vezzo, s’intende: solo le immagini potenti possono ambire a rompere il muro di indifferenza che rappresenta il vero nemico da abbattere per un fotogiornalista.
Ho spesso immaginato d’essere dall’altra parte dell’obiettivo: ferito, terrorizzato. E di scorgere, nella disperazione, un alter ego impegnato a girarmi intorno con la macchina fotografica incollata agli occhi, concentrato sulla luce, sulla composizione, sulla forza dell’immagine che sta scattando. Perché questo facciamo. E questo implica un’accettazione, una capacità di comprensione molto profonda del nostro scopo da parte delle persone che inquadriamo nei nostri obiettivi. Nella tempesta un ramo spezzato a cui aggrapparsi è pur qualcosa. Ecco. Forse questo, sono, i fotogiornalisti alla guerra. Un ramo spezzato, un’ultima carta, a volte l’unica, da giocarsi perché la tempesta cessi di ingoiare delle vite".
La mostra, inserita tra le attività del progetto integrato Reportage di Guerra: dalla Grande Guerra ai giorni nostri, coordinato della Fondazione Vera Nocentini e sostenuto dal Comitato per i Dritti Umani del Consiglio Regionale del Piemonte, sarà visitabile presso la Galleria delle immagini (corso Valdocco 4/a) secondo il seguente orario: da martedì a domenica dalle 10.00 alle 18.00, giovedì dalle 14.00 alle 22.00, lunedì chiuso.
Nella giornata del 6 Novembre 2018 dalle ore 18,00 è prevista una serata con l'autore per la visita guidata della mostra e per la presentazione del suo ultimo libro “La Luna si nasconde – Diari dall'Africa in guerra” con la partecipazione della Dott.sa Paola FEO del consiglio direttivo di EMERGENCY. Ulteriori infos sul sito www.polodel900.it
In concomitanza con la mostra al Polo del 900 l'autore Ugo Borga sarà in mostra presso il Museo Archeologico Regionale di Aosta dal 12 Ottobre 2018 a tutto il 31 Marzo 2019 in una grande retrospettiva dedicata alla guerra globale “Collateral Damages”.