Ugo Mulas – Dall’est all’ovest Russia 1960 America 1964
Allestita in un edificio nelle mura castellane di Altidona, panoramico borgo in collina, a due chilometri dal mare, in provincia di Fermo, la mostra propone una cinquantina di foto che seguono il percorso artistico di Mulas attraverso i suoi reportage in Russia, nel 1960 e in America nel 1964.
Comunicato stampa
L’Associazione Altidona Belvedere (con il patrocinio del Comune di Altidona Provincia di Fermo e della Fondazione Cassa Risparmio di Fermo), da oltre dieci anni realizza esposizioni dedicate al fotoreportage, ospitando tra gli altri grandi fotoreporter come Uliano Lucas, Letizia Battaglia, Tano D’Amico, Francesco Cito, Romano Cagnoni, Mario Dondero. Quest’anno l’esposizione è dedicata a Ugo Mulas, scomparso a Milano nel 1973 a soli 45 anni. Mulas è stato una delle figure più importanti della fotografia internazionale del secondo dopoguerra, noto come “il fotografo degli artisti” è stato anche un grande fotografo di moda, gioielli, teatro e architettura.
Allestita in un edificio nelle mura castellane di Altidona, panoramico borgo in collina, a due chilometri dal mare, in provincia di Fermo, la mostra propone una cinquantina di foto che seguono il percorso artistico di Mulas attraverso i suoi reportage in Russia, nel 1960 e in America nel 1964.
L’esordio di Mulas, come fotografo, è legato a Mario Dondero (grande fotoreporter tutt’oggi attivissimo). Sembra quasi una favola, ma le cronache attestano che un giorno, erano i primi anni Cinquanta, mentre erano seduti su una panchina del parco Venezia, a Milano, Mario Dondero pone la propria macchina fotografica tra le mani di Ugo Mulas e lo incoraggia ad occuparsi di fotografia. Dondero e Mulas, per un certo periodo si divideranno l’uso di quella macchina fotografica. Non poche volte, si sono visti costretti a sacrificarla al Monte dei Pegni per avere subito del denaro con cui sviluppare le fotografie da consegnare in tempo ai giornali. Non appena le testate li retribuivano, si precipitavano a recuperare il loro prezioso e amato oggetto.
Mulas e Dondero si dividevano anche un paio di scarpe buone: le usavano a turno, se uno dei due doveva uscire per qualche occasione mondana, l'altro era costretto a restare in casa.
Assieme frequentano il Giamaica, mitico bar di Brera dove si davano appuntamento gli artisti, gli scrittori, i giornalisti e i fotografi più importanti della Milano degli anni '50. Da Piero Manzoni a Camilla Cederna, da Alfa Castaldi a Enrico Castellani, per citarne solo alcuni, oltre a Luciano Bianciardi che fa di Mulas e Dondero i protagonisti del suo libro “La vita agra”.
E’ proprio agli aspiranti pittori e fotografi del bar Giamaica,tra il 1953 e il 1954, che Mulas scatta le sue prime fotografie, oltre che tra l'umanità dolente delle periferie, della stazione ferroviaria, di un dormitorio pubblico. In quegli anni, assieme a Mario Dondero, realizza il suo primo reportage, pubblicato su “Le Ore”, presentato alla Biennale di Venezia del 1954. Con questo primo reportage Mulas dimostra di prediligere l’osservazione degli artisti e appare chiaro che lo sviluppo della sua creatività avviene attraverso un rapporto con la creatività altrui.
Nel 1964 si reca negli Stati Uniti per documentare la Pop art americana visitando gli studi di Jasper Johns, Roy Lichtenstein, Andy Warhol (sotto la guida del critico Alan Solomon). Il soggiorno americano consente a Mulas di confrontarsi con il valore sempre più concettuale e mentale dell’arte; questa nuova istanza è documentata da una serie di ritratti, come ad esempio quello di Barnett Newman, fotografato mentre cammina o gesticola di fronte a una tela vuota. Dal reportage americano nascerà il libro New York: arte e persone, pubblicato nel 1967. “Mulas comincerà a considerare sempre di più la propria fotografia come ready made: il fotografo compie un’azione mentale prima di scattare la foto, mentre quando scatta è soltanto un operatore”.
La mostra popone una cinquantina di foto che segnano i suoi soggiorni in Russia nel 1960 e in America nel 1964.
Nelle sale delle mura castellane ad Altidona saranno dunque esposti i ritratti di Warhol, Duchamp, Johns, e di tanti altri artisti, oltre a foto tratte dal reportage realizzato in Russia nel 1960, dove si reca in seguito alla collaborazione con il Piccolo Teatro di Milano. “Ne riporta – scrive Elio Grazioli in un saggio su Mulas- immagini curiose…fotografa da un lato la vita di regime e dall’altro svaghi popolari domenicali”.