Ulisse Bezzi – Il respiro del tempo
La mostra chiude il progetto Camera Work 2017 e intende ripercorrere la sua attività di fotoamatore che ha saputo catturare, con il suo sguardo, la campagna, il duro lavoro dei contadini, i volti delle persone, frammenti della città.
Comunicato stampa
Ha raccontato la sua vita e la sua realtà con la fotografia. Ha vinto numerosi premi e nel 2016 alcuni suoi scatti sono stati esposti a New York. Una passione, che lo ha accompagnato per tutta la vita, custodita con discrezione e vivendo con stupore l’attenzione riservatagli. Lui è Ulisse Bezzi, 92 anni, nato a San Pietro in Vincoli dove ha sempre vissuto e lavorato la terra.
Ora Ravenna gli dedica la mostra “Il respiro del tempo. Le fotografie di Ulisse Bezzi", curata da Alessandra Mauro, che sarà inaugurata venerdì 3 novembre al PR2 - Palazzo Rasponi 2, in via D’Azeglio 2 e sarà visitabile fino al 7 gennaio 2018. L’esposizione, presentata oggi in municipio da Valentina Morigi, assessora alle Politiche giovanili, Alessandra Mauro, curatrice della mostra, Giuliana Bruni, presidente di RavennArte e Giovanni Bezzi, nipote di Ulisse, chiude il progetto Camera Work 2017 e intende ripercorrere la sua attività di fotoamatore che ha saputo catturare, con il suo sguardo, la campagna, il duro lavoro dei contadini, i volti delle persone, frammenti della città. Un patrimonio che ha descritto tradizioni, esperienze, vissuto che l’autore, tramite il nipote Giovanni Bezzi, intende trasferire alle nuove generazioni perché le radici culturali non vadano disperse.
“Ulisse Bezzi ha saputo parlare con immagini di grande raffinatezza dell’identità del nostro territorio e abbiamo creduto importante raccontarne la storia – afferma l’assessora alle Politiche giovanili Valentina Morigi – per tramandare ai giovani, non solo elementi tecnici sulla fotografia, ma un’idea di narrazione. Inoltre, abbiamo scelto questa mostra anche come momento conclusivo di un percorso che ha coinvolto moltissimi giovani della Scuola di Lettere e Beni Culturali del Campus di Ravenna in momenti formativi su quanto ruota attorno alla fotografia. I laboratori sono diventati un luogo di trasmissione di esperienze, dove si raccolgono eredità estetiche e racconti per crearne dei nuovi”.
Nel 2015, all'alba dei 90 anni e ormai abbandonata da tempo la macchina fotografica, Bezzi è stato contattato dal gallerista newyorkese Keith De Lellis che si è presentato nella sua casa di San Pietro in Vincoli, per acquistare un numero di stampe che hanno poi preso la rotta del collezionismo americano. Nei mesi successivi la storia di questo singolare incontro ha attirato l'attenzione dei media nazionali e internazionali.
Ma già durante gli anni di attività, a partire dal 1950, Bezzi aveva avuto modo di far circolare le proprie opere. Fotografava in ogni ritaglio di tempo e stampava in casa nelle ore notturne. Dal 1957 sono iniziati i primi concorsi, che hanno segnato, fra partecipazioni e premi, più di 50 anni di vita, con tappe in vari circoli fotografici, competizioni e rassegne in Italia e all’estero.
È quel che intende testimoniare la mostra al PR2, che oltre a cataloghi e documenti d’epoca, espone 30 stampe originali e un autoritratto, scelti dalle 69 immagini inserite nel catalogo e frutto di una selezione fra gli scatti custoditi nella casa di campagna dell’autore, dove vive assieme alla moglie Giulia.
Le fotografie di Bezzi testimoniano un paesaggio che cambia, dai lidi alle colline alla trasformazione del territorio da rurale a urbano. Ci sono poi le piccole messe in scena in cui compaiono volti di amici, bambini e conoscenti, ritratti realizzati con uno stile compositivo non autonomo, segno di una ricerca instancabile e di uno sguardo inedito.
Le stampe originali mostrano, nei timbri impressi sul retro e negli angoli consumati, il segno del tempo, tra viaggi, concorsi e premi. Trasmettono, come nota Alessandra Mauro, "il lascito che la tradizione della fotografia amatoriale italiana ci ha trasmesso e che oggi per noi si dirama e si diffonde in un insieme straordinario di documenti visivi preziosi, utili e indispensabili per comprendere il nostro recente passato, le sue atmosfere, le sue aspirazioni".
La mostra, accompagnata da un catalogo dove compaiono i testi di Alessandra Mauro, Claudio Marra e della testimonianza del nipote di Ulisse, Giovanni Bezzi, è promossa dall’assessorato alle Politiche giovanili del Comune di Ravenna, con il contributo della Regione Emilia-Romagna, il patrocinio dell’Università di Bologna - Campus di Ravenna e in collaborazione con l’associazione culturale RavennArte.
Con questa mostra la città di Ravenna vuole tributare un giusto e meritato omaggio ad una delle figure più significative della fotografia amatoriale del panorama romagnolo e consegnare alle giovani generazioni un patrimonio di vissuti e tradizioni che costituisce la radice fondamentale da cui guardare al futuro.