Ulrich Erben – Frammenti al Kappa-Nöun
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Kappa-Nöun ospita Frammenti al Kappa-Nöun, prima esposizione personale dell’artista tedesco Ulrich Erben. Il progetto, in collaborazione con Galleria Studio G7, presenta sei tele quadrate inedite realizzate in stretta relazione con l’architettura dello spazio.
Comunicato stampa
Kappa-Nöun ospita Frammenti al Kappa-Nöun, prima esposizione personale dell’artista tedesco Ulrich Erben.
Il progetto, in collaborazione con Galleria Studio G7, presenta sei tele quadrate inedite realizzate in stretta relazione con l’architettura dello spazio.
Le opere, allestite alla stessa distanza l’una dall’altra, seguendo la stessa misura della dimensione dei lavori, si inseriscono nella ricerca di Erben da sempre legata al paesaggio e si connotano per una linearità e un rigore al contempo puntuali e inaspettati.
In un ritmo visivo costante, il susseguirsi delle infinite variazioni di colore rivela variazioni sottili e volutamente impercettibili, metafora di un’indagine costante sulla luce e percezione della stessa.
Come osserva Davide Ferri “(…) se da lontano, in ognuno dei dipinti, queste linee e bande verticali paiono tutte uguali, da vicino rivelano la loro dissomiglianza e variabilità. Se infatti tutti i lavori sono scanditi dalla stessa sequenza ritmica, dall’alternanza cioè tra una banda verticale più sottile e una più spessa, ognuno di essi mostra una progressione e uno sviluppo cromatico diverso, con un movimento che può sfumare dall’assertività di colori uniformi e compatti all’evanescenza di “toni nascosti” (è un’espressione dell’artista), ambigui, più difficilmente nominabili, che si compenetrano l’un l’altro, o dal digradare dal nero/grigio/bianco a colori più caldi come il rosa, o marroni che richiamano la terra e la polvere.”
La serialità geometrica trae il proprio immaginario dalle colonne della facciata del tempio C di Selinunte, tempio greco di ordine dorico sulla costa sud-occidentale della Sicilia.
In un incontro tra storia e avanguardia, le opere rintracciano il passato e volgono lo sguardo al futuro.
La mostra invita il pubblico a riflettere su spazio, colore e tempo, temi centrali nella poetica di Ulrich Erben, offrendo un’esperienza immersiva in cui la percezione diventa protagonista.
Ulrich Erben (Düsseldorf, 1940) riconosciuto tra i maggiori esponenti della pittura aniconica europea, studia presso le accademie di Amburgo, Venezia e Berlino. Partendo dai paesaggi e dalle nature morte si orienta verso un lavoro fondato sull’intenso legame tra geometria e natura, con particolare interesse per l’architettura e le dimensioni degli spazi. Nel 1968 esegue il primo quadro dipinto di bianco, pittura neutra e libera da associazioni che mostra un paesaggio senza legame figurativo. In seguito, pur utilizzando prevalentemente il colore bianco, l’artista aggiunge forme semplici di colori saturi. Le forme rigide tendono così a dissolversi sempre più, andando di pari passo con l’intensificarsi dell’uso del colore, in particolare verso la fine degli anni ‘80. I colori diventano “colori della memoria”, spesso proposti sulla tela in base alla loro influenza e attrazione reciproca. Insieme ai colori, anche la luce e le dimensioni dei quadri di Erben sono elementi fondamentali per coinvolgere lo spettatore. L’illuminazione variabile, unitamente alle differenti tonalità cromatiche, si incrocia sulle sue tele generando illusioni prospettiche e sfumature mutevoli. Partecipa nel 1976 a Documenta VI. L’artista espone in numerosi spazi pubblici e privati in Germania e nel mondo. Si ricordano: Museo Folkwang, Essen; Kunsthalle Mannheim, Mannheim; Nationalgalerie, Berlino; Kunstverein für die Rheinlande und Westfalen, Düsseldorf; Museum of Modern Art, Osaka; Museum Wiesbaden, Wiesbaden; Mies van der Rohe-Haus, Berlino; Fondazione Zappettini, Chiavari; Museum Kurhaus, Kleve; Barmenia Versicherungen, Wuppertal; MKM Museum Küppersmühle für moderne Kunst, Duisburg; Kunstmuseum Bochum; Josef-Albers-Museum Quadrat, Bottrop; Museum Goch, Goch. Il suo lavoro appartiene a importanti collezioni private e pubbliche tra cui: Daimler Art Collection, Stuttgart/Berlino; Kunsthalle Bremen, Bremen; Kunstmuseum Moritzburg Halle, Halle; Kunstpalast, Düsseldorf; Kunstsammlung Nordrhein-Westfalen, Düsseldorf; LWL-Museum für Kunst und Kultur, Münster; Museum Kurhaus Kleve, Kleve; Pinakothek der Moderne, Munich; Sammlung zeitgenössischer Kunst der Bundesrepublik Deutschland, Bonn; Schwauerk Sindelfingen, Sindelfingen; Von der Heydt-Museum, Wuppertal.