Umberto Mariani – Opere 1967-2013
Umberto Mariani (Milano 1936), certamente uno degli artisti italiani più importanti della sua generazione, si presenta con una esposizione antologica (60 opere) che copre e illustra l’intero percorso della sua attività (1967-2013).
Comunicato stampa
Umberto Mariani (Milano 1936), certamente uno degli artisti italiani più importanti della sua generazione, si presenta con una esposizione antologica (60 opere) che copre e illustra l'intero percorso della sua attività (1967-2013).
La mostra, a cura di Sandro Parmiggiani è allestita in una prestigiosa sede espositiva messa a disposizione dal Comune di Reggio Emilia e in collaborazione con i Musei Civici della città.
L’iniziativa fa seguito a due altre esposizioni che si sono tenute in spazi culturali pubblici di grande prestigio: giugno-luglio 2011 Galleria di Palazzo Medici-Riccardi e Biblioteca Riccardiana, Firenze, marzo-aprile 2013, Sala San Ignazio, Arezzo.
La mostra di Reggio Emilia è stata fortemente voluta dall'artista per ricordare la propria madre Jole Nizzoli (Reggio Emilia 1909 - Milano 1996).
Il percorso espositivo si apre con alcune opere propedeutiche del 1967 che attestano il forte influsso che ebbe su Mariani l'artista inglese Graham Sutherland e che testimoniano un evidente antefatto poichè subito l'anno successivo (1968) il nostro Artista raggiunge una completa autonomia sia sul piano contenutistico, sia sul piano formale.
OGGETTI ALLARMANTI” (1968-1973) Con questi quadri Mariani si afferma come il più significativo tra gli artisti milanesi della sua generazione quale testimone della realtà coeva di Milano. Nato e formatosi alla Accademia di Brera, per questo milanesissimo, e attento ai nuovi processi sociali e culturali della sua città, ha captato con lucida intelligenza e linguaggio moderno quei mutamenti radicali che il tessuto socio-economico di Milano stava presentando. Le vecchie e tradizionali strutture industriali e produttive a metà degli anni '60 cedevano il passo a nuove progettazioni e a nuove tecnologie. Queste innovazioni avrebbero consentito alla città di divenire agli occhi del mondo intero la “ Milano capitale mondiale del designer e della moda”.
“ALFABETO AFONO” (1974-1978)Con questo ciclo di quadri detto comunemente “lettere bendate” Mariani fornisce una risposta visiva ai problemi posti in quegli anni con tanta efficacia sul piano sociologico da Mc Luhan ,ovvero la difficoltà di rapportarsi tra individui: “l'incomunicabilità”. Sono ancora opere dipinte su tela.
“RELITTI DI SCENA” “SPECCHI” (1979-1994) E' la fase barocca di Mariani Sono gli anni nei quali le avanguardie proponevano un ritorno alla pittura e all'interno della tela dipinta un significato di “teatralità” (vedi Bonito Oliva). Queste proposte, sebbene molto lontane dal sentire di Mariani, vengono raccolte dall'Artista milanese come una provocazione, ed elaborate in forme dove la teatralità è molto esplicita e le citazioni sono desunte e assimilate dagli spazi metafici e surreali di De Chirico e Magritte. In mostra sono esposte cinque installazioni, vere e proprie messe in scena, dove l'inganno percettivo e prospettico sposato con le luci che appartengono alle opere stesse evocano chiaramente gli spazi scenografici del palcoscenico.
“PIOMBI” (1992-2013) Siamo al capitolo più recente del complesso e articolato percorso poetico di Mariani. Questo capitolo iniziato tra il 1991 e il 1992 testimonia come il suo lavoro si sviluppi nel tempo con palese e pregevole coerenza. Infatti queste opere consistono in una serie di forme e di segni celati (“LA FORMA CELATA”) da una sorte di panneggio illusorio realizzato con una sottile lamina di piombo modellata. Mariani, a distanza di 40 anni, riprende la tematica dell”Alfabeto afono” a quei tempi solo dipinto su tela, Ora sono rilievi che alludono al panneggio
e l'opera si sviluppa in tre dimensioni. I segni ed i simboli e, a volte anche le lettere, affiorano dallo sviluppo di pieghe che li avvolgono come antichi e misterosi reperti, relitti di un tempo antico. E' stupefacente come la sapienza di Mariani sappia trasformare con una metamorfosi inequivocabile agli occhi di chi guarda, il piombo in tessuto (a volte anche in oro) creando un inganno vertiginoso. Operazione degne di un alchimista prestigioso.
Attualmente importanti e prestigiose gallerie internazionali si stanno occupando del suo lavoro.