Un mio Paesaggio
EDDart presenta “Un mio Paesaggio”, variazioni fotografiche sul tema negli spazi espositivi di Palazzo Taverna, Roma.
Comunicato stampa
Da Giovedì 10 febbraio 2022 e fino a Sabato 16 Aprile 2022 , EDDart presenta “Un mio Paesaggio”, variazioni fotografiche sul tema negli spazi espositivi di Palazzo Taverna, Roma. Un percorso, attorno al paesaggio, articolato attraverso alcune delle visioni più innovative nella storia della fotografia italiana che dagli anni Cinquanta in poi, hanno contribuito a cambiare l’impostazione iconografica storicamente legata al nostro paese.
La mostra si apre con quattro fotografie di Mario Giacomelli che, per primo, stravolge l’idea preesistente di paesaggio, allontanandola dal reale e dal “certo” verso una composizione astratta, specchio dell’uomo e della sua natura più profonda.
Prosegue poi con cinque opere di Luigi Ghirri, e due di Olivo Barbieri, protagonisti di alcuni fondamentali momenti nella storia della fotografia in Italia come Viaggio in Italia, che mostrò per la prima volta, nel 1984, un nuovo concetto di paesaggio: elementi marginali come strade asfaltate, lampioni della luce e case isolate acquistano valore e diventano parte dell’immaginario italiano. Gli scatti in mostra appartengono a momenti diversi e consentono di apprezzare le caratteristiche salienti dei due maestri della fotografia, come ad esempio, nel caso di Barbieri, l’attenzione per l’illuminazione artificiale che caratterizza “Tokyo 1992”
Seguono poi le opere di Mario Schifano e Paolo Ventura, differenti eppure dettate da una ricerca allo stesso tempo formale e legata alla storia della pittura: da una parte le polaroid lavorate con tempere o collage , dall’altra le composizioni oniriche di Ventura, nascono da un desiderio di reinventare il linguaggio fotografico attraverso profonde contaminazioni formali.
Sguardo particolarmente interessante, infine, quello di Giuseppe Loy, fotografo protagonista fino al 27 Febbraio di un’importante retrospettiva a Palazzo Barberini, di cui sono esposte cinque opere capaci di lasciare intuire la sua visione, nella quale la componente “umana” e l’attenzione per l’altro si fondono creando un paesaggio empatico fatto innanzitutto di persone, di lavoratori e di storie.