Un PO d’arte
Presentazione dei lavori di Loredana Di Lillo e Matteo Rubbi nell’ambito del progetto di Arte Pubblica Un Po d’Arte.
Comunicato stampa
OVOVIA ITALIA 61
Uno spazio che viene riscoperto dalla città, la volontà di raccontare una storia italiana fatta di eventi e persone, questo è lo spirito dell'intervento curato da Art At Work nella ex-stazione dell’ovovia costruita per Italia 61 e subito dismessa. Questa peculiare “architettura industriale” ancora in stato di abbandono é tutt'oggi sigillata; la cancellata dell'ingresso principale è chiusa da una catena, ma avvicinandosi ci si rende conto che quella che apparentemente é un modo per proteggere lo spazio da incursioni e squat è l'opera di Loredana di Lillo (1979), una catena in bagno d'argento e un lucchetto d’ottone, cesellato con la scritta “Intolerant freedom" (libertà intollerante).
Un intervento minimale ma in qualche modo violento che da un lato evoca la condizione di crisi economica, etica e culturale, non solo italiana ma globale e che contemporaneamente ispirandosi a Pasolini riflette sui rapporti tra libertà e potere. Quest'intervento ed il fatto che può essere aperto, offre la ridefinizione delle funzionalità del luogo, la possibilità di rinegoziare il presente.
L'interno della ex-stazione dell'ovovia é buio, si intravede all'interno una debole luminescenza, solo quando lo sguardo si é abituato alla scarsa luce si distingue la scritta composta da lampadine Italia 61. La grande insegna artigianale, sembra essere un reperto della storia del luogo, quasi che nella fretta del disallestimento fosse stata ricoverata nell'ex-ovovia e lì dimenticata; invece é l'opera di Matteo Rubbi (1980) che attraverso questa “azione scultorea” evoca malinconicamente un passato in cui il sogno industriale di una Torino futuribile non si era scontrato con la realtà della storia, in cui un nome evocava una serie infinita di possibilità. L'allestimento temporaneo di questo lavoro negli spazi dell'ex-ovovia segna la volontà di trasformare questo luogo in uno spazio per la produzione contemporanea, di riappropriarsi di un pezzo di storia cittadina per offrire alla città e ai cittadini l'occasione di vivere e fruire l'arte contemporanea in maniera nuova e coinvolgente.