Un Tributo all’Arte – Vincenzo Schillaci / Gianni Pellegrini

Informazioni Evento

Luogo
STUDIO LEGALE TRIBUTARIO FANTOZZI & ASSOCIATI
Via Sicilia 66, Roma, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Il
Vernissage
21/05/2019

ore 19

Artisti
Gianni Pellegrini, Vincenzo Schillaci
Generi
arte contemporanea

Lo Studio Legale Tributario Fantozzi & Associati in collaborazione con Fondazione per l’Arte, che da anni lavora al sostegno e alla promozione degli artisti italiani con iniziative di vario genere, apre le porte della sua sede romana al primo di una serie di progetti espositivi intitolati “Un Tributo all’Arte”.

Comunicato stampa

Lo Studio Legale Tributario Fantozzi & Associati in collaborazione con Fondazione per l’Arte, che da anni lavora al sostegno e alla promozione degli artisti italiani con iniziative di vario genere, apre le porte della sua sede romana al primo di una serie di progetti espositivi intitolati “Un Tributo all’Arte”. Gli spazi dello studio legale diventano dunque anche luogo di verifica e realizzazione di idee progettuali, luogo di promozione di arte e cultura in un clima informale, al di fuori dei circuiti tradizionali, per contribuire a favorire il confronto e lo scambio, valorizzare la creatività e la possibilità reale di un dialogo tra generazioni e provenienze culturali differenti. Per lo Studio si tratta di un’importante scelta di prospettiva e in quest’ottica ha istituito un dipartimento di Tax Art Advisory al fine di fornire ai propri clienti un servizio altamente specializzato di consulenza e ass istenza fiscale.

Vincenzo Schillaci / Gianni Pellegrini

Protagonista assoluta la pittura, il dialogo tra le tele di Gianni Pellegrini (1953) e le tavole di Vincenzo Schillaci (1984) attraversa più di tre generazioni artistiche di riflessione sulle possibilità espressive del mezzo pittorico, mutando nella composizione dei materiali e nei procedimenti operativi. La densa stratificazione cromatica di Vincenzo Schillaci è ottenuta per addizione di elementi eterogenei, dal quarzo alla finitura marmorea, levigati dall’azione ossessiva di stesura compiuta dall’artista, che fa scorrere via la sostanza in eccesso rinunciando al pennello per misurare con un gesto che coinvolge il suo intero corpo l’ampiezza della tavola e l’inerzia della materia. L’esito del procedimento è una schermatura perfettamente polita in superficie, mentre la fisicità del lavoro si condensa nell’accumulo scultoreo che si conserva ai margin i del supporto. Il risultato è una pittura minimale costruita attraverso la stratificazione di gesti e idee. Un’attitudine analitica calibra invece il gesto tradizionale di Gianni Pellegrini, il cui lavoro si assesta su una linea di ricerca dalle ascendenze moderniste. La sua riflessione sulle potenzialità del supporto e sugli equilibri compositivi degli elementi pittorici comincia negli anni ’70, passando per l’interferenza di linee e superficie (i cicli Tracce, Graffiature e Paesaggi ne sono un esempio) fino all’avvio di una sostanziale riflessione sul colore, indagandone sopratutto le ombre, i riflessi e le specchiature (come nel ciclo Adombrati, dei Profili o nei lavori che appartengono alla serie delle Cadute).

L’opera di questi due artisti si incontra nell’esito condiviso di esplorazione visiva della profondità spaziale del colore da un lato, e di lenta percezione temporale che permette di accedere all’opera, nel suo farsi e nella sua contemplazione, dall’altro.

Gianni Pellegrini nasce a Riva del Garda (TN) nel 1953, dove vive e lavora. Inizia a lavorare nei primi anni Settanta accanto al pittore trentino Aldo Schmid che lo rende partecipe del gruppo "Astrazione oggettiva”, fondato nel 1976. A tale periodo risalgono le prove astratto-analitiche giocate sull’interferenza tra linee e superficie. Con gli anni Novanta Pellegrini avvia un sostanziale recupero della sua relazione con il colore, inteso non più come oggetto di riflessione e contemplazione, bensì come elemento in grado di catalizzare a sé la materia. Il suo lavoro rigoroso degli anni Settanta viene documentato con un cospicuo numero di opere presso la Estorick Collection of Modern Italian Art di Londra nel 2016 e al Museum Haus Ludwig di Saarlouis (Germania) nel 2015.

Vincenzo Schillaci nasce a Palermo nel 1984. Vive e lavora a Roma. Tra le recenti mostre personali: MikE, Operativa Arte Contemporanea, Roma, 2018; Figures (?), In Berlin project, Berlino, 2018; Figures (?), Francesco Pantaleone Arte Contemporanea, Milano, 2018; Dove Nessuno Va, Operativa Arte Contemporanea, Roma, 2016; La Vita Rapita, Komplot, Bruxelles, 2014; Ente da fare, Cripta 747 at Basement Franco Noero, Torino, 2013. Tra le mostre collettive: SIMPLY UNTITLED, Miart 19, Isorropia Homegallery, Milano, 2019; Il Vello D’Oro, Giorgio Galotti, Torino, 2018; La Febbre, Manifesta 12, Palazzo Mazzarino, Palermo, 2018; Twiner#5_ La Joie de Vivre, Centrale del Tennis, Foro Italico, Roma, 2017; La mostra Bianca, Operativa Arte Contemporanea, Roma, 2017; WAX, Galleria Francesco Pantaleone, Palermo, 2016; Le Associazioni Libere, La Maison Rouge, Parigi, 2012.