Una stagione Informale
In mostra una delle più ampie collezioni private di arte informale. La collezione che nasce dalla volontà e dalla passione di Gian Piero Reverberi e che oggi la famiglia Reverberi custodisce e incrementa.
Comunicato stampa
Il Museo Archeologico Regionale di Aosta ospita, dal 20 giugno al 26 ottobre 2014, lattesissima prima di una delle più ampie collezioni private di arte informale. La collezione che nasce dalla volontà e dalla passione di Gian Piero Reverberi e che oggi la famiglia Reverberi custodisce e incrementa.
Gian Piero Reverberi è musicista, arrangiatore e produttore. A lui sono legati molti dei maggiori successi di cantautori italiani, e non solo, come Gino Paoli, Luigi Tenco, Fabrizio De Andrè, New Trolls, Le Orme, Lucio Battisti, Ornella Vanoni, Lucio Dalla, Paul Anka, Patty Pravo e Sergio Endrigo. Nel 1979 fonda il gruppo Rondò Veneziano che raggiunge l'apice del successo vendendo 20 milioni di copie in tutta Europa, con le sue originali musiche baroccheggianti. Accanto alla passione professionale per la musica, Reverberi ha coltivato infatti unaltra travolgente passione, quella per larte: tutte e due vissute da attento spettatore del suo tempo, con la capacità di cogliere le novità che emergevano sulla scena mondiale.
Per iniziativa dellAssessorato Istruzione e Cultura della Regione Autonoma Valle dAosta, questa magnifica Collezione, sino ad ora concessa solo allammirazione degli amici, fa la sua prima uscita pubblica, in occasione della quale Beatrice Buscaroli e Bruno Bandini, che ne sono i curatori, hanno selezionato circa 90 opere tra le oltre 300 raccolte dal musicista negli ultimi 30 anni.
La Collezione Reverberi si è costituita infatti nellarco di circa tre decenni, privilegiando una particolare stagione: quella della pittura informale. Un catalogo ricco, che da un lato esalta la centralità dellinvestigazione europea, e dallaltro dedica ampio spazio a quella declinazione dellinformale caratterizzata dalla dissoluzione della figura (come è testimoniato dallesperienza CoBrA) e da originali evoluzioni di esperienze concettuali (come nei casi di Novelli o di Bendini). La Stagione Informale della Collezione Reverberi presenta quindi opere di Fautrier, Afro, Perilli, Santomaso, Marfaing, Appel, Jorn, Dorazio, Olivieri, Bargoni, Bendini, Lindstrom, Shiraga, Manzoni, Schumacher, Nitsch, grazie alle quali riesce ad offrire uno spaccato di altissimo livello italiano ed europeo.
Le opere in mostra presentano una precisa testimonianza dellarte del dopoguerra, contrassegnata dalla consapevolezza della natura effimera e priva di certezze del presente: essa si traduce in una frustrazione della visione, frutto di un primato che viene riconosciuto al gesto espressivo, alle dinamiche del segno e della materia. Rivoluzione del gesto e poetica del colore e della materia sembrano i veicoli originali cui affidare la creazione artistica, specie attraverso il mezzo della pittura. Automatismi psichici di matrice surrealista ed attenzione per le varianti delle filosofie dellesistenza vanno a comporre quel singolare e composito organismo artistico e culturale che solitamente viene definito Informale.
Le vie dellInformale sono molteplici, così come molteplici sono le consapevolezze che gli artisti vengono manifestando. Quella che appare più solida e destinata a durare nel corso del tempo è una innegabile attenzione nei confronti della pratica della pittura, per quanto non più contenibile nei confini di una forma, nei limiti di una composizione che sembra costringere gli spazi di libertà della creazione. In una parola, si tratta di una pittura per la quale come scrisse nel 1946 Francis Ponge presentando una mostra di Jean Fautrier la bellezza ritorna. Ma si tratta di una bellezza tra virgolette, che può sì ritornare ma a condizione di sconvolgere i canoni espressivi che lhanno preceduta. Non si rinuncia alla narrazione, piuttosto limmagine si traduce in luogo in cui la libertà creativa dellartista prende corpo attraverso una conversione dallignoto e dallindicibile, intesi sia come lascito di una storia sempre più frammentata e disumanizzata, sia come groviglio dellinconscio.