Undici allunaggi possibili
undici allunaggi possibili, undici artisti che abitano undici stanze nello splendido Collegio Armeno di Cà Zenobio a Venezia. Undici passaggi per il visitatore della mostra, undici sensazioni ed equivalenze, narrazioni ed intercettazioni, undici ferite da aprire o suturare, undici possibilità per arginare o amplificare le distanze tra opera e fruitore dell’opera, tra artista e testimone, tra arte e vita.
Comunicato stampa
undici allunaggi possibili, undici artisti che abitano undici stanze nello splendido Collegio Armeno di Cà Zenobio a Venezia. Undici passaggi per il visitatore della mostra, undici sensazioni ed equivalenze, narrazioni ed intercettazioni, undici ferite da aprire o suturare, undici possibilità per arginare o amplificare le distanze tra opera e fruitore dell’opera, tra artista e testimone, tra arte e vita. Nel 1969 l’Apollo 11 ha toccato la Luna. L’immagine in diretta della scoperta, della sua attesa, della sua rivelazione è in undici allunaggi possibili l’invito al contatto tra colui - lo spettatore - che transita distratto nel mondo e colei - l’arte - che lo accoglie tra sconcerto ed emozione, raccapriccio e fascino, timore ed aspettativa.
Se la creazione dell’artista nella sua fase germinale abita la stanza privata dell’arte, quando tale creazione è sviluppata si mette in relazione con il suo spettatore e la stanza diviene il luogo dello scambio e dell’ascolto, il luogo del possibile e dell’incantesimo reale. La stanza diviene, nell’inciampo tra sguardo a libellula dell’artista e sguardo solitamente orizzontale dell’astante, un allunaggio possibile, quindi un’epifania tra narrazione e comprensione che genera questo humus fertile, pallido, apparentemente lontano, ma appunto possibile come qualsiasi allunaggio inteso come bisogno di espansione del pensiero e del pensare, del fare arte e del nutrirsi d’arte. Ogni stanza di questa esposizione d’allunaggi possibili, è una stanza che mi piace pensare come un territorio di sospensione non silenzioso per forza, non chiassoso per forza. Uno spazio confidenziale dell’opera che convive e dialoga con i singoli luoghi afferrando per mano il visitatore che condivide un percorso che lo porta dall’atmosfera felliniana dell’installazione di Francesco Bocchini, una grande giostra in ferro alta e larga 5 metri, ruotante e dal fascino spiazzante, allo scambio con l’interattiva "come bere un bicchiere d'acqua" degli AuroraMeccanica, installazione dalla forte connotazione politica e sociale incentrata sulla tragedia di Fukushima Daiichi, passando per le opere intrise di ricordi ed impure di Alessandro Bergonzoni che espande l’errore sul bilico dell’abbandono. Il lavoro di Robert Gligorov impasta denuncia sociale, sarcasmo, poesia ed invenzione, Mauro Ghiglione muove una stanza di pensiero e percezione in relazione tra spazio e memoria, Tamara Repetto ci fa galleggiare nella sperimentazione con un’installazione a temperatura fredda e calda, solcata da lirismo e impegno tecnologico in cui 600 bacchette di vetro e 45 cialde olfattive di erba ed edera, violette, margherite e muschi, coinvolgono udito, vista, tatto, olfatto. Il processo artistico di Gianni Moretti si spinge sul bilico del rapporto tra protezione e paura con “la seconda stanza”, un luogo in cui tessuti di plastica accolgono la persona in balia del suono frastornante di mille campanellini d’oro e una luce intensa; le mura di Eric Winarto sono un’immersione tra vuoti e pieni, bianco e nero, in cui il buio amplifica gli effetti di una pittura a parete invisibile alla luce. Ester Maria Negretti crea totem materici intrisi di pittura, suoni, luci, riflessi per un dialogo costante e profondo tra essenza dell’opera e spirito del luogo, Gino Sabatini Odoardi installa oggetti simbolici, 12 inginocchiatoi laccati bianchi che accolgono gamepad playstation in termoformatura bianca per un lavoro in equilibrio tra ludico e sacro e Ekaterina Panikanova porta disegno, forma e struttura a scambi continui tra opera di carta e lo svolgimento dinamico della loro proiezione incessante su un muro di libri.
martina cavallarin
Coordinamento culturale e scientifico:
scatolabianca www.scatolabianca.com
Centro progetti: [email protected]
Art Director: Federico Arcuri, [email protected]
PR & Comunicazione: Roberta Donato, [email protected]
Web Agency: www.immediatic.it
Patrocini: Comune di Venezia - Provincia di Venezia e della Regione Veneto
In collaborazione con:
Galleria L’Affiche, Milano - Barbarian Art Gallery, Zurich - Galerie Metropolis, Paris - Galerie Charlotte Moser, Geneva - Galleria Oredaria, Roma - Galleria Michela Rizzo, Venezia - Galleria Pack, Milano
Ringraziamenti:
Natasha Akhmerova - Costantino Bormioli - Bussetti e Mazza - Antonio Manca - Francesco Mantero - Guglielmo Melodia - OFFICINA MECCANICA BB RRL - Marie-Madeleine Opalka – OTTONOTE - TECHWOOD