Undressed

Informazioni Evento

Luogo
ARCHIVI DELLA MISERICORDIA
Canareggio 3541 , Venezia, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
19/04/2017

ore 18

Curatori
Carola Minincleri, Sofia Fernandez Stenström
Generi
fotografia

A Venezia una mostra fotografica per raccontare, in 37 scatti ravvicinati, i ragazzi e il loro percorso di scoperta di sé attraverso l’arte.

Comunicato stampa

Undressed. Spogliati. Messi a nudo ovunque sui social, dove tutti sono amici, eppure stritolati dalle maschere, incapaci di vera intimità anche con le persone più vicine e con sé stessi. Siamo tutti immersi nel brodo dell’iper-connessione e gli adolescenti cercano con maggiore fatica la loro identità: un percorso ad ostacoli fra i modelli stereotipati, superficiali, frammentati che “soffocano" le loro comunicazioni, immerse in una cultura ossessionata dall’immagine.

Parte da qui – e dalla voglia di trovare una risposta adeguata a un caso concreto di cyberbullismo – il progetto di contaminazioni artistiche UNDRESSED: un workshop per adolescenti che ha dato origine alla mostra ospitata dal 19 aprile al 25 aprile 2017 nella splendida cornice degli Archivi della misericordia di Venezia. L’opening, il 19 aprile alle ore 18, sarà accompagnato dalla performance Alta Specula: un’intensa esperienza di sguardi uno a uno tra spettatori-persone e artisti-adolescenti, per sperimentare un possibile percorso dal rifiuto all’accoglienza di sé.

Gli scatti della fotografa ispano-svedese Sofia Fernandez Stenström sono agli antipodi rispetto ai selfie che durano il tempo di un secondo. Nascono da un percorso di disvelamento di sé, proposto da Farmacia Zoo:E’: Carola Minincleri, artista multidisciplinare cofondatrice della compagnia di ricerca teatrale veneziana, ha ideato e curato il progetto. Dieci ragazzi, dai 14 ai 19 anni, selezionati attraverso una lettera motivazionale nel giugno scorso hanno vissuto un’esperienza intensa: 36 ore senza cellulare – intervallate da solo 4 ore di sonno – per vivere un contatto profondo con sé stessi e il gruppo, sperimentando la forza dell’arte come strumento di scoperta e di maturazione.

Incontri “ravvicinati” che rompono l'abitudine dei ragazzi, e spesso le nostre stesse, di rifugiarsi nei social “per bloccare i propri orizzonti in quelle che chiamo zone di comfort, dove l’unico suono che sentono è l’eco della propria voce, dove tutto quello che vedono sono i riflessi del proprio volto” (Zygmunt Bauman, intervista al El Pais, 26 giugno 2016). Ecco che Internet è diventato “il luogo della solitudine di massa, se i monaci di un tempo si ritiravano nelle grotte per non vedere più nulla del mondo, oggi ci ritira di fronte al computer per vedere tutto il mondo, ma è un mondo che non parla, la comunicazione avviene in un contesto ignoto, dove le facce non si confrontano, gli occhi non si incontrano”. (Umberto Galimberti). Una solitudine spesso ancor più forte fra gli adolescenti, che anche quando hanno centinaia di amici su Facebook “fanno fatica a dire il nome di qualcuno che possano davvero chiamare nei momenti difficili della vita” (Andy Braner).

In mostra, il percorso dei ragazzi durante il workshop è raccontato da 37 scatti: dai primi momenti d'attesa all'immersione nel photo shoot, fino al confronto tra l'autoritratto e il ritratto “undressed”, una fotografia in cui emerge e si rivela una parte meno conosciuta, non narrata e – forse – non narrabile. Infine alcune immagini “after bit”, a suggellare l'esperienza di autentico contatto, da cui sono usciti sorpresi, e al tempo stesso più forti e consapevoli, meno “vulnerabili” ai condizionamenti della cultura dell’immagine.

“Abbiamo proposto in chiave artistica e performativa un viaggio – spiega Carola Minincleri - verso la propria interiorità, oltrepassando l'immagine ideale che i ragazzi avevano di sé stessi per accogliere piuttosto la loro intima, attuale presenza, così com'è, luci ed ombre incluse. Il percorso si è focalizzato in particolare sui differenti tipi di sguardo che i ragazzi hanno su di sé, e dunque sul superamento di pregiudizi e barriere che servono a separarsi dagli altri e a “non sentire”, favorendo una riscoperta dell'intimità con il proprio mondo interiore e di conseguenza, con gli altri”. I ragazzi si sono raccontati allo specchio, bendati hanno cercato punti di contatto con l’altro attraverso i piedi e le mani, ad occhi chiusi hanno camminato tutti insieme in equilibrio nella notte, hanno “raccontato” con il corpo la loro visione sugli altri, hanno sperimentato la forza e l’energia dello sguardo che porteranno “in scena” con la performance del 19 aprile.

Accanto alle fotografie, le riflessioni – autentiche e semplici – dei loro diari. “Dentro ho tutto” così Mirko, 16 anni, di Marghera, restituisce l’esperienza vissuta. Mentre Brixhilda, 19 anni, di Tirana, racconta di essere uscita dal workshop accorgendosi di avere “un’immagine più grave” di sé di quanto si rivela nelle fotografie. E Sabrina, 17 anni, di Mestre, riporta di “aver vissuto il bisogno” di sporcarsi con la terra. Greta, 15 anni, di Portegrandi, ha visto di sé “una ragazza senza volto e libera”.

Il workshop ha permesso di mettere a punto un percorso laboratoriale aperto agli adolescenti: una proposta che non si esaurisce con la mostra in programma agli Archivi della Misericordia e che Farmacia Zoo:E’ vuole mettere a disposizione di scuole, associazioni, gruppi.

LE CURATRICI
Carola Minincleri, nata a Venezia nel 1974, è artista multidisciplinare e fondatrice della compagnia teatrale Farmacia Zoo:E’. Si è formata alla scuola Quelli di Grock di Milano e con l’artista surrealista Cristobal Jodorowsky. Con Gianmarco Busetto ha fondato la scuola di teatro Farmaschool di Mestre. Collabora al programma per l’Innovazione culturale a cura del Laboratorio di Management delle Arti e della Cultura dell’Università Ca’ Foscari di Venezia.
Sofia Fernandez Stenström, nata a Stoccolma, nel 1974, è artista di fotografia. Si è formata a Londra e a Parigi, e dopo essersi trasferita in Italia ha iniziato a lavorare nel mondo della fotografia artistica e pubblicitaria. E’ specializzata in children and female portrait, reporting di progetti umanitari, e in shooting fotografici come metodo di conoscenza di sé.