Unforgettable Childhood – L’infanzia indimenticabile
In occasione del 60esimo anniversario della Dichiarazione dei diritti del fanciullo l’arte racconta la dimensione più intima e delicata dell’infanzia, nel rispetto e nella tutela della sua natura.
Comunicato stampa
Ermanno Tedeschi, curatore della mostra Unforgettable Childood - L’infanzia indimenticabile, ha coinvolto maestri dell’arte figurativa italiani e israeliani affinché dialogassero fra loro sull’esperienza dell’infanzia, con la convinzione che l’arte sia uno strumento di pace che possa creare nuove e forti relazioni contro falsi stereotipi.
Di seguito i protagonisti e le tematiche che compongono l’esposizione.
L’innocenza, la dolcezza di una carezza, di uno sguardo e di un gesto affettuoso sono il cuore dell'opera di Margherita Grasselli*, di Riccardo Cordero, Sharon Rashbam Prop, Nava Ebel, Valerio Berruti, Orna Ben-Ami, Enzo Isaia*, Adi Kichelmacher, Pietro d’Angelo, Daniele Basso, Bar Greenstein, Tobia Ravà, Claudia Giraudo, Simona Cavaglieri, Hana Silberstein, Francesca Duscià, Avivit Segal, Elisabetta Riccio, Nimi Getter, Carlo Galfione, David Kasman e Haya Graetz Ran; una sorte di sezione “affettività”.
In altri casi gli artisti hanno voluto esprimere il concetto dell’infanzia indimenticabile attraverso
la rappresentazione di un gioco e del “giocare” in cui i protagonisti sono: i palloncini ed i coni gelato di Giorgio di Palma, il girotondo di Barbara Nejrotti*, il gioco della medusa di Edgardo Giorgi, il bambino che guarda le stelle di Giuseppe Labianca, la bambina con il secchiello di Tali Navon, il palloncino di Paolo Amico*, le giostre di Eitan Vitkon e Hila Karabelnikof, le bolle di sapone di Michael Lazar, la libreria giocosa di Isa Locatelli, il chitarrista di Zavi Apfelbaum, la scultura dell’elefante di Menashe Kadishman, l’installazione di piccoli giochi e di palloni sgonfiati di Suly Bernstein, la bimba con la papera di David Gerstein, l’aereoplanino di Boulakia, l’altalena di Daniel Tchetchik, i fumetti di Edward Spitz, il coniglietto di Arie Berkowitz, le caramelle di Carla Chiusano, il bolide di Giovanni Albanese, il coniglio, il cavalluccio marino e la gallina di Camilla Ancillotto e le scatole con tavole colorate di Angelica Romeo.
Nelle opere di Ruth Orenbach, Emilia Faro, Miriam Drath, Ronith Shalem, Orly Aviv, Inbar Chotzen Tselinker e Dado Schapira invece ritroviamo “il giocare” come espressione del movimento corporeo.
Una menzione a parte per la loro originalità e fantasia meritano le opere di alcuni artisti come
Gabriele Turola, Edward Fox, Rona Boyarski, Brigitta Huemer, Enrico De Paris*, Ugo Nespolo, Federico Caputo*, Eran Shakine, Vered Aharonovitch, Sher Avner e Mario Zito e la proiezione del libro di Marco David Benadi'* “Io sono mio padre, io sono mio figlio” che evidenzia quanto sia indimenticabile e fondamentale nell'adolescenza il rapporto tra figli e genitori.