Unforgettable Childhood – L’infanzia indimenticabile

Informazioni Evento

Luogo
POLO DEL '900
via del Carmine 14, Torino, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
05/11/2019

su invito

Curatori
Ermanno Tedeschi
Uffici stampa
CAROLINA MAILANDER COMUNICAZIONE
Generi
arte contemporanea, collettiva

In occasione del 60esimo anniversario della Dichiarazione dei diritti del fanciullo l’arte racconta la dimensione più intima e delicata dell’infanzia, nel rispetto e nella tutela della sua natura.

Comunicato stampa

Ermanno Tedeschi, curatore della mostra Unforgettable Childood - L’infanzia indimenticabile, ha coinvolto maestri dell’arte figurativa italiani e israeliani affinché dialogassero fra loro sull’esperienza dell’infanzia, con la convinzione che l’arte sia uno strumento di pace che possa creare nuove e forti relazioni contro falsi stereotipi.
Di seguito i protagonisti e le tematiche che compongono l’esposizione.

L’innocenza, la dolcezza di una carezza, di uno sguardo e di un gesto affettuoso sono il cuore dell'opera di Margherita Grasselli*, di Riccardo Cordero, Sharon Rashbam Prop, Nava Ebel, Valerio Berruti, Orna Ben-Ami, Enzo Isaia*, Adi Kichelmacher, Pietro d’Angelo, Daniele Basso, Bar Greenstein, Tobia Ravà, Claudia Giraudo, Simona Cavaglieri, Hana Silberstein, Francesca Duscià, Avivit Segal, Elisabetta Riccio, Nimi Getter, Carlo Galfione, David Kasman e Haya Graetz Ran; una sorte di sezione “affettività”.

In altri casi gli artisti hanno voluto esprimere il concetto dell’infanzia indimenticabile attraverso
la rappresentazione di un gioco e del “giocare” in cui i protagonisti sono: i palloncini ed i coni gelato di Giorgio di Palma, il girotondo di Barbara Nejrotti*, il gioco della medusa di Edgardo Giorgi, il bambino che guarda le stelle di Giuseppe Labianca, la bambina con il secchiello di Tali Navon, il palloncino di Paolo Amico*, le giostre di Eitan Vitkon e Hila Karabelnikof, le bolle di sapone di Michael Lazar, la libreria giocosa di Isa Locatelli, il chitarrista di Zavi Apfelbaum, la scultura dell’elefante di Menashe Kadishman, l’installazione di piccoli giochi e di palloni sgonfiati di Suly Bernstein, la bimba con la papera di David Gerstein, l’aereoplanino di Boulakia, l’altalena di Daniel Tchetchik, i fumetti di Edward Spitz, il coniglietto di Arie Berkowitz, le caramelle di Carla Chiusano, il bolide di Giovanni Albanese, il coniglio, il cavalluccio marino e la gallina di Camilla Ancillotto e le scatole con tavole colorate di Angelica Romeo.

Nelle opere di Ruth Orenbach, Emilia Faro, Miriam Drath, Ronith Shalem, Orly Aviv, Inbar Chotzen Tselinker e Dado Schapira invece ritroviamo “il giocare” come espressione del movimento corporeo.

Una menzione a parte per la loro originalità e fantasia meritano le opere di alcuni artisti come
Gabriele Turola, Edward Fox, Rona Boyarski, Brigitta Huemer, Enrico De Paris*, Ugo Nespolo, Federico Caputo*, Eran Shakine, Vered Aharonovitch, Sher Avner e Mario Zito e la proiezione del libro di Marco David Benadi'* “Io sono mio padre, io sono mio figlio” che evidenzia quanto sia indimenticabile e fondamentale nell'adolescenza il rapporto tra figli e genitori.