Un’idea di pittura. Astrazione analitica in Italia 1972-1976
L’esposizione – curata da Fabio Belloni e Vania Gransinigh – intende indagare le ricerche attorno alla pittura astratta in Italia nel corso degli anni Settanta.
Comunicato stampa
L’esposizione - curata da Fabio Belloni e Vania Gransinigh - intende indagare le ricerche attorno alla pittura astratta in Italia nel corso degli anni Settanta. Si concentra sulla tendenza battezzata dai critici coevi con i nomi più vari: “pittura pittura”, “pittura fondamentale”, “pittura fredda”, “pura pittura”, “nuova pittura”. Tra tutte, pittura analitica è stata l’etichetta più fortunata. Si tratta di un’esperienza maturata nel solco dell’avanguardia volta a saggiare le possibilità di quel mezzo così tradizionale in una stagione ancora dominata da intense sperimentazioni tecniche. Affini per esiti e sensibilità al minimalismo come alla Post-painterly abstraction americani, i suoi esponenti hanno fatto della riflessione sullo statuto della pittura il perno del proprio lavoro. La superficie, il colore, la linea, la traccia del pennello: sono gli elementi costituitivi del dipingere. Nelle tele dei pittori analitici li vediamo assumere un’enfasi inedita: il risultato sono opere che si impongono per l’autoreferenzialità del linguaggio e, insieme, riqualificano il valore artigianale nella confezione dell’oggetto “quadro”.
L’esposizione nasce in dialogo con le raccolte civiche udinesi. Tra gli oltre cento lavori della Collezione Friam conservati presso Casa Cavazzini spiccano infatti non pochi nomi – Carl Andre, Frank Stella, Robert Mangold, Sol LeWitt – con i quali i pittori italiani degli anni Settanta hanno cercato contatti diretti.
Il 1972 è stato scelto come ideale punto di avvio: fu allora che una mostra – Per pura pittura – sembrò indicare l’insorgere di una sensibilità consapevolmente orientata in quella direzione. L’iniziativa, curata da Gianni Contessi presso la sede del Centro La Cappella a Trieste, vedeva raccolte per la prima volta sotto un’unica etichetta personalità differenti accomunate dalla decisione di aver riportato al centro del proprio lavoro l’agire pittorico e gli elementi essenziali da cui esso era contraddistinto: spazio, luce e superficie.
Il 1976, quando alcune rassegne iniziarono a riepilogare un fenomeno dalle fisionomie ben riconoscibili, diventa invece l’anno di chiusura. I segni di un’attitudine analitica si erano palesati in precedenza, e continuarono oltre quelle date. Ma fu in tale quinquennio che, di sicuro, maturarono le prove, le ricerche e le polemiche più vivaci.
Carlo Battaglia, Enzo Cacciola, Paolo Cotani, Marco Gastini, Giorgio Griffa, Riccardo Guarneri, Carmengloria Morales, Claudio Olivieri, Pino Pinelli, Claudio Verna e Gianfranco Zappettini sono i nomi convocati negli ambienti di Casa Cavazzini.
La mostra è accompagnata da un catalogo bilingue italiano/inglese con testi critici di Fabio Belloni, Denis Viva e Vania Gransinigh.