Universale/Particolare
La Galleria Moitre è lieta di presentare la bi personale degli artisti Nicolò Colciago (Garbagnate Milanese, 1988) e Adi Haxhiaj (Tirana, Albania, 1989), che chiuderanno la stagione espositiva e per questa ragione si è cercato di ragionare su ciò che spesso sfugge al nostro occhio, il dettaglio.
Comunicato stampa
La Galleria Moitre è lieta di presentare la bi personale degli artisti Nicolò Colciago (Garbagnate Milanese, 1988) e Adi Haxhiaj (Tirana, Albania, 1989), che chiuderanno la stagione espositiva e per questa ragione si è cercato di ragionare su ciò che spesso sfugge al nostro occhio, il dettaglio.
Elemento di per se stesso poco notato ma che assume però il concetto di caratteristica che ne identifica la natura, rendendolo unico a chi avesse il coraggio di affacciarsi alla sua conoscenza, in quanto non sempre corpo unico ma insieme di soggetti che ne compongono il totale.
In un periodo di velocizzazione del gesto e del pensiero, l’annullamento del moto porta il necessario momento di riflessione, che può avvenire anche su realtà ed oggetti lontani da noi, che notiamo, osserviamo per esempio tramite un computer, un mezzo informatico qualsiasi.
La stessa macchina del virtuale pare essere esente dal concetto di lentezza, di meditazione ma in vero così non è, perché anche un meccanismo studiato per permettere poco ingombro e facile utilizzo lascia tracce, scorie, elementi che possono essere analizzati, resi vivi e partecipi del processo creativo del nostro tempo.
Lo stesso dicasi per pezzi di materia che possiamo ritrovare nella vita di chiunque e che possono essere presi a campione di un analisi mai banale sul concetto stesso di “oggetto”, dove il passaggio dall’uso al suo riutilizzo non è così scontato ma sovente derubricato a semplice motivo di necessità.
Al contrario è li che s’insinua la creazione, dove c’è la perdita di senso, dove l’analisi di ciò che sta avvenendo s’incrocia inevitabilmente sul passato, che non è motivo opprimente ma studio ed analisi.
Entrambi gli artisti toccano con mano, prima con la nascita e poi con la resa al pubblico, il peso di un arte che deve necessariamente vedere il mondo, fermo o in movimento che esso sia.
L’esposizione è stata curata da Nicolò Colciago, Adi Haxhiaj e Alessio Moitre