Uriel Orlow – The Fairest Heritage

Informazioni Evento

Luogo
VILLA ROMANA
Via Senese 68, Firenze, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

dal martedì al venerdì ore 14 - 18 e su appuntamento

Vernissage
27/06/2019

ore 19,30

Artisti
Uriel Orlow
Generi
arte contemporanea, personale

Con la mostra dal titolo The Fairest Heritage, Uriel Orlow porta a Villa Romana alcuni lavori appartenenti a questi due gruppi di opere.

Comunicato stampa

Uriel Orlow si occupa da tempo del ruolo che piante e agricoltura hanno svolto e svolgono nelle relazioni (post-) coloniali tra Europa e Africa. Le indagini condotte sul Giardino botanico nazionale Kirstenbosch in Sudafrica e sull’ex regione orticola di Aubervilliers, nella banlieue settentrionale di Parigi, sono confluite in due grandi gruppi di opere, rispettivamente Theatrum Botanicum e Soil Affinities. Con video, fotografie, opere sonore e installazioni, Uriel Orlow ha studiato il modo in cui le piante sono diventate al contempo testimoni e protagoniste della storia, e come possano, oggi, contribuire a dare una lettura critica e post-coloniale della storia stessa.

Con la mostra dal titolo The Fairest Heritage, Uriel Orlow porta a Villa Romana alcuni lavori appartenenti a questi due gruppi di opere. The Fairest Heritage è anche il titolo di un film (2016/2017) in cui l’artista esamina alcuni filmati “dimenticati”, risalenti al 1963 e all’epoca utilizzati dal regime dell’apartheid per celebrare il 50esimo anniversario del Giardino botanico di Città del Capo. Nel film l’artista pone la questione di come il nazionalismo botanico e la diplomazia delle piante abbiano potuto svilupparsi in modo incontrollato.

Fino agli anni della rivoluzione industriale, ad Aubervilliers, a nord di Parigi, prosperò una cultura di piccoli orti di cui rimangono ancora oggi tracce rilevanti nella toponomastica stradale. Dopo la Conferenza di Berlino, che divise l’Africa tra le potenze europee, il governo francese istituì degli orti sperimentali a est del Bois de Vincennes a Parigi, con l’obiettivo di testare alcune coltivazioni che permettessero alle nuove colonie francesi dell’Africa Occidentale di diventare sostenibili sia da un punto di vista agricolo che economico. In Soil Affinities, l’artista indaga l’esperienza agricola di Aubervilliers per giungere infine agli orti sperimentali impiantati in Senegal e in Mali, dove i germogli inviati da Vincennes venivano testati e infine utilizzati secondo un sistema di agricoltura estensiva. Anche a seguito dell’indipendenza degli stati africani, l’agricoltura intensiva dell’Africa occidentale ha continuato a rifornire il Rungis di Parigi, uno dei più grandi mercati agroalimentari del mondo.

Nella sua pratica artistica, Uriel Orlow si muove sempre da luoghi reali e dalla loro misconosciuta storia di oppressione, di cui ancora oggi sono visibili le conseguenze. Da molti anni i suoi lavori sono presentati in mostre e festival cinematografici di tutto il mondo. Tra gli altri, ha partecipato a Manifesta 12, Palermo (2018), Biennale di Yinchuan (2018), Sharjah Biennial (2017), Biennale di Mosca (2017), EVA International di Limerick (2016), Triennale di Aichi a Nagoya (2013), Bergen Assembly (2013), Manifesta 9 (2012) e Biennale di Venezia (2011). Tra gli spazi d’arte che gli hanno recentemente dedicato una personale: Les Laboratoires d’Aubervilliers, Parigi (2018); Market Photo Workshop & POOL, Johannesburg (2018); Kunsthalle St Gallen (2018); PAV – Parco Arte Vivente (2017); Parc Saint Léger (2017), The Showroom, Londra (2016); Castello di Rivoli, Torino (2015); John Hansard Gallery, Southampton (2015); Depo, Istanbul (2015), Spike Island, Bristol (2013).

A Theatrum Botanicum (Sternberg Press 2018) e Soil Affinities (Shelter Press 2019) sono state dedicate ampie pubblicazioni, tutte disponibili in questa mostra.