Urs Lüthi / Arnold Mario Dall’O – La rivoluzione dell’immagine
I due grandi artisti si confrontano sul trascorrere del tempo e la morte, tra sculture di vetro e foto digitali trasformate in dipinti.
Comunicato stampa
Le sale espositive di Palazzo Ducale a Massa (Ms), ospitano da venerdì 9 giugno – vernissage alle ore 18 alla presenza degli artisti - al 2 luglio 2017, la mostra dell’artista svizzero Urs Lüthi ( Lucerna 1947) e Arnold Mario Dall’O ( Lana, Bolzano 1960), promossa dal Comune di Massa con la direzione artistica di Mauro Daniele Lucchesi dell’Associazione Quattro Coronati e con la collaborazione della Galleria Alessandro Casciaro di Bolzano. Una mostra attesa, un vero e proprio evento, con due dei più importanti artisti a livello internazionale che hanno rivoluzionato il concetto dell’arte contemporanea. Urs Lüthi esporrà una serie di opere scultoree mentre Arnold Mario Dall’O presenterà invece opere pittoriche realizzate su supporto in alluminio. Lüthi ha iniziato tra gli anni sessanta e settanta a cercare un linguaggio personale usando la fotografia come strumento di creazione dell’immagine e da allora ha cambiato non solo l’uso della fotografia, ma ha rivoluzionato il concetto di arte e di rappresentazione nelle arti visive. “Il passaggio realizzato da Urs Lüthi – spiega il critico Valerio Dehò nel suo testo critico che accompagna la mostra - risiede proprio nella dicotomia tra l’ironia e la tragedia: l’esistenza è troppo breve per prenderla sul serio. Raccontarsi con umorismo e sano realismo evitando ogni dramma, è una delle cifre del lavoro dell’artista svizzero”. Dalla fotografia è poi passato alla scultura, un linguaggio che l’artista esprime attraverso la fragilità del vetro. Opere che raccontano la trasparenza dell’intelligenza ma anche il processo di invecchiamento e morte che per Urs Lüthi sono cose normali, sempre meglio una vita da artista che arrendersi alla banalità del reale. La morte è certamente anche un elemento che caratterizza l’opera di Arnold Dall’O, artista e docente che vive e lavora a Merano. Da anni lavora nel trasformare le immagini della banalità e della quotidianità in qualcosa di altro e di diverso. In primo luogo attribuisce un tempo alla ripresa delle immagini recuperate dalla rete perché la pittura è lenta, le fotografie digitali rinascono con i tempi lunghi di un dipinto per pennellate puntiformi, ricostruendo la loro unità. Dall’altro compie un’operazione di metamorfosi che fa guardare la realtà attraverso la nuvola o cloud o nuages della pittura. “Dall’O lavora sulla figurazione non dando contorni definiti – sottolinea Dehò - avvolgendo le immagini in una “nuvola probabilistica”, per usare un termine scientifico. La stessa idea di Arnold Dall’O di mettere insieme categorie di forme differenti dai pattern decorativi alle immagini della morgue, dai simboli di animali ai paesaggi astrali, dice che conta solo la selezione che l’artista opera. La nuvola nasconde, rende i contorni sfumati, ma salva informazioni, tracce di una contemporaneità che scivola fuori dagli schermi e trova nella Repubblica dell’arte una sua definitiva dimora. Si tratta forse ancora di lavorare sullo specchio, sulla specularità come riflessione, letterale e metaforica sul mondo, ma mentre in Lüthi è il corpo e il volto dell’artista a ricoprirne ruolo e funzione, per Dall’O è lo schermo che si fa specchio di una realtà – conclude il critico - che pone tutto in primo piano e che costituisce il punto di vista plurimo sull’infinita serie di eventi visivi”. La mostra sarà aperta ad ingresso libero dal 9 giugno al 2 luglio 2017 nel Palazzo Ducale di Massa (Ms), splendido edificio tardo rinascimentale costruito dalla famiglia Cybo Malaspina.