Urs Luthi – Don’t ask me, if you know, that I am too weak to say no
“Don’t ask me, if you know, that I am too weak to say no” è la completa opera fotografica dell’artista Urs Luthi, realizzata nel 1976 ed esposta in Fondazione 107.
Comunicato stampa
"Don't ask me, if you know, that I am too weak to say no" è la completa opera fotografica dell'artista Urs Luthi, realizzata nel 1976 ed esposta in Fondazione 107.
Si tratta di un lavoro importante dell'artista svizzero, in cui sono già presenti le tematiche che Luthi svilupperà successivamente.
Il tema dell'identità, del corpo, l'avvalersi della performance, del rapporto tra arte e vita, dell'auto rappresentazione che oggi sconfina nei selfie, sono tutti elementi presenti in questa opera, in cui l’autore, getta dei semi che riprenderà e svilupperà con continuità nei decenni successivi.
Luthi anticipa tematiche tutt’ora attuali e spesso irrisolte, ma negli anni '70 ancora sotterranee, ponendo lo spettatore di fronte ad immagini potenti.
L’artista utilizza il suo volto ed il suo corpo, li mette in scena, spinto dalla necessità di vivere in prima persona, una personale ricerca che si traduce nella perfetta simbiosi tra arte e vita. E’ un corpo ridefinito, in cerca di una collocazione all'interno del contesto in cui opera, che si confonde in “altro", nell'attesa di evadere dal sé e che accetta di mostrare tutto ciò che gli accade, anche l'inevitabile ed inesorabile passare del tempo.
L’opera "Don't ask me, if you know, that I am too weak to say no" tradotta in "Non chiedermi, se sai, che sono troppo debole per dire no" è composta da 16 tavole e da 32 immagini, in cui l'elemento umano è contrapposto all'elemento natura, l’accostamento degli scatti ricrea le medesime atmosfere in scenografie differenti.
Le immagini riprendono il quotidiano, scene di vita comune e ripetitiva, riprese in luoghi interni affiancati all'elemento natura L’aspetto dichiarativo si integra all’opera e la carica di mistero. Le stesse immagini, se dissociate, ci porterebbero ad altri scenari, è evidente pertanto, la fusione tra gli elementi in un intento narrativo.
La prima e l'ultima tavola di questo percorso si discostano dallo schema esposto, entrambi i soggetti ritratti sono figure umane, ed è così che Luthi apre e chiude il racconto con il messaggio da cui emerge che l’identità, così come la realtà, possono essere fraintese, qualora applicate a codici stereotipati.