Utagawa Kunisada – L’Ukiyo-e nelle opere di un Maestro
Utagawa Kunisada noto anche come Toyokuni III (1786 – 1865) è stato nel XIX secolo il più popolare e prolifico autore di disegni per stampe xilografiche in Giappone. Rispetto ai suoi contemporanei, Hokusai, Hiroshige e Kuniyoshi, godeva come artista di una reputazione più alta.
Comunicato stampa
Utagawa Kunisada noto anche come Toyokuni III (1786 - 1865) è stato nel XIX secolo il più popolare e prolifico autore di disegni per stampe xilografiche in Giappone. Rispetto ai suoi contemporanei, Hokusai, Hiroshige e Kuniyoshi, godeva come artista di una reputazione più alta.
Quasi dall’inizio della sua attività, e fino al momento della sua morte nel 1865, Kunisada è stato un anticipatore di tendenze nell’arte della xilografia giapponese. Sempre all’avanguardia nel suo tempo, e in sintonia con i gusti del pubblico, ha rinnovato continuamente il suo stile, cambiandolo a volte radicalmente, e non ha mai imitato lo stile dei suoi contemporanei. Il suo rendimento è stato straordinario. Sono stati catalogati circa 14.500 suoi disegni (alcuni dei quali in fogli multipli) corrispondenti a più di 22.500 singoli fogli.
Seguendo il modello tradizionale della scuola Utagawa, il tema preferito di Kunisada era il teatro kabuki con le numerose stampe di attori e performance teatrali. Circa il 60% di tutti i suoi disegni rientrano in questa categoria. Ma è stato anche attivo nel settore delle stampe Bijin (che comprende circa il 15% delle sue opere complete), con un numero totale di gran lunga superiore a qualsiasi altro artista del suo tempo. Dal 1820 al 1860 è stato uno dei principali autori di ritratti di lottatori di Sumo. Famose anche le sue stampe della serie The Tale of Genji (1835-1850). Produsse un gran numero di surimono (stampe augurali) prima del 1844.
I dipinti di Kunisada commissionati da privati sono poco conosciuti, ma possono essere paragonati a quelli di altri maestri della pittura ukiyo-e. La sua attività di illustratore di libri è in gran parte inesplorata, e particolari tra i suoi libri sono quelli con immagini shunga. A causa della censura, sono firmati solo sulla pagina del titolo con il suo alias “Matahei”.
Negli anni Quaranta e Cinquanta dell’Ottocento le xilografie erano molto richieste in Giappone. In questo periodo Kunisada collaborò anche con Hiroshige e Kuniyoshi in tre serie principali. Questa cooperazione voleva dimostrare la solidarietà degli artisti contro i regolamenti della censura intensificata dalle riforme Tenpo.
Dalla metà degli anni Cinquanta del diciannovesimo secolo furono commercializzate serie in cui singole parti di disegni e fogli sono firmati da studenti di Kunisada con l’intenzione di promuovere il loro lavoro. Tra gli studenti di Kunisada ebbero grande successo Kunichika, Utagawa Sadahide e Utagawa Kunisada II.
Biografia
Anche se non si conoscono molti dettagli della vita di Kunisada, ci restano alcuni dati di particolari eventi. È nato nel 1786 a Honjo, un quartiere orientale di Edo (città capitale del Giappone, oggi Tokyo). Il suo nome era Sumida Shogoro IX, e fu chiamato anche Sumida Shozo. Un piccolo servizio di traghetti apparteneva alla sua famiglia, e il reddito derivante da questa attività gli ha fornito una certa sicurezza finanziaria di base. Suo padre, che era un poeta dilettante di una certa fama, morì l’anno dopo la sua nascita. Sviluppò, crescendo, un precoce talento per la pittura e il disegno. I suoi primi disegni impressionarono favorevolmente Toyokuni, il grande maestro della scuola Utagawa, che lo accettò come apprendista nella sua bottega. In linea con una tradizione di relazioni giapponesi maestro-apprendista, gli è stato poi dato il nome artistico ufficiale di KUNI-sada, dove il primo carattere deriva dalla seconda parte del nome del suo maestro Toyo-KUNI.
Anche se la sua prima stampa è dell’anno 1807, la vera produzione inizia negli anni 1808/1810. I critici contemporanei lo consideravano la stella della Scuola Utagawa, e lo apprezzavano molto per le illustrazioni di libri e i ritratti di attori Kabuki. I primi ritratti di attori di Kunisada apparvero nel 1808 o 1809, come anche le stampe della sua prima serie “bijinga” e una serie di scene urbane di Edo. Ancor prima di compiere trent’anni, veniva considerato a Edo il più importante autore di stampe dopo il suo maestro Toyokuni I. Kunisada è rimasto uno degli artisti di tendenza della xilografia giapponese fino alla sua morte avvenuta all’inizio del 1865.
A partire dal 1810 circa Kunisada utilizzò il nome “Gototei” che si riferisce al business dei ferry-boat di suo padre. Fino al 1842 questa firma è apparsa su quasi tutti i suoi disegni kabuki. Intorno al 1825 usò anche il nome “Kochoro” su stampe non correlate al kabuki. Usò anche altri nomi d’arte fino al 1844, quando prese il nome del suo maestro Toyokuni, e si firmò Toyokuni III. A partire dal 1844-1845, tutte le sue stampe sono firmate “Toyokuni”, in parte con l’aggiunta di altri nomi di studio come prefissi, come “Kochoro” e “Ichiyosai”.
Kunisada aveva un carattere particolare e una grande stima di sé, arrivando persino a definirsi “Toyokuni II”, ignorando Toyoshige, allievo e figlio acquisito di Toyokuni I, che aveva il legittimo diritto di fregiarsi del nome Toyokuni II.
Morì il 12 Gennaio del 1865 nello stesso quartiere di Edo in cui era nato.
Ukiyo-e
L’arte Ukiyo-e, letteralmente arte del mondo fluttuante (della vita che scorre), scuola pittorica fiorita fin dall’inizio del diciassettesimo secolo, sostituì agli elementi naturali e ai soggetti tradizionali dell’arte nipponica, gli avvenimenti del mondo contemporaneo, la vita quotidiana, il teatro, le case da tè, le geisha, le oiran dei quartieri di piacere, gli attori Kabuki.
Era una pittura che aveva avuto una larghissima diffusione grazie anche allo sviluppo dell’incisione in legno colorata. Nel XIX secolo vennero realizzate in Giappone opere xilografiche a colori di grande tiratura che contribuirono non poco a nutrire l’immaginario collettivo in ambito locale e all’estero.
Ci si può appassionare a quest’arte per le raffinate tecniche di stampa, per la bellezza dei colori, per le emozioni immediate che scaturiscono dall’osservazione delle immagini, insolite ed incantevoli, ed è forse questo il modo migliore di avvicinarsi all’ukiyo-e, senza lasciarsi demoralizzare dai continui riferimenti di molte delle opere alla letteratura, al teatro e ai costumi giapponesi. “La conoscenza della lingua, di costumi, storia, letteratura e leggende del paese può in alcuni casi aiutare l’apprezzamento, ma in altri può interferire con l’accettazione puramente emotiva della stampa come opera d’arte, riducendo il magico amalgama ai suoi singoli elementi” (Jack Hillier).
In quasi tre secoli di evoluzione di quest’arte, poeti, scrittori e artisti di diversa estrazione hanno collaborato insieme brillantemente. I libri venivano illustrati da disegni, le stampe da appendere in casa portavano spesso testi e componimenti poetici, e persino i paraventi e i giocattoli dei bambini recavano disegni di famosi pittori.
L’Ukiyo-e fu un movimento artistico popolare nato nelle città, che custodiva in sé tutta la frenesia dell’epoca, ma anche la malinconia per la vita che passa. Le notti di Yoshiwara, le geisha e le cortigiane più famose e inavvicinabili di cui ingenuamente il popolo si innamorava e di cui comprava le stampe che esponeva alle pareti, il teatro Kabuki con i suoi mitici attori e le loro più riuscite performance, le feste notturne sul fiume o nelle case da tè, nutrivano la fantasia di diversi ceti sociali, di cui quest’arte ha contribuito a formare l’immaginario.