Valentina Colella – Le possibilità di un volo
Un focus sulla poliedrica attività dell’artista, che sviluppa la sua ricerca esplorando le sfere sociologica, cosmica e autobiografica.
Comunicato stampa
Continua la collaborazione di Valentina Colella con la DAFNA Gallery. Dopo i due eventi di Where the stars sleep che hanno avuto luogo il 19 dicembre 2019 presso la Chiesa di Santa Maria della Verità e il 16 settembre 2020 nella terrazza di Palazzo Albertini sede DAFNA, inaugura il 24 ottobre la mostra “Le possibilità di un volo” l’appuntamento che vedrà protagonista la monumentale opera Quello che resta , finalista nel 2018 del Premio Cairo.
L’opera segna la soluzione dell’enigma del volo, svelandone i segreti in 2916 carte intagliate a mano suddivisi su 54 tavole. Un focus sulla poliedrica attività dell’artista, che sviluppa la sua ricerca esplorando le sfere sociologica, cosmica e autobiografica.
Fulcro dell’indagine dura e lucida, ma nel contempo delicata, che invade la sfera più intima e privata, è il concetto classico della vanitas, cioè di una riflessione sul tempo che scorre verso la morte. Questa idea è stata declinata dall’artista in dipinti, sculture e libri d’artista, attraverso l’evocazione e l’evoluzione dell’immagine di un volo, estrapolato nell’agosto del 2013 da Google maps.
Insieme all’opera del Premio Cairo l’artista presenta i primi voli rosa su tela Le possibilità di un volo (2016), la serie pittorica Filling the sky (2017-2019) e gli intagli su carta La pace che mi hai dato. La pace che mi hai tolto, preludio di Quello che resta. Progressivamente e per progressiva decantazione, l’icona del volo ha lasciato spazio ai fiori, altro simbolo classico, che in questo caso assumono un valore legato al negativo che non diventa mai consolatorio. Dei fiori maledetti, dei “fiori del Male”. Il lavoro di Valentina Colella si può dire che sia evoluto e cambiato, restando fedele però ad una poetica rigorosa pur cambiando i simboli. In questo nuovo ciclo mutano le narrazioni e i riferimenti personali ed emotivi, ma resta il rigore e l’analiticità del suo modus operandi. Come ha avuto modo di scrivere lei stessa, “la mia ricerca necessita di pazienza”, nonostante le incertezze e le accelerazioni del mondo attuale che pone la velocità e il consumo delle immagini, come parametri di valore e d’importanza.
La ricerca artistica di Valentina Colella fonda le sue radici su una indagine di carattere sociologico come in Chatroom (2009), possono riassumersi nel progetto di tesi ambientato in 3D nella Galleria Continua di San Gimignano e in 29 station of the cross (2015), per la mostra Gestures Marina Abramović and the others, a cura di Valerio Dehò, Kaohsiung Museum of Fine Arts, Taiwan. Le opere realizzate grazie ad una personalissima esplorazione cosmica prefigurano un dialogo sempre aperto con le stelle e con il pubblico, e fanno parte di un progetto internazionale Dove dormono le stelle, giunto al 7° capitolo, iniziato poeticamente a Introdacqua nel 1996 e continuato in Argentina con l’installazione interattiva Awaiting my lucky star (2014) realizzata alla Biennale della Fin del Mundo.
Valentina Colella è stata inserita negli speciali di Arte Investimenti tra ‘i nomi già sicuri e in continua ascesa’.