Valeria Carrieri – Portagioie

Valeria Carrieri popola di ninfe Casa Vuota a Roma, in occasione della mostra Portagioie curata da Francesco Paolo Del Re e Sabino de Nichilo. Portagioie è la prima personale dell’artista e viene ospitata dall’appartamento-galleria di via Maia 12 al Quadraro.
Comunicato stampa
Dal 5 aprile al 1 giugno 2025 Valeria Carrieri popola di ninfe Casa Vuota a Roma, in occasione della mostra Portagioie curata da Francesco Paolo Del Re e Sabino de Nichilo. Portagioie è la prima personale dell’artista e viene ospitata dall’appartamento-galleria di via Maia 12 al Quadraro. L’appuntamento del vernissage è sabato 5 aprile dalle ore 18 alle ore 21. Dopo l’inaugurazione, la mostra si può visitare su appuntamento, prenotando ai numeri 3928918793 o 3284615638 oppure all’email [email protected].
UN CORO DI NINFE IN UNA CASA VUOTA – «Le stanze di Casa Vuota – spiegano i curatori della mostra Francesco Paolo Del Re e Sabino de Nichilo – danno a Valeria Carrieri l’occasione di una prima e ampia restituzione al pubblico di un progetto di ricerca che l’artista porta avanti a partire dal 2022 sulle figure mitologiche delle ninfe e sulla rilettura del mito antico. Viene presentata nella forma di una grande installazione site-specific costruita dall’artista per abitare lo spazio espositivo domestico, secondo le regole di una sintassi onirica che dispone sculture, dipinti e ricami in dialogo tra loro. La produzione più recente di Carrieri è l’evoluzione di un discorso più ampio e di respiro decennale sulle immagini e le metafore del giardino. A partire dall’esperienza dell’osservazione di una pianta di cappero nella residenza del Simposio di Pittura curata da Luigi Presicce alla Fondazione Lac O Le Mon di San Cesario di Lecce, l’artista inizia a intuire e a vedere apparire volti umani negli organismi vegetali, che si rendono visibili dapprima nelle forme stilizzate del disegno e poi anche attraverso la pittura, il monotipo e la scultura, con una predilezione per la ceramica e la cartapesta. Nasce così la serie di lavori intitolati Ninfa domestica, popolata prima di presenze singole e poi di entità plurali, che si trova in poco tempo a contendere l’attenzione dell’artista con un’altra serie di opere analoghe, quella delle Naiadi, dedicate però alla personificazione dell’elemento acquatico. Le Naiadi prendono la forma di volti che fanno capolino dall’interno di brocche o di vasi, in cui riecheggiano lontanamente le strutture dei canopi etruschi e, più in generale, dei vasi funerari. Ma questo non deve trarre in inganno: l’arte di Valeria Carrieri è vitale e gioiosa di una gaiezza puerile, spontanea e leggera. Si nutre delle immagini prodotte dall’arte popolare, brut, naïf, mescolando mondo preromano e medioevo, barbarismi e mitologia, di cui cercare tracce, frammenti e retaggi nella quotidianità e di cui fare riscritture critiche e ironiche. Coniuga, con vertiginosa sapienza, la leggerezza dei giochi infantili con la profondità di una riflessione teorica volta ad approfondire il ruolo del femminile sia in prospettiva storica, sia in termini di produzione di immaginario, a partire dalla figura emblematica di Dafne che si trasforma in alloro per sfuggire ad Apollo. Le ninfe di Carrieri prendono la parola per rinovellare la storia terribile e affascinante del “silenziamento” di Dafne, modello dei meccanismi che riducono al silenzio tutti i soggetti sottoposti al potere maschile e prevaricatore. Quanti non detti in queste storie che crediamo di conoscere così bene! Quante voci sono ancora da ascoltare e reclamano un posto nel palcoscenico della cultura e della coscienza collettiva, sembra dirci Carrieri, senza però avere la pretesa di insegnarci nulla».
UN DIALOGO CON IL NOVECENTO – A sottolineare la natura site-specific dell’intervento dell’artista, alcune opere che Valeria Carrieri ha realizzato per la sua prima mostra personale si pongono in dialogo diretto con opere di artiste del Novecento appartenenti alla collezione dei padroni di casa. E così una china di Antonietta Raphaël si rispecchia in una piccola acquaforte di Carrieri, una rara ceramica di Ercolina Baroni e un dipinto su carta di Nedda Guidi ispirano due grandi sculture in cartapesta e un autoritratto giovanile di Paola Consolo si rapporta con il tema dell’autoritratto che sottende, come filo conduttore e come chiave di lettura, l’intera partitura del lavoro di Valeria Carrieri. In mostra si trova inoltre una serie di piccoli ricami, opere indossabili e potenti come talismani, eseguiti in maniera spontanea e quasi infantile. Per realizzarli l’artista riprende e fa proprie le miniature medievali che raccontano i miti classici in modo straniante dal punto di vista della forma, con rappresentazioni grottesche, senza il senso della prospettiva e delle proporzioni e senza alcuna pretesa di realismo. «In generale – spiega l’artista – mi piace l’idea di ripescare in genealogie di creazione di artiste donne e di artiste anonime. Una parte importante del mio lavoro è da sempre ispirata a una produzione folklorica e popolare. Mi affascina da una parte un’idea non autoriale dell’arte, un’arte senza firma, e dall’altra mi interessa allargare la nozione di autore, che mi appare così ristretta nei confini di un canone artistico e letterario».
PICCOLE GIOIE PER UN’AUTORITRATTO – «È l’autoritratto il grande tema con cui l’arte di Valeria Carrieri si esercita», scrivono Francesco Paolo Del Re e Sabino de Nichilo. «È un Autoritratto notturno, come dice il titolo di una delle opere in mostra, dislocato negli oggetti del quotidiano: una composizione di elementi variegati, compresenti in una dimensione onirica, surreale e ironica, legati tra loro da un profluvio di acqua e pianto. Sono oggetti spesso ginomorfi quelli che realizza, femminilizzati o riconducibili alla sfera semantica del femminile: quasi un kit di sopravvivenza destinato alla sua Dafne per prepararla a tutte le evenienze di una quotidianità irta di ostacoli. Valeria Carrieri è interessata a mostrare il confine labile tra antropomorfismo, regno vegetale e vita degli oggetti. Le entità che animano il suo universo creativo possono trasformarsi le une nelle altre senza soluzione di continuità. A ispirarla sono il paradigma “idrofemminista” della scrittrice Astrida Neimanis e il pensiero di Barbara Johnson. Il racconto di un sé intessuto di mille altri racconti porta l’artista a fare un conto tragicomico delle sue lacrime, preziose come gioielli, che si fanno conservare con devozione in un Portagioie fatto mostra e che albergano tra i segreti insondabili di piccoli cofanetti che l’artista modella in forma di sculture apribili. In un meccanismo metanarrativo, la casa stessa diventa scrigno di storie, citazioni, visioni, trasmutazioni e apparizioni. Si palesano, di volta in volta, come manifestazioni di uno stupore domestico, che si traduce in sculture, oggetti e artifici visuali disposti a comporre un’unica grande installazione. Il visitatore la attraversa e, lì dove sosta, il tempo della sua fruizione si fa insolita e ironica rivisitazione di un patrimonio comune riletto dai margini della storia. Ribaltando i ruoli, è il racconto di Dafne, una figura da sempre sfuggente e mai diventata davvero protagonista, e non quello di Apollo che Valeria Carrieri vuole mettere al centro, rivendicando le ragioni e le dinamiche di una metamorfosi che abbraccia non solo il mondo vegetale e l’oltreumano ma anche il ruolo e il peso delle donne nella storia, nella cultura e nell’ordine del mondo».
Valeria Carrieri (1987) è un’artista e ricercatrice con un percorso multidisciplinare. Ha studiato Letteratura tra Roma, Siena e Losanna e Arti visive alla Haute École des Arts du Rhin di Strasburgo. La sua ricerca si nutre di pittura e letteratura guardando contemporaneamente alle arti cosiddette brut e popolari, alla poesia e al teatro. Nella sua pratica – che consiste in testi, disegni, monotipi, ricami, dipinti e sculture, principalmente in cartapesta e ceramica – interroga lo spazio silenzioso tra arte, mito e vita quotidiana, il limite indefinibile tra antropomorfismo e oggettualità. Vive a Roma, sua città natale. Tra le mostre si segnalano nel 2025 a Milano Dafne suite / il Diluvio a Studiolo Bureau e Intorno alla Stella alla Nashira Gallery, nel 2024 Studiolo at rue du Dragon a Parigi, Drawingsssssss a Studiolo Bureau a Milano, Viafarini Open Studio a Milano, Guerriere d’amore nel sogno con Valentina Lupi a Tana delle Tigri a Firenze, Nei giardini non dorme l’erba a IUNO a Roma e Li Sibburchia Lecce.