Valeria Cherchi – Anatomia del silenzio
Il fenomeno dei sequestri di persona è una piaga criminale che ha attraversato la Sardegna dagli anni Sessanta ai Duemila. Valeria Cherchi (Sassari, 1986) è tra le poche artiste a occuparsene.
Comunicato stampa
Il fenomeno dei sequestri di persona è una piaga criminale che ha attraversato la Sardegna dagli anni Sessanta ai Duemila. Valeria Cherchi (Sassari, 1986) è tra le poche artiste a occuparsene. Il progetto espositivo Anatomia del silenzio, a cura di Antonella Camarda e Giangavino Pazzola, presenta un’indagine foto-testuale sull’omertà delle comunità locali che - ancora oggi - avvolge i comportamenti e le coscienze collettive a seguito di crimini e delitti.
“È importante - afferma la presidente della Fondazione Nivola Giuliana Altea - per un museo come il nostro affrontare discorsi rilevanti per il territorio. La mostra di Valeria Cherchi risponde a questa esigenza: si tratta di un progetto coraggioso, che non teme di esplorare un tema dai risvolti delicati e potenzialmente controversi, ma che riesce a farlo senza facili schematismi e salvaguardando la dimensione estetica dell’intervento.
Partendo dalla memoria privata del rapimento di Farouk Kassam – coetaneo dell’autrice – Cherchi affronta questo capitolo buio della storia italiana offrendo un caleidoscopio di immagini, analisi e racconti che si sviluppano simultaneamente. Alla ricerca condotta sui luoghi incriminati, realizzata anche attraverso una costante interazione con le comunità locali, Cherchi affianca l’esplorazione di archivi mediali (RAI e testate giornalistiche), il contatto diretto con alcuni protagonisti e l’analisi dei propri album fotografici di famiglia.
“Attraverso un’installazione ambientale e immersiva di immagini, suoni e testi, pensata per gli spazi del Museo Nivola - spiega Giangavino Pazzola - la mostra si articola per polarità e tensioni, tra interno ed esterno, passato e futuro. L’appello disperato della madre di Farouk a rompere il muro di omertà sul crimine contro il proprio figlio è l’innesco di questa riflessione sull’ambigua sacralità del silenzio.” Ne deriva una sorta di diario al tempo stesso intimo e corale, fatto di frammenti in cui dimensione verbale e visiva si intrecciano e sovrappongono.
“L’approccio di Valeria Cherchi al suo soggetto - sottolinea Antonella Camarda - è paziente e attento; l’allestimento, a cura di Alessandro Floris, formalmente rigoroso. Tuttavia, traspare un forte coinvolgimento emotivo, e un’inquietudine che accomuna l’artista a tanti della sua generazione. Crescere in Sardegna da “millennial” ha significato anche vivere, attraverso la cronaca e le discussioni familiari, la quotidianità di una violenza difficile da accettare, subire una stigmatizzazione etica e etnica, portando il peso di una colpa collettiva”.
Prima personale di Cherchi in Italia, Anatomia del silenzio precede la pubblicazione del libro foto- testo Some of You Killed Luisa, a cura di Federica Chiocchetti, che sarà pubblicato in maggio da The Eriskay Connection, con il supporto di Fondazione di Sardegna.
Valeria Cherchi (1986) lavora con immagine e testo sul tema del ‘non detto’ in rapporto alle questioni sociali. Dopo gli studi in Disegno Industriale alla Sapienza di Roma e un master in fotografia alla University of the Arts di Londra, ha seguito la Masterclass Fotografare la storia di Simon Norfolk presso l'ISSP in Lettonia. È stata selezionata tra i venti migliori fotografi emergenti a livello globale dal British Journal of Photography nel 2018. Ha pubblicato internazionalmente (Else- Musée de l'Elysée, Internazionale, Vogue) ed esposto nei principali festival del settore (Photo London, Unseen, Krakow Photomonth, Fotografia Europea, Athens Photo Festival).
Giangavino Pazzola, Ph.D. in Urban and Cultural Studies al Politecnico di Torino, dal 2018 è associate curator a CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia per cui ha co-curato la mostra WO|MAN RAY. Le seduzioni nella fotografia (2019). È membro del comitato di curatori della fiera di fotografia e immagine contemporanea The Phair e sta lavorando al progetto Quì c'è un mondo fantastico. Sguardi contemporanei sugli archivi del MuseoMontagna (2020). Si è occupato di arti contemporanee e sviluppo locale insieme a OCP (2018), di centri di produzione culturale indipendente ed è autore di contributi pubblicati su riviste accademiche nazionali e internazionali.
Antonella Camarda è la direttrice del Museo Nivola di Orani e storica dell’arte presso l’Università di Sassari. Dottore di ricerca in Arte e Antropologia e specializzata in Psicologia dell’arte, si occupa di modernismo post-bellico, relazioni culturali fra Italia e Stati Uniti, e il ruolo dei musei nella ricezione dell’arte contemporanea.
Il Museo Nivola di Orani (Nuoro), sito al centro di un parco nel cuore della Sardegna, è dedicato all’opera di Costantino Nivola (Orani, 1911 – East Hampton, 1988), figura importante del contesto internazionale incentrato sulla “sintesi delle arti”, l’integrazione tra arti visive e architettura, e personaggio chiave negli scambi culturali tra Italia e Stati Uniti del secondo Novecento. Il museo possiede una collezione permanente di oltre duecento sculture, dipinti e disegni di Nivola e organizza mostre temporanee incentrate in prevalenza sul rapporto fra l’arte, l’architettura e il paesaggio.
Valeria Cherchi. Anatomia del silenzio
a cura di Antonella Camarda e Giangavino Pazzola
Museo Nivola, Orani (Nu), 2 febbraio - 8 marzo 2020
Sponsor Istituzionale: Regione Sardegna
Sponsor principale: Fondazione di Sardegna
Progettazione allestimento: Alessandro Floris
Realizzazione Allestimento: Artigianato e Design
Stampa: Linke, Sardigna Print
Immagini d’archivio: Courtesy RAI Sardegna; Archivio privato Cherchi
Si ringraziano: Agnese Caglio, Federica Chiocchetti (Photocaptionist), Giovanni Maria Dettori, Isola Marras, Sergio Flore, Fondazione di Sardegna, Simon Norfolk, Marco Spanu (Inmediazione), Salvatore Vitale, la comunità di Orgosolo, i ragazzi e gli insegnanti delle scuole medie di Orani, e tutte le persone che hanno supportato il progetto.