Valeriano Ciai – 1928–2013 Segni e Memorie
La mostra antologica del pittore romano Valeriano Ciai (1928-2013), promossa da Roma Capitale – Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, ripercorre l’itinerario di un maestro della figurazione romana del secondo ‘900 attraverso una scelta di opere pittoriche dal 1959 al 2013.
Comunicato stampa
La mostra antologica del pittore romano Valeriano Ciai (1928-2013), promossa da Roma Capitale – Assessorato alla Crescita culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, ripercorre l’itinerario di un maestro della figurazione romana del secondo ‘900 attraverso una scelta di opere pittoriche dal 1959 al 2013. Quella di Ciai è stata una presenza originale e importante nel contesto dell’arte romana degli ultimi sessant’anni. Con la mostra al Museo di Roma in Trastevere, attraverso la scelta di una trentina di dipinti, si vuole documentare l’intero percorso dell’artista, proponendolo all’attenzione della città e del quartiere in cui era nato e dove ha a lungo vissuto.
Ciai è stato un uomo dolce e schivo e ha lavorato appartato e senza clamori, partecipando a una vicenda significativa, ma meno nota ed esplorata di altre, nel contesto della figurazione italiana e specificamente romana, svoltasi fra gli anni ‘50 e i ‘60. Dopo una fase di realismo sociale, Ciai
approda a una forma di realismo “esistenziale” che giunge infine, dopo un momento quasi astratto, all’evocazione lirica di una realtà presentata in una dimensione d’immaginazione e di memoria. È un’opzione che ha contraddistinto per una quarantina d’anni la pittura di Ciai e che egli elabora a partire da pochi temi, legati alla figura umana e ai paesaggi urbani. La mostra pone l’accento sui momenti di cambiamento nella sua pittura, e sulle fasi in cui, specie tra la fine degli anni ‘50 e l’inizio
dei ‘70, l’arte di Ciai è parte del più vasto contesto di quei giovani artisti, allora tra i venti e i trent’anni, alle prese con scelte difficili, ricche di implicazioni culturali e politiche. Ciai, con coerenza, non rinuncia mai al confronto e spesso allo scontro con la realtà; il rapporto con essa è considerato,
anzitutto moralmente, come il punto d’origine della vita intellettuale e creativa di un artista che sente a fondo la valenza politica delle scelte culturali e la necessità dell’impegno.